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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Madame Bovary
L'amore romantico
Finalmente a Jonville-l’Abbaye, è un piccolissimo paese in Normandia, effettivamente troppo stretto per questa signora raffinata, elegante e dai modi cortesi. In pullman, venendo sin qui, ho riletto velocemente la sua storia ed ora sono ancora più convinto che Flaubert non potesse scegliere occhi più languidi, più dolci per narrare le vicende di un’eroina romantica.
  (1857 Anno di pubblicazione)








 
Emma Bovary, simbolo dell’adulterio e personaggio contraddittorio, che incarna gli aspetti più passionali del Romanticismo. E’ l’emblema del sogno, della frenetica ricerca dell’ideale a scapito della realtà.

Ed è proprio questa continua illusione a spingere Emma prima a sposare il dottor Bovary, poi a divenire un‘adultera, infine ad indebitarsi per la smania del lusso, ed approdare alla morte quando si manifesta insanabile il conflitto fra illusione e realtà.

“Madame, cosa si prova ad essere il simbolo della fine di un’epoca?”
“Naturalmente non sono affatto d’accordo con Flaubert. Ancora oggi se mi guardo intorno non posso non privilegiare l’ideale rispetto alla realtà.”

“’Dio mio, perché mi sono sposata?’ Se lo chiede ancora?”
“Quella frase la ripetevo nei momenti di disperazione immaginando situazioni che non sarebbero mai potute accadere. Nessuno dei mariti che sognavo somigliava a Charles, mio marito. Ma in effetti ero abbastanza ingenua nel credere che un altro uomo avrebbe potuto calmare la mia sete di evasione.”

“Lei proveniva da una famiglia agiata di agricoltori benestanti, mentre suo marito era un modesto medico di provincia. Crede che questo abbia influito sugli sviluppi futuri?”
“No assolutamente. Guardi che la mia smania di vivere è iniziata molto prima di conoscere mio marito. Anzi, posso dire, che quel matrimonio rappresenta la mia prima fuga dalla realtà. Ricordo che per superare queste mie difficoltà mi immergevo nella lettura di romanzi e poesie."

“Madame, le sue letture preferite?”
“Paolo e Virginia di J. Henri Bernardin de Saint-Pierre e le poesie di Lamartine. Mi nutrivo di immagini di un mondo inverosimile intriso di grandi passioni che alimentavano ogni giorno la mia fantasia facendomi credere che ogni uomo fosse destinato ad essere un eroe. Sognavo una vita diversa, purtroppo al tempo socialmente e storicamente impossibile da vivere.

“Vivevate a Tostes, in un piccolo villaggio della Normandia...”
Charles Bovary era sposato con una ricca vedova. Impiegava il suo tempo visitando gli ammalati ed alcuni vicini, e fra questi anche mio padre. Quindi avevo modo di vederlo spesso... Chiese la mia mano dopo la morte della moglie ed io non potevo non accettare, insoddisfatta com’ero dalla pochezza di una realtà di gran lunga inferiore alle mie fantasie sentimentali.”

“Ha qualche rimpianto nei confronti di suo marito?”
“Charles è stato l’unico uomo che mi ha amata veramente, assecondando ogni mio desiderio, ma io ero stufa della vita insulsa di provincia. Per sottrarmi alle mie sofferenze ci siamo trasferiti fin qui, ma le ripeto, non era lui il problema.”

“Flaubert afferma che era particolarmente golosa.”
Trattiene a stento un piccolo sorriso
“Alla faccia della dieta, amavo le confitures, i gelati, gli sciroppi ghiacciati, i frutti, i liquori dolci….. Anche in quel caso ero portata a combattere le mie tensioni interiori adorando e fantasticando cene a lume di candela, coppe di champagne, i lussi della tavola elegantemente apparecchiata e sontuosamente imbandita. Insomma tutto ciò che nei miei sogni faceva da contorno ad un’avventura galante.”

“Come entra nella sua vita Leon?”
“La noia di vivere.”
Tira il fiato come per cercare le parole più appropriate.
“La mediocrità e la monotonia del ménage familiare, insieme alla mancanza di ambizioni di mio marito hanno facilitato quell’incontro. Nemmeno la nascita di mia figlia Berta, purtroppo, era riuscita a colmare il vuoto e a placare l’insoddisfazione. Continuavo ad essere triste e svogliata.”

“Chi era Leon?”
“Leon Dupuis era un giovane a dir poco affascinante che lavorava come praticante presso uno studio notarile. Mi avevano colpito la sua timidezza, la sua gentilezza. Lo consideravo la mia ancora di salvataggio, il compagno ideale dei miei sogni voluttuosi e per questo motivo mi sono lasciata corteggiare e soprattutto non ho avuto alcuna esitazione a diventare la sua amante.”

“Quindi un’adultera?”
“Ancora oggi quella parola fa un certo effetto! Lei s’immagini al tempo cosa poteva significare! E nonostante questo la mia smania di vivere intensamente non avrebbe mai accettato una condizione di donna relegata al solo ruolo di moglie e di madre. Vivevo di sogni, certo, ma anche di audaci realtà che mi costruivo ogni giorno.”

