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INTERVISTE IMPOSSIBILI
TORMENTATA DIVA
Laura Antonelli
Una vita tra bellezza e
dolore
Una delle più belle attrici di sempre,
icona sexy del cinema italiano, aveva raggiunto la popolarità nel
1973 con il film-cult "Malizia" di Salvatore Samperi per il quale
aveva vinto un David e un Nastro d'Argento
(28 novembre 1941 -
22 giugno 2015) .
.Con le sue vestaglie
succinte, le calze con la riga, le curve morbide e quel
viso indimenticabile aveva fatto sognare gli italiani
degli anni Settanta. Ma lei ripeteva incredula: «Sono
bassina, un po' tondetta e ho le gambe piuttosto corte:
chissà perché piaccio?»
Madame le sue origini?
Sono nata a Pola in una famiglia istriana. Il mio vero
nome è Laura Antonac (si legge Antonaz).
Le
vicende della guerra l’hanno portata in Italia.
Guardi che al tempo l’Istria era in Italia e noi ci
sentivamo orgogliosi di essere italiani. Siamo stati
costretti ad emigrare perdendo tutti i nostri averi.
Con la sua famiglia vi rifugiaste a Venezia, Genova
e poi a Napoli... Un lungo e penoso migrare… A Napoli
frequentai il Liceo Scientifico "Vincenzo Cuoco". Poi
conseguii il diploma di Educazione Fisica presso
l’I.S.P.E.F. Poi nel nostro peregrinare arrivammo a
Roma.
Qui cambia la sua vita… Trovai lavoro al
Liceo artistico di Via Ripetta come insegnante di
Educazione fisica. L’ambiente mi portò a conoscere gente
dello spettacolo.
Le prime proposte? Girai
alcuni Caroselli pubblicitari tra i quali uno per la
Coca Cola. Poi come attrice recitai in svariati
fotoromanzi con qualche velo svelato.
Poi il
cinema… con il suo irresistibile e morbido sexy-appeal
Sì, piccoli ruoli in piccole particine. Debuttai a 23
anni con “Il magnifico cornuto” di Antonio Pietrangeli e
subito dopo un’altra particina nel film “Le sedicenni”
di Luigi Petrini.
Corpo perfetto: 55 chili, 1
metro e 66 d’altezza. Veniva definita: “Venere dall'aria
dolce e dallo sguardo sognante”.. Nulla di studiato,
il mio sguardo come dice lei “sognante” era dovuto ad
una forte miopia…
La prima parte importante
arriva nel 1969… Il regista Massimo Dallamano mi
scelse per il ruolo di protagonista nel film “Venere in
pelliccia”, ispirato al romanzo di Leopold von
Sacher-Masoch.
… ci furono problemi di censura
vero? La censura aveva bloccato alcune sequenze. Dopo
un lungo travaglio uscì sei anni dopo, sforbiciato e
inguardabile con il titolo “Le malizie di Venere”.
Ormai era avviata ad una brillante carriera…
Ricevetti alcune proposte da registi importanti. Nel
1971 Pasquale Festa Campanile mi fece recitare accanto a
Lando Buzzanca nel film Il merlo maschio.
Finalmente Malizia… Era il 1973… Salvatore Samperi mi
ritagliò la parte della sensuale cameriera accanto a
Turi Ferro e ad Alessandro Momo. Il film fu campione di
incassi con 6 miliardi di lire, divenne un vero cult
movie. Con quella interpretazione mi aggiudicai un David
di Donatello e un Nastro d'argento come miglior attrice.
Un successo! Dovuto al regista, ma anche a Sandro
Parenzo, lo sceneggiatore, il quale prese da Vitaliano
Brancati l’idea della servetta che eccita tutti i maschi
di casa. Calze velate, buco della serratura, silenzi
d’appartamento, rumore della doccia…. E il gioco è
fatto.
…e lei s'impose come indiscussa
capostipite del genere erotico all'italiana… Dopo
Malizia molti autori scrivevano copioni pensando a me
senza veli… tra i quali Dino Risi con Sessomatto,
Giuseppe Patroni Griffi con Divina creatura e Luchino
Visconti con L'innocente…
In Divina creatura
sbalordì l’intera nazione… Interpretai una scena di
nudo integrale della durata di ben sette minuti…
un’eternità per quell’epoca.
Entrò di diritto
nell’immaginario erotico degli italiani. La imbarazzava
essere una icona sexy? Assolutamente no. Al tempo a
questa domanda rispondevo candidamente: “In fin dei
conti ci spogliamo tutti una volta al giorno…” Comunque
sotto la guida di validi registi credo di aver
dimostrato di sapere affrontare anche ruoli più
drammatici e impegnativi
Magari con l'aiuto di
fili di perle, merletti trasparenti e raffinata
lingerie… Adoravo l’arte della seduzione…
Qualcuno beatificò la sua schiena a forma di
violoncello, vero e proprio sogno proibito degli
italiani. Ricordo sì, dissero esattamente: "E' la più
bella schiena nuda mai apparsa sullo schermo dopo quella
di Marilyn Monroe".
Al tempo le furono affibbiati
numerosi flirt e un matrimonio.. La maggior parte dei
flirt erano solo trovate pubblicitarie, il matrimonio
con l’antiquario Enrico Piacentini purtroppo fu vero, ma
sbagliato.
