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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Lana Turner
La dama dark
"L’uomo di successo è colui che guadagna
più denaro di quanto sua moglie possa spendere, una donna di
successo è quella che trova un uomo così.”
8 Febbraio 1921 - 29 Giugno 1995
Lana Turner, nome d'arte di Julia Jean
Turner , è stata un'attrice statunitense. Fu nota tra
gli anni quaranta e gli anni sessanta per la sua
bellezza, caratterizzata da capelli biondo platino,
occhi chiari e un corpo ben modellato, e per il suo
fascino che venne definito dalla stampa hollywoodiana
con il termine Lanallure.
Finalmente
dopo aver girato e rigirato trovo l'albergo che mi ero
annotato sul bigliettino che mi porto dietro da almeno
un'ora. Alla reception controllano il mio appuntamento
poi vengo accompagnata da un lift in divisa nera
completo di berretto a tamburella.
La suite che
mi ospita è inondata dal profumo intenso di fiori
variopinti, unica macchia di colore che risalta nel
bianco della tappezzeria e dei mobili. Mi accomodo ed
attendo. Solo un istante ed eccola Julia Jean Mildred
Frances Turner in arte Lana Turner. Bellissima nel
suo abito azzurro come i suoi occhi. La sua voce è
calda, suadente; ci salutiamo con una bella stretta di
mano, ho l'impressione che Lana sia una persona molto
alla mano nonostante il suo charme di diva.
Sono pronta, tutta per lei! Iniziamo? Mi dice con
un’espressione curiosa aggrottando le ciglia.
Mi parli della sua adolescenza, dei suoi
sogni e quali si sono avverati. Ero una
ragazzina che amava la musica, il ballo ed il cinema.
Facevo di tutto pur di risparmiare qualche centesimo ed
infilarmi nel primo cinema e godermi lo spettacolo. Ero
affascinata da quel mondo! La sera a casa mia, fino alla
separazione dei miei genitori, nonostante i problemi di
soldi si ballava, mio padre e mia madre mi hanno
trasmesso la passione per la musica. Il mio sogno però
era quello di poter indossare gli abiti delle dive o di
diventare una stilista di moda. Rubai dai film la
tecnica di portamento disinvolto ed elegante che mi
servì per diventare la diva che sono. Beh credo
fondamentalmente che i sogni di ragazzina si siano
avverati solo in parte, non credevo di diventare una
stella di Hollywood, comunque ho indossato gli abiti più
belli che una donna possa pensare.
Quanto
la morte di suo padre influì sul suo carattere?
Si accende una sigaretta sorseggia il tè che era già lì
per noi e guardandomi con occhi più tristi: “Un
momento che non vorrei più rivivere. Mi ha lasciato un
segno indelebile tanto che la ricerca dell'uomo della
mia vita è diventata una vera e proprio ossessione. Ho
avuto ben sette mariti, diversi amanti e solo una
figlia, purtroppo non ho potuto avere altri figli.
Ma torniamo a suo padre… Più un
giocatore d'azzardo che un minatore! Era allegro, la sua
presenza riempiva la casa. Con la separazione dei miei
genitori cominciarono i problemi veri. Poi ci fu quel
maledetto episodio quando mio padre venne ucciso in
seguito ad una rapina. Io e mia madre ci trovammo
davvero con le spalle al muro, non avevamo di che
mangiare. Questa esperienza di povertà, di insicurezza
economica mi ha portato sempre a scegliere uomini di
successo o potenti economicamente da qui la mia frase
che ha fatto il giro del mondo - L’uomo di successo è
colui che guadagna più denaro di quanto sua moglie possa
spendere, una donna di successo è quella che trova un
uomo così. -
Che io sappia ha avuto
vicino anche uomini come Tyron Power e Frank Sinatra?
Vedo che lei sa molte più cose di quanto la mia mente
ricordi… Sorride. Adesso posso affermare
con certezza che Tyron è stato il mio grande amore
rovinato e distrutto dalla mia possessività. Mi permetta
di non andare oltre ci tengo molto a quei ricordi e
vorrei restassero solo miei.
E Frank
Sinatra? Insisto. Di Frank che
dire? Una voce magnifica anche quando non cantava.
Le sue relazioni ed i suoi numerosi
matrimoni sembra siano stati quasi tutti caratterizzati
dalla violenza, non è vero? Mi sentivo
sbandata, la mancanza di una guida ferma come può essere
un padre mi fece scegliere spesso persone sbagliate per
le quali confondevo l’amore con il senso di protezione e
quindi era solito che mi ritrovassi con un bell'occhio
nero.
Cosa ha provato quando le fu
affidata quella piccola parte che poi la rese famosa nel
film la Vendetta? Ah già - La ragazza del
maglione -. Era il 1937, ma tutto iniziò per caso
qualche tempo prima. Avevo solo 15 anni! Una mattina che
avevo marinato la scuola e dentro un bar di Hollywood
stavo bevendo il mio bel frappè un cronista di un famoso
giornale mi si avvicinò e volle assolutamente farmi
conoscere Mervin LeRoy. Fu il grande Mervin che mi aprì
le porte del magico mondo del cinema cambiandomi anche
il nome. Da lì in poi ho dovuto mentire anche sull’ età
pur di accaparrarmi piccole parti. Ma poi arrivò il mio
momento: è bastato un maglioncino attillato e nonostante
un’apparizione brevissima fu un vero successo. Cominciai
a firmare contratti da 1500 dollari.
