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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Penelope
Per amore
Figura della mitologia greca, moglie di
Ulisse, attese per vent'anni il ritorno di suo marito, partito
per la guerra di Troia, crescendo da sola il piccolo Telemaco ed
evitando di scegliere uno dei nobili pretendenti alla sua mano,
anche grazie alla famosa tela: di giorno la tesseva disfacendola
di notte. Avendo promesso di sposare uno di loro al termine del
lavoro rimandava così all'infinito la scelta.
DI ELISELLE
E’ stata dura arrivare fino a qua, in
questa piccola isola dello Ionio. Ringrazio con gentili
sorrisi e monete sonanti i pescatori che mi hanno
accompagnato al porto di Itaca e scendo dalla barca,
stando ben attenta a non scivolare coi miei calzari
inusuali. Il sole caldo, i riflessi del mare, la brezza
leggera: questo sembra davvero essere un luogo ideale
per vivere in serenità. Mi chiedo solo perchè a Ulisse
sia venuta questa folle idea di partire per combattere
una guerra che non è nemmeno sua, lontano da qui. Sono
passati anni, chissà dove sarà in questo momento: lo
danno per disperso. Porto sul capo con delicatezza la
stoffa del peplo per proteggermi dai raggi cocenti e mi
avvio verso il palazzo del re: sarebbe meglio dire “il
palazzo della regina” visto che da qualche anno a questa
parte c’è solo lei a tirare avanti questo piccolo
gioiello, che vive di agricoltura, allevamento e pesca.
Attraverso il cortile, salgo gli scalini di pietra,
entro stando ben attenta a non calpestare gli uomini
assiepati un po’ ovunque, ebbri di vino e addormentati
chissà da quanto.
Hanno belle vesti, devono
essere principi o nobili, ma il loro aspetto è davvero
terribile: ieri sera devono aver esagerato con festini e
divertimenti. Mentre scivolo leggera verso la sala del
re, uno di loro si sveglia dal torpore e fischia
debolmente per farmi intendere la sua approvazione, ma
io lo ignoro e passo oltre. Giunta infine a
destinazione, mi guardo intorno e non vedo nessuno, solo
i resti di un banchetto opulento, un enorme arco di
legno che funge da pezzo di arredamento a un lato della
sala, e un cane che gusta un osso rimasto dalla sera
prima, in un angolo. Faccio per chiamare qualche ancella
perchè mi annunci, quando all’improvviso sento una mano
che mi prende il braccio strattonandomi, e un’altra mi
si appoggia sulle labbra. Il tocco è delicato. E’ una
donna e mi parla sottovoce.
“Vieni e fai
silenzio. Andiamo in un posto tranquillo, lontano da
orecchie e occhi indiscreti.”
Il cane si mette
sull’attenti. Annuisco con la testa e mi volto: davanti
a me ho una femmina di rara bellezza, coi capelli
nerissimi e lunghi, intrecciati con un nastro blu, un
naso importante ma ben fatto, due labbra morbide e
carnose e una pelle bianca e curata, unta con un olio
profumatissimo. Porta un peplo color azzurro, come il
mare di Itaca, fermato con uno spillone d’oro. Mi
sorride, ma il suo è un sorriso incerto, malinconico.
“Sei qui per l’intervista. Non nego che ti
immaginavo diversa.”
Rido per nascondere
l’imbarazzo. Mi rendo conto che, nonostante il mio
travestimento per confondermi, il mio aspetto possa
sembrare troppo moderno. I miei capelli sono
eccessivamente corti, e non si possono acconciare con
trecce e spille alla maniera greca. La mia pelle
abbronzata mi fa apparire più una contadina che una
giornalista: qui le donne di una certa levatura sociale
e di certi ambienti devono avere la pelle bianchissima,
proprio come quella di Penelope. E’ segno di nobiltà.
“Vieni, andiamo nelle mie stanze.”
Con il
sospettoso cane alle costole, salgo alcuni scalini e
percorro un lungo corridoio, sbirciando di qua e di là:
passo davanti a una particolare e bellissima camera
nuziale, con un letto intagliato in un grande albero,
infine mi trovo in un ambiente luminoso, adornato di
fiori freschi, con un telaio al centro, due sgabelli e
una grande finestra che permette di vedere a est. La
regina mi invita a sedermi intimando al cane di starsene
buono: “Argo, a cuccia, bravo” e così, nella
tranquillità del mattino, iniziamo la nostra
conversazione.
Come convive con la solitudine
forzata dei sensi? Faccio decine e decine di bagni
freddi durante il giorno. E ultimamente, mi sono buttata
sul cucito. Rimango un po’ sorpresa dalla risposta.
E’ davvero molto bello qui... E ora è molto
grande, e vuoto. Da quando mio marito è partito non è
stato più come prima, e qui mi sento molto sola. Mio
figlio Telemaco e il mio cane, la nutrice e le ancelle
non bastano a riempire il vuoto che sento.
Vuoto?
Beh, la sala è piena di rimasugli di un banchetto, e
l’entrata è piena di uomini... Uomini? E quelli li
chiami “uomini”?! Oh mia cara, tu non hai idea! Da
quando si sono insediati in casa mia, ho triplicato le
spese per cibo, vino e pulizie. Non sai che scocciatura
avere per casa dei pretendenti che con la scusa di
corteggiarti e di sposarti mangiano a sbafo e imbrattano
la memoria di tuo marito, mettendoti pulci nelle
orecchie e alludendo a cattiverie inimmaginabili! Sono
ospiti indesiderati, ma come faccio, io che sono donna e
sola, a dirglielo?
Non deve essere facile, in lei
pulsano rabbia e rassegnazione. La guardo mentre si
scosta una ciocca di capelli dal viso e la rimette in
ordine, intrecciandola e fermandola col nastro.
Capisco. Ma tra di loro non c’è proprio nessuno che le
interessa? Io mi sono sposata, ho fatto una scelta e
mantengo fede alla mia scelta. Giusta o sbagliata che
sia, non verrò meno ai patti. Mi potrai dire che il
matrimonio è un contratto in cui quella che ci perde di
più è la donna, ma non mi interessa: io amo mio marito,
e sono disposta ad aspettarlo fino alla fine dei giorni,
se è necessario.
Così non ha risposto alla mia
domanda. Una vera signora non risponde.
La sua
decisione e la sua riservatezza sono un muro davanti a
cui mi fermo. Sembra che dal marito abbia imparato anche
l’astuzia e la diplomazia nel dare le risposte. Cerco di
scavalcare il muro, e di penetrare nel suo cuore.
Ma in confidenza, da donna a donna? In
confidenza... nel senso che non lo scriverai?
Promettimelo. In questo caso, ti posso dire che sì,
qualche maschio interessante ci sarebbe. Nulla di serio
ovviamente: lo riterrei il classico uomo per una notte,
ma ti dirò, non lo faccio. Certo, provo una grande
soddisfazione intimamente quando mi fanno i complimenti
per la mia bellezza, ma non voglio di più. Non sono più
giovanissima, sapere di essere così desiderata in un
certo senso mi inorgoglisce... non scriverlo mi
raccomando! Sennò l’immagine di moglie e madre virtuosa
e fedele scomparirà all’istante! Lo sai che gli uomini
dividono il mondo in prostitute e spose vero?
Annuisco stancamente. In tanti secoli è cambiato poco da
questo punto di vista, purtroppo.
Lo so, lo so
fin troppo bene. Che cosa intendeva prima con
“allusioni” e “pulci nelle orecchie”? Ah, quelle non
mancano mai. La prima cosa che ti dicono quando tuo
marito si allontana per un po’ di giorni, è: “Sei sicura
che non vada a letto con un’altra donna?”. Non è
difficile immaginare quindi che cosa ti dicono se tuo
marito sta via anni e anni! Me ne sono sentita riferire
di tutti i colori: pescatori che tornavano dal mare
aperto e dicevano di aver incontrato altri pescatori che
ne avevano incontrati altri e altri ancora, che
raccontavano di aver visto una nave con un gruppo
sparuto di uomini in preda alle lusinghe di sirene,
streghe, dee e semidee o figlie di re. Ma se dovessi
credere a tutto quello che mi riferiscono, diventerei
pazza non credi?
E... se fosse vero? Lo
perdonerebbe? Lo butterei a calci fuori dal palazzo!
Altroché! Ma non prima di aver passato tre giorni e tre
notti a letto con lui.. la solitudine mi uccide! Quanto
mi sento stupida, sai? Mio marito è partito con
Agamennone, per recuperare da Troia una donna, anni fa.
Una donna! Ma dico! Per una sciacquetta da quattro
monete e un uomo che non è riuscito a tenersela stretta,
partono con mille navi? Gli uomini sono pazzi! Dicono
che Troia abbia capitolato e sia caduta già da anni, e
ancora Ulisse non si vede! E io qui, che respingo
profferte amorose: là fuori c’è una selva di... insomma
ci sono uomini che mi vogliono, e io non sono disposta a
cedere!
Insomma, tutt’altra storia rispetto a
Clitennestra... Quella è completamente fuori di
testa! Trovarsi l’amante e gozzovigliare con lui nel
letto ancora caldo dopo la partenza di suo marito!
Ammazzare il marito nella vasca da bagno, ma si può?!
Che donnaccia...
Beh, vista da un altro punto di
osservazione, in fondo anche lei aveva le sue ragioni:
il marito le ha ucciso la figlia in un sacrificio, si è
trovato una concubina ad ogni angolo, non era proprio
uno stinco di santo lui... Sì, ma tutto questo non
giustifica questa violenza!
Penelope è veramente
una donna virtuosa. Me ne accorgo dalla forza con cui
sostiene le proprie idee contro la falsità e la
violenza. E se sapesse che suo marito ha permesso di
conquistare una meravigliosa città con l’inganno,
contribuendo con il suo ingegno al ché la violenza dei
greci si riversasse nelle strade di Troia e uccidesse,
bruciasse, violentasse? Decido di non dirglielo, e mi
accingo a farle una domanda più intima.
Come
convive con la solitudine forzata dei sensi? Faccio
decine e decine di bagni freddi durante il giorno. E
ultimamente, mi sono buttata sul cucito.
Rimango
un po’ sorpresa dalla risposta.
Il cucito? Sì,
vede questa tela? La intreccio durante il giorno, mentre
una mia ancella fila la lana. E di notte, quando tutti
dormono, vengo qui e la disfo. E’ un buon esercizio,
perchè in questo modo non la finisco mai e ho sempre
qualcosa da fare. E’ diventata anche un’ottima scusa per
rifiutare di sposare questo o quell’altro pretendente.
Mantenere la mente occupata è un buon metodo contro le
vampate di calore!
E ha intenzione di continuare
così all’infinito? No, non all’infinito. Fino a
quando tornerà a casa mio marito!
La sua
decisione e la sua sicurezza mi colpiscono. E’ forte e
abituata ad affrontare le avversità e le difficoltà, ma
ha anche un’infinita pazienza: una moglie modello, così
preoccupata di intaccare la propria immagine immacolata.
Ne vale la pena? Guardo fuori dalla finestra e vedo che
il tempo è volato. Ringrazio Penelope per la sua
infinita gentilezza e mi congedo da lei. Dò un buffetto
al cane che ormai si è abituato alla mia strana
presenza, dò un’ultimo sguardo alla tela che oggi è
rimasta in sospeso, torno sui miei passi prendendo
un’uscita diversa ed evitando i pretendenti. Giungo al
piccolo porto e richiamo gli uomini con la barca. E’ ora
di tornare a casa.
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INTERVISTA A CURA DI ELISELLE
FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
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