E Jean-Paul Belmondo? Quella fu una
vera e propria storia d’amore. Lui al tempo era
fidanzato con la Bond-girl, Ursula Andress...
L’occasione fu il set del film La trappola e il lupo.
I giornali al tempo parlavano di botte e baci,
tradimenti e litigi… Fu un rapporto di vera passione
che durò nove anni.
E’ vera la storia dell’amore
ad alta quota? Sì, eravamo sul Concorde linea
Parigi-New York, ci amammo tra gli sguardi scandalizzati
delle hostess.
Comunque una relazione senza
matrimonio, senza casa e senza figli… Eravamo dei
veri e propri pendolari d’amore perché lui viveva a
Parigi a Saint-Germain-des-Près ed io a Roma a due passi
dal Pantheon… Forse per questo è durato così tanto
tempo….
Da qui inizia la fase due, la seconda
parte della vita di Laura, donna di nessuna malizia,
semmai ingenua, fragile come uno specchio dentro al
quale, lentamente, dilegua la giovinezza. E la bellezza,
inavvertita, si incrina. La bella favola si interrompe
la notte del 27 aprile 1991, quando nella sua villa di
Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina.
L'attrice è arrestata dai Carabinieri condotta nel
carcere di Rebibbia a Roma. Dopo qualche giorno le
vengono concessi gli arresti domiciliari. Al processo è
condannata in primo grado a tre anni e sei mesi di
carcere per spaccio di stupefacenti. Nove anni dopo, nel
2000, è invece assolta dalla Corte d'appello di Roma,
che la riconosce consumatrice abituale di stupefacenti,
ma non spacciatrice. La legge italiana sulla droga è nel
frattempo cambiata e l'assunzione di sostanze
stupefacenti per uso personale, entro i limiti stabiliti
dalla legge, non è più considerata reato.
Dopo le
disavventure giudiziali, nel 1991 torna da protagonista
sul grande schermo… Mi venne proposto il film Malizia
2000 il sequel del film che mi aveva resa famosa venti
anni prima. Stesso regista e stesso produttore. Presa
dall’entusiasmo accettai, nonostante i miei
cinquant’anni.
L'operazione commerciale, però,
non sortì l'effetto sperato… Fu letteralmente un
fiasco. Caddi in depressione e mi ritirai
definitivamente dal mondo dello spettacolo…
Ma ci
furono altri strascichi … Nel corso della lavorazione
mi sottoposi alle cure di un chirurgo estetico, il quale
mi fece delle iniezioni di collagene al viso. Purtroppo,
invece di nascondere gli inestetismi dell'età, ebbi una
reazione allergica e come risultato quello di deturparmi
i lineamenti.
Passò alle vie legali vero?
Denunciai sia il produttore che il regista oltre al
chirurgo plastico per avere materialmente eseguito le
iniezioni di collagene. Chiesi un risarcimento di trenta
miliardi, ma dopo tredici anni il Tribunale respinse la
mia denuncia affermando che le alterazioni della mia
pelle non erano dipese da quelle sostanze, ma da una
reazione allergica nota come edema di Quincke. Di
conseguenza, il chirurgo plastico fu scagionato da ogni
accusa, così come il produttore ed il regista.
Ma
lei non si arrese... Feci ricorso alla Corte Suprema
dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. L’esito questa
volta fu positivo. Mi riconobbero un risarcimento di
108.000 euro, più gli interessi, per i danni di salute e
di immagine patiti a seguito della mia odissea
giudiziaria, protrattasi per nove anni.
Rimpianti? No, ho fatto quello che desideravo fare,
ma sinceramente non ero preparata ad affrontare quella
carriera, tutto quel successo, la popolarità,
quell’ambiente, con le illusioni e le delusioni. Sono
sempre stata una persona semplice, timida, attaccata ai
valori della famiglia.
Le vicende giudiziarie, le
invidie, la cattiveria umana fecero scivolare Laura in
una condizione di profonda sofferenza psichica. In più
di un'occasione venne ricoverata presso il centro
d’igiene mentale di Civitavecchia. I giornali torneranno
a parlare di lei quando l'amico Lino Banfi lotterà per
farle avere l'assistenza della legge Bacchelli, ma lei
rispose con una lettera in cui chiedeva di essere
dimenticata. Nonostante i continui appelli, le promesse
del ministro rimasero solo vuote parole. Passerà ogni
suo giorno senza alcun vitalizio nella sua casa di
Ladispoli in estrema solitudine e pregando: “Oggi, per
me, esiste Gesù. La vita terrena non m'interessa più”.
Se ne è andata il 22 Giugno 2015 in silenzio. Aveva
74 anni. L’ha trovata la signora delle pulizie nel suo
appartamento di Ladispoli, a quaranta chilometri da
Roma, in una palazzina anonima sul mare, dove da tempo
si era ritirata. Saloncino, camera, bagno e cucina.
Niente quadri, foto, ricordi. Un letto singolo, un
comodino, la macchina per cucinare, una credenza.
L’apparecchio tv l’aveva buttato via, la radio era
sempre accesa su una sola stazione… Radio Maria.
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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE FONTI
.https://it.wikipedia.org/wiki/Laura_Antonelli
http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=ANTONELLI+Laura
http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2731&biografia=Laura+Antonelli
CHIARA UGOLINI
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2015/06/22/news/addio_a_laura_antonelli-117411292/?ref=HREA-1
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