Tutti noi la ricordiamo nel magnifico ruolo della
sensualissima Cora nel “Postino suona sempre due volte”
di Tay Garnett. Cosa ricorda di quel film?
Il ruolo di Cora mi calzava a pennello e devo dire anche
la scelta del partner fu azzeccata, John Garfield fu
perfetto nel ruolo. Sapevo che tre anni prima già un
regista italiano Luchino Visconti aveva diretto un film
tratto dallo stesso racconto, se non sbaglio –
Ossessione - sì credo sia proprio questo il titolo.
Avevo paura del confronto, ma Tay Garnett ce la mise
tutta e tirò fuori la Dama Dark sensuale ed inquietante
che era in me. Devo molto a quel film, all’avanguardia
per quei tempi. E’ stato girato nel 1946, sento ancora
la sensazione dell’interpretazione di quelle scene fatte
di sguardi e di complicità… Sì era proprio il mio ruolo…
Il ruolo di un’assassina… E’
stato elettrizzante entrare nella parte di una donna che
riesce a possedere un uomo fino a fargli commettere un
delitto… beh non bisogna prenderlo ad esempio, non mi
fraintenda, ma ripeto, riuscire ad essere anche solo per
un momento padrona del gioco credo sia per ogni essere
umano, almeno per me che sono stata sempre vittima degli
altri, una sensazione da vivere.
Guardare
quel viso così angelico e toccare con mano la sua
semplicità così elegante mi dà un senso di forte
rispetto per questa donna che ho di fronte. La guardo,
si tocca i capelli ed accavalla le gambe , la sua gamba
comincia a dondolare e dal vestito lungo si scorge la
scarpa in tinta.
So di arrecarle
dolore, ma è importante che lei ci racconti cosa è
accaduto il 4 Aprile del 1958. Da quel
giorno la mia carriera è andata a rotoli, tutta la
stampa si è accanita contro di me, tirando fuori tutte
le lettere d'amore che avevo scritto a Johnny
Stompanato, gangaster malavitoso al quale mi ero legata
negli ultimi tempi. Ma andiamo per ordine. Io e
Johnny, nonostante le continue liti, ci siamo amati o
meglio oserei dire posseduti. Non riuscivamo a fare a
meno l'una dell'altro, anche se i nostri incontri
finivano con liti violente dandocene di santa ragione.
Pensi che una volta, durante le riprese di un film in
Inghilterra, Johnny fu messo al tappeto da Sean Connery
stanco delle sue scenate di gelosia, e poiché Johnny
faceva parte di un certo giro di malavitosi, riuscirono
ad allontanarlo dal set soltanto facendolo rimpatriare.
Torniamo a quella data… Dopo
l'ennesima scenata di gelosia, ero esausta e misi al
corrente Johnny del mio desiderio di lasciarlo. Questo
lo fece diventare una bestia inferocita, mi diede tante
di quelle botte che a mala pena riuscii a capire cosa
stava succedendo... A terra dopo l’ennesimo pugno
intravidi mia figlia Cheryl pugnalare Johnny alle
spalle. Povera piccola voleva solo difendermi. In
seguito ho anche mentito pur di togliere Cheryl dai
guai; ho cercato di addossarmi la colpa di quanto era
successo per proteggere la mia piccola dai cani affamati
della stampa. Io ormai avevo le ossa dure con loro,
ma in seguito fu scoperto tutto e purtroppo anche lei fu
travolta dalla valanga di articoli pieni di immondizia.
Non sono riuscita più ad uscirne…sembrava che tutti si
aspettassero la mia fine in quel modo, perché in fondo
non ero forse io la Dark Lady?
Lei ha
lottato come una leonessa per difendere sua figlia, cosa
vorrebbe che sua figlia un giorni ricordi di Lei?
Ho difeso mia figlia. L'unica cosa buona che lascio su
questa terra, l'unica persona che ha pagato per i miei
errori. Per mia figlia vorrei una vita semplice senza
falsi specchi senza false illusioni... Guardando i miei
film spero possa ricordarmi forte come le donne che
interpretavo e che non sono stata capace di imitare
nella vita.
Si alza prende un’altra sigaretta
credo sia la terza in mezz’ora… Si siede nuovamente i
suoi occhi così dolci traspaiono tanta tristezza, il suo
profumo ormai lo sento mio. Non c’è più bisogno di
parole. L’intervista è finita. Mi alzo e la saluto con
quella reverenza che si deve ad una donna così
affascinante. Mentre esco dall’albergo mi accorgo di
sentire ancora quel profumo.
Lana è
morta per un cancro alla gola nel 1995 le sue ceneri
sono sparse nel vento. Sua figlia ha voluto donarle la
libertà, la stessa che non è mai riuscita ad avere in
una vita di grandi soddisfazioni ma di una immensa
solitudine dentro.
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INTERVISTA A CURA DI LISA BEBETTE
FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
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