“Ci racconti l’incontro con il bel Leon?”
“Ricordo come se fosse oggi quando l’ho incontrato per la seconda volta all’Opera di Rouen. Vivevo un momento difficile, Rodolphe Boulanger era fuggito a Parigi ed io mi sentivo sola.”

“Rodolphe Boulanger? Quindi c'era già un altro uomo nella sua vita?”
Mi rendo conto di aver letto troppo sommariamente il libro.
“Leon, nonostante le sue dichiarazioni di affetto si era allontanato inspiegabilmente da me. E per Rodolphe fu abbastanza semplice accattivarsi le mie simpatie. Ero arrivata al punto di vedere in ogni uomo, che mi rivolgeva frasi romantiche, il grande amore della mia vita. Era un proprietario terriero. A distanza di anni lo definirei un seduttore, un dongiovanni, ma ero troppo accecata dall’amore per rendermene conto. Ero possessiva e romantica, gelosa e folle fino al punto di proporgli di fuggire insieme. Che stupida!” Scuote la testa. “Ma Rodolphe amava la sua libertà. Alla fine si rifugiò a Parigi, lasciandomi in preda ad una febbre cerebrale, quasi isterica.”

“Stavamo parlando di Leon…”
“Già. Dopo l’incontro di Rouen il nostro amore, la nostra passione, è rinata più forte di prima. Ho assaporato il gusto della “relazione pericolosa”, catapultata in un mondo che avevo sempre sognato, fatto di piaceri ed intimi segreti nella ricerca continua di una vita intensa, euforica e ricca di stimoli. Ma purtroppo il male di vivere mi portava ad essere perennemente insoddisfatta, insicura, estremamente possessiva ed alla fine sono stata io a lasciarlo, nella paura che anche Leon, come Rodolphe, prima o poi mi avrebbe abbandonata lasciandomi vagare nella più profonda disperazione.”

“In tutto questo erano inevitabili i debiti?”
Mi fissa incredula con i suoi occhi grandi e neri, come se la risposta fosse troppo banale.
“In qualche modo volevo dimenticare. Ero sempre più persa dietro le mie ambizioni. Disgustata dagli uomini, delusa da coloro che avevo considerato l’unica via di liberazione, credevo che il lusso, le spese folli fossero in qualche modo il rimedio alla mia malattia incurabile.”

“Perché l’arsenico?”
“Se avessi voluto suicidarmi avrei scelto una morte violenta, ma, nella mia lucida follia, desideravo con tutta me stessa avvelenare le mie sofferenze d’amore.”

“Suo marito l’aveva perdonata.”
“Nonostante la scoperta dei miei tradimenti sia con Leon che con Rodolphe, Charles aveva mantenuto intatto il suo amore perdonando ogni mia colpa. Ora vive i suoi giorni in una sorta di segregazione dal mondo, in compagnia della figlia e nel perdono più completo. Gli sono grata… per questo.”

“La sua figura di donna inquieta è diventata simbolo di insanabile frustrazione sentimentale. La magistratura ha condannato la sua vicenda processandola per oltraggio alla morale e alla religione.”
“Preferisco pensare di aver vissuto nel rifiuto della mediocrità.

“Madame, posso esprimerle le mie sensazioni?
“Certo mi dica.”

“Durante l’intervista ho avuto l’impressione che tutto ciò non la riguardasse. A volte mi è sembrata distaccata.”
“I critici e i benpensanti continuano ancora oggi a giudicarmi. In un certo senso ci sono abituata, ma per quanto mi riguarda, come nel mondo reale, la morte lascia tutto in sospeso e inalterato.”

“Già, come nel mondo reale…”
Cerco il contatto con la sua mano per fugare ogni dubbio. La saluto calorosamente. Guardo fuori, è quasi sera, la corriera per Parigi mi sta aspettando.

Madame Bovary è il primo romanzo di Gustave Flaubert. Appena pubblicato, fu messo sotto inchiesta per "oltraggio alla morale". Dopo l'assoluzione, il 7 febbraio 1857, divenne un bestseller.

Flaubert si ispirò alle vicende realmente accadute di una giovane donna di provincia, Delphine Delamare, del cui suicidio si parlò in un giornale locale nel 1851.

Il romanzo Madame Bovary è stato adattato per il grande schermo numerose volte, a partire dalla versione del 1933 di Jean Renoir. È stato anche l'argomento di una quantità di "mini-serie" televisive o sceneggiati. Il più considerevole fra questi adattamenti rimane la Madame Bovary cinematografica del 1949, diretto da Vincente Minnelli. Nel 1969, Edwige Fenech interpreta Emma Bovary nel film italo-tedesco: I peccati di Madame Bovary. Un adattamento cinematografico molto fedele al romanzo è invece quello del 1991 di Claude Chabrol, al contrario della produzione russa del film Salva e custodisci di Aleksandr Sokurov (1989) che si ispira al libro di Flaubert, ambientandolo in Russia, modificando i tratti di alcuni personaggi del romanzo e sottolineando l'erotismo degli incontri della protagonista con i suoi amanti.



 






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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http:/liberliber.it/biblioteca/
letteraturaalfemminile.it
lafrusta.homestead.com/
www.arcobaleno.net/
www.direnzo.it
Delirio.net
www.tuttonet.com
www.valsesiascuole.it
FOTO GOOGLE IMAGE







 
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