|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Rita Hayworth
La dea dell'amore
"Gli uomini vanno a letto con Gilda e
si risvegliano con me." Nata
a Brooklyn (New York) il 17 ottobre del 1918. Bellissima e fatale,
nei suoi film come nella vita. Margarita Carmen Cansino, questo il
suo vero nome, è una leggenda nata a metà degli Anni Quaranta
(Perth, 7 maggio 1828 – Perth, 23 dicembre 1897)
Mi accoglie nella sua casa di Manhattan
seduta su un divano di velluto rosso. I suoi capelli
rosso fuoco, dalle morbide onde a toccare le spalle,
superano i tempi e le mode. Come il suