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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Mercedes de Acosta
Il genio della seduzione
Poetessa, drammaturga, costumista e celebrità mondana statunitense, ricordata dal grande pubblico più che altro per le sue relazioni lesbiche, con la Divina Greta Garbo, Marlene Dietrich, Alla Nazimova, Eva Le Gallienne, Isadora Duncan ed altre, da lei stessa raccontate nell'autobiografia pubblicata verso la fine della sua vita, nel 1960
(New York, 1 marzo 1893 - New York, 9 maggio 1968)


 

Chi è Mercedes de Acosta?
Sono nata nel 1893 a New York, ultima di otto fratelli, da una famiglia cubana di origini spagnole. I miei erano benestanti. Mia madre discendeva dal Duca di Alba.

Già da piccola sognava il teatro vero?
Invece di andare al parco a giocare, come facevano tutte le bambine normali, io mi recavo alle matinéè teatrali ed il resto del tempo lo occupavo leggendo Kant e Spinosa. Ero una bimba molto curiosa mi interessai al movimento delle suffragette che negli anni Venti sfilavano lungo la Quinta Avenue.

A 27 anni il matrimonio.
Mi sposai in chiffon grigio con Abram Pole, un pittore di dieci anni più anziano di me per fare piacere a mia madre.

Non le interessava il matrimonio vero?
Diciamo che non mi interessano gli uomini in genere.

… e non fa niente per nasconderlo...
Sono stata senza dubbio un’eccentrica, mi piaceva vestire unicamente di nero con pantaloni di taglio maschile. Al tempo adoravo indossare mantella e cappello a tricorno, scarpe appuntite con la fibbia di metallo. Mi sbiancavo la faccia con la cipria in modo da fare contrasto con le labbra che tingevo di rosso fuoco.
Questo tipo di abbigliamento le ha valso l’appellativo di Contessa Dracula.
Sì ma me ne infischiavo.

Certo, una mano gliel’ha data anche la sua famiglia! E’ vero che sua madre la vestiva da maschio?
… e mi chiamava Rafael. In ogni caso anche gli anni di collegio trovarono terreno fertile…

In seguito iniziò a frequentare locali ambigui e cabaret a luci rosse accompagnata da belle signore.
Adoravo frequentare persone di elevata cultura impegnate nel campo dell’arte. Ricordo la danzatrice Isadora Duncan, la ballerina russa Tamara Karsavina, ed Eleonora Duse. Ma soprattutto in quel periodo pubblicai libri di poesia, romanzi, e quattro miei testi teatrali erano contemporaneamente in cartellone a New York, Londra e Parigi.

I suoi temi preferiti?
L’amore e l’eros nei suoi aspetti omosessuali, ma anche la passione attraverso l’incesto e l’adulterio. La critica mi salutò come una promessa della drammaturgia americana.

Ma le cose si mettono male per la sua famiglia.
Mio padre perse tutto il patrimonio e si suicidò gettandosi da un ponte, poi è la volta di mio fratello Hennie a suicidarsi, ed a breve distanza morirono mia madre ed una sorella.

Nel 1931 decise di tentare la carta di Hollywood.
Ero determinata a sfondare come sceneggiatrice.

La descrivono come un soggetto ambizioso, che desiderava emergere, distinguersi, e soprattutto stupire.
La fantasia non mi mancava, ma quello che volevo era stupire e per farlo scrivendo, ci sarebbe voluto troppo tempo, mentre io non avevo pazienza.

Conobbe Greta Garbo e scoppiò il grande amore.
Avevamo solo voglia di stare sole lontane da occhi indiscreti. Andammo in vacanza insieme, mi ricordo che le scattai le uniche fotografie in topless.

Fu una relazione a fasi alterne?
In genere ero io ad inseguirla, effettivamente era lei ad avere il controllo della situazione. Stavamo bene per lunghi periodi poi distanti per altri a seconda dei suoi capricci. Ma quando prendevo una nuova sbandata era Greta a rifarsi viva.

Tra queste sbandate c’era anche la figlia del viceconsole americano a Livorno?
Sì vivemmo per circa un anno insieme a Parigi.

Sempre senza dimenticare la Garbo…
Le scrivevo poemi d’amore e in cambio ricevevo le richieste più prosaiche: che le comperassi scarpe, che le ordinassi vestiti, che le trovassi una domestica…

Qualcuno la definì la Lesbica Ossessionata e che la Divina era solo succube delle sue avances passionali.
Guardi che il rapporto andò avanti per più di trent’anni e s’incrinò solo quando nel 1960 pubblicai una mia autobiografia - Here lies the heart (Qui giace il cuore) - corredata dalle foto a seno nudo di Greta per poi rompersi definitivamente quando, ormai in miseria nera decisi di vendere le “lettere d’amore” ricevute da lei.

Le sue rivelazioni causarono la rottura di numerose amicizie con la maggior parte delle sue amiche.
Loro avrebbero preferito mantenere segreta la propria (omo)sessualità. Ricordo Eva Le Gallienne, furiosa per le rivelazioni, che si sbarazzò di qualunque oggetto che le ricordasse la nostra relazione.

Si racconta che una delle amiche messe a nudo commentò giocando sul doppio senso in inglese di "lies" ("giace" e "mente"). E cioè, "Qui mente il cuore"..
I fatti sono circostanziati. Le capisco ma è tutto vero quello che ho scritto.

Un altro suo amore fu Marlene Dietrich… Come la conobbe?
La incontrai durante un ricevimento, nella cucina della casa. Mi ero rifugiata lì piangendo disperata. Greta al tempo mi faceva soffrire e lei carinamente mi consolò.

E la invitò a cena a casa sua….
Dopo pochi giorni lei mi riempiva di orchidee ed io le scrivevo lettere d'amore. Iniziavano con "tesoro mio", e finivano "Il tuo principe bianco".

Vera attrazione o solo vendetta verso la più famosa e rivale Greta?
Ci amavamo e non c’era nessuna vendetta da parte sua, tanto che vivemmo una specie di triangolo a distanza che naturalmente fu molto chiacchierato...

E’ vero che dormiva con una Colt sul comodino?
Ero terrorizzata dalla depressione e il suicidio covava nella mia mente. Per cercare pace partii per l’India, mi misi sotto la guida di un guru, ma non servì a nulla...

Muore nel 1968 a 75 anni, con lei ci sono un gatto e una sorella. Qualcuno dice che al momento del funerale, dall’altra parte del marciapiede ci fosse un’irriconoscibile Greta Garbo.
Venne sepolta con sua madre e sua sorella, Rita de Alba de Acosta al Trinity Cemetery a New York.


 







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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:

FOTO GOOGLE IMAGE







 
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