"Siamo alla fine del 1400, tempi
in cui non esisteva morale. Cosa si prova ad essere figlia del
papa e di una sua amante?"
"L’Italia pullula di figli
illegittimi molti dei quali di preti, quindi l’essere figlia del
papa non costituiva certo uno svantaggio o un disonore, anzi mi
poneva, al pari di un’erede legittima e di nobili natali."
Suo padre non si occupò in
prima persona della sua educazione.
Venni educata nel convento di S. Sisto e dopo affidata alle cure
di Adriana Mila mia cugina di secondo grado. Vivevo in quella
casa assieme al figlio di Adriana e sua moglie, Giulia Farnese
che aveva solo due/tre anni più di me ed al tempo era diventata
l’amante in carica di mio padre.
La storia racconta di una sua bellezza sconvolgente…
Mia cara da giovane possedevo due caratteristiche che per
l’epoca erano considerate fondamentali: occhi azzurri e lunghi
capelli biondi. Parlare di bellezza sconvolgente mi sembra
troppo, sicuramente non ero brutta.
Già a dodici anni suo padre la fidanzò per procura con un nobile
spagnolo.
Don Gaspare da Procida non l’ho mai conosciuto ed il
fidanzamento fu molto breve. Mio padre ruppe la promessa perché
vedeva per me un avvenire migliore.
Ci racconti del suo primo marito Giovanni Sforza.
Appena tredicenne, per solidificare l’alleanza con casa Sforza,
che tanto si era adoperata affinché mio padre divenisse papa,
fui promessa sposa a Giovanni Sforza, signore di Pesaro, e
sciolta dal precedente vincolo.
Il matrimonio venne celebrato con la pompa del caso il 12/6/1493
La cerimonia nuziale fu bellissima, indossavo un abito costato
15 mila ducati, pensi, avevo 500 donne guidate da Giulia Farnese
che si occuparono di me.

Subito dopo però iniziarono a correre voci sul vostro matrimonio
ancora non consumato.
Ero così giovane e Giovanni decise di aspettare almeno un anno.
L’Italia alla fine del XV secolo era un bocconcino appetitoso
per tutti gli stati confinanti. In primo luogo Francia e Spagna.
Per questo motivo noi Borgia eravamo sotto l’occhio del ciclone.
I nostri rapporti personali ed interpersonali erano attentamente
vagliati. Essendo poi una famiglia impetuosa e impulsiva non
erano valutati positivamente ricamandoci storie non vere a fini
politici e militari.
Gli spagnoli cioè gli Aragonesi erano signori del regno di
Napoli, i francesi miravano al ducato di Milano per via di Bona
di Savoia in Sforza sorella di Carlotta moglie di Luigi XI.
La posizione politica di mio padre era ovviamente per nascita e
per inclinazione a favore della Spagna, ma il mio matrimonio con
uno Sforza, non convinceva del tutto il re di Napoli Alfonso che
si sentiva minacciato da questo connubio.
Un anno dopo il suo matrimonio, le voci parlano di un grosso
scandalo in casa Borgia.
Nella primavera del 1494 a Roma iniziano ad insorgere i primi
casi di peste. Mio padre per paura del contagio decide di
mandarmi nella più sicura Pesaro insieme a marito e a Giulia
Farnese.
Succede il finimondo quando mio padre scopre che Giulia fugge da
Pesaro e raggiunge il marito Orsino. Purtroppo la notizia in
pochi giorni fa il giro di mezza Europa.
Il suo matrimonio comincia a vacillare…
Da Pesaro tornai da sola a Roma perché mio marito Sforza preferì
tornare a Milano. Temeva che prima o poi qualcuno gli chiedesse
di prendere una posizione: scegliere se stare con la mia
famiglia favorevole alla Spagna, o agli Sforza alleati dei
francesi.
Le pesava questa separazione?
Ero ancora tanto giovane e devo dire che mi faceva piacere
tornare a vivere nel palazzo di S. Maria in Portico a fare la
vita di sempre.
Ma suo marito fece tantissimi tentativi per portarla a Milano!
Io volevo stare a Roma fregandomene delle sue ragioni politiche.
Viste le insistenze di Giovanni, venne anche a Roma per
convincermi, la mia famiglia lo accusò giustamente di essere uno
sposo solo di nome e non di fatto.
Beh, l’intento era chiaro: matrimonio non consumato, quindi
nullo.
Giovanni mentì affermando che il matrimonio era stato più volte
consumato e quindi valido. Mio padre lo accusò di impotenza
ingiungendogli di provare la sua virilità, ma Giovanni si
rifiutò ed io, all’inizio frastornata, mi resi conto di non
essere amata.
Ma come poteva essere impotente suo marito, visto che la sua
prima moglie era morta di parto?
Mia cara io non so e non voglio sapere, se mio marito fosse
stato davvero impotente, quello che so è che non conoscevo i
piaceri del talamo nonostante fossi sposata da quattro anni.
Evidentemente non gli piacevo neanche un po’. Mi aveva sposato
solo per i vantaggi che pensava di trarre dal matrimonio con la
figlia di un papa.
Intanto a Roma lei viene esaminata e dichiarata virgo intacta,
il matrimonio è nullo.
La dichiarazione di annullamento avvenne il 20/12/1497. Ero solo
dispiaciuta dal clamore che aveva suscitato la mia vicenda.
Ma Giovanni Sforza fu costretto a firmare una confessione
pubblica di impotenza.
Ma almeno ebbe salva la vita.
Non fu così però per Pedro, suo pretendete dopo Giovanni. Fu
ritrovato cadavere nel Tevere per mano di suo fratello Cesare.
Eh sì ero davvero innamorata di questo cavaliere spagnolo. Fu
amore a prima vista.
Lei poco dopo si rifugia in convento…
Avevo solo 17 anni ed essere accusata dal mio ex-marito di
essere contemporaneamente l’amante di mio padre e di mio
fratello non mi rese per nulla felice.
Ma i bene informati dicono che lei fosse incita e il padre fosse
suo fratello Cesare o suo padre.
Fu un grande equivoco. Questo bambino battezzato Giovanni e
passato alla storia come “l’infante romano” era il figlio
illegittimo di mio padre e di Giulia Farnese.

Altro caso oscuro e doloroso di casa Borgia è la morte in
circostanze misteriose di suo fratello Juan. Fu ripescato
cadavere nel Tevere il 15/6/1497.
Credo che le ragioni di questo omicidio siano dovute al fatto
che mio fratello era un vero e proprio donnaiolo e sicuramente
sono solo dovute a malignità le voci che riportano che l’autore
fu Cesare, il quale lo avrebbe ucciso in quanto lo riteneva mio
amante e padre dell’infante romano.
Il 21 luglio 1498 il suo secondo matrimonio celebrato in
Vaticano.
Sposai Alfonso d’Aragona duca di Risceglie. Ma evidentemente ero
davvero sfortunata, le nozze finirono tragicamente.
Può spiegarne i motivi?
In quegli anni la politica del Vaticano pendeva dalla parte
della Francia e tutto questo francesismo che si respirava a Roma
allarmò Alfonso che si rifugiò dai suoi parenti, abbandonandomi
incinta e col cuore affranto.
Suo padre, per distoglierla dai suoi problemi di cuore, nel ‘99
le affida un grosso incarico politico.
La mia nomina a governatrice di Spoleto fece molto rumore.
Nonostante i miei pochi anni cercai di svolgere diligentemente
l’incarico.
Alla fine dello stesso anno tutto sembra andare per il meglio.
Alfonso, più per pressioni del padre che non vuole dispiacere il
papa, che per amore verso di me, torna a Roma. A novembre nasce
mio figlio Rodrigo.
Ma pochi mesi dopo l’epilogo della sua storia d’amore…
Alfonso viene ucciso nelle mie stanze. Io ero stata allontanata
con un pretesto assieme alla cognata di Alfonso.
Il mandante?
Non ci sono prove della colpa di mio fratello Cesare, ma non ce
ne sono nemmeno della sua innocenza. La spiegazione ufficiale è
che mio marito fosse morto a seguito di una brutta caduta.
Anche questa volta interviene suo padre, che per alleviarle le
pene la nomina governatrice di Nepi.
Come se bastasse a restituirmi mio marito!
Secondo Burcardo, suo grande accusatore, il 31 ottobre del 1501
lei organizzò assieme a suo fratello Cesare una sorta di sabba
satanico passato alla storia come "il ballo delle castagne".
Bucardo mente! Io non partecipai a quell’orgia! Immondo
spettacolo di prostitute nude che danzavano tra candelabri messi
a terra e raccoglievano con la bocca castagne sparpagliate sul
pavimento.
Ma subito dopo si prospetta un nuovo matrimonio, naturalmente
ancora per ragioni politiche. Cosa l’ha convinta?
Il candidato era Alfonso d’Este di Ferrara e quindi
l’eventualità di una vita lontano da Roma e dagli orrori romani.
In fondo avevo 21 anni e per me si stava aprendo un nuovo
capitolo.
Gli Este non accolsero benissimo la notizia. Questa parentela
coi Borgia non era particolarmente gradita…
Luigi XII in persona si scomodò per la riuscita di questo
matrimonio, ma Isabella d’Este sorella di Alfonso, appoggiata
dalla cognata Elisabetta d’Urbino, era la più contraria.
Purtroppo giravano troppo voci sul mio conto, false ed ingiuste.
Ma anche Alfonso non aveva nessuna intenzione di sposarla?
Sì non mi amava. Mi conosceva solo di fama, ma, quando mi vede
giungere a Ferrara, bionda e con gli occhi azzurri, venne preso
dall'incantesimo e cambiò decisamente idea…..

Le nozze vengono celebrate per procura il 30 dicembre 1501
Ero fermamente convinta a voltare pagina.
La storia parla di una festosa accoglienza quando entra in
Ferrara
Nonostante le premesse negative e la nomea che mi perseguitava
riuscii a farmi rispettare e a farmi volere bene dal popolo.
Ma il rapporto con suo marito non andava benissimo.
Mi rimane il rimpianto di non essere riuscita a farmi amare da
lui. Ero a conoscenza dei suoi continui tradimenti nonostante i
7 figli che riuscii a dargli.
Nonostante la sua condotta integerrima, c’erano voci di
relazioni extra coniugali anche da parte sua.
Le mie erano soltanto platoniche come quella col poeta Pietro
Bembo. Come esigeva la galanteria dell’epoca l’adorazione nei
miei confronti era rivolta verso l’ideale di donna che potevo
incarnare, e non alla carnalità della donna stessa.
Nel 1503 Papa Borgia ed il figlio Cesare vennero avvelenati
contemporaneamente.
Mio padre morì subito mentre Cesare sopravvisse per altri
quattro anni.
Alla morte di suo suocero Ercole d’Este lei diventò duchessa di
Ferrara.
Quel giorno scoprii che il passato è appunto passato. Ero
finalmente serena, i sudditi mi amavano e mio marito mi affidò
la reggenza della città in caso di sua assenza.
L’intervista è finita, mi rimangono sul taccuino alcune domande
che non sono riuscita a farle.
Lucrezia, lei fu davvero quella donna perversa che la
tradizione vuole?
Come ci si sente ad essere stata uno strumento docile e senza
volontà, merce di scambio per le mire ambiziose della politica
di suo padre Rodrigo, al secolo Papa Alessandro VI?
Fu davvero l’amante di suo padre e di suo fratello?
In caso di sua assenza Rodrigo le affidò davvero i compiti di
vice-papa?
L’immagine più nitida che ci rimane di Lucrezia è però quella
fissata da Victor Hugo nel romanzo a lei ispirato. Una donna
malvagia e perversa, protagonista di complotti e delitti, tra
veleni e pugnali.
Donizetti, che trasforma il romanzo in opera, la presenta così:
"Fuggite i Borgia, o giovani, dove è Lucrezia è morte" "Dove è
Lucrezia è morte".
Morirà di setticemia a seguito della sua ottava gravidanza nel
1509 all’età di 29 anni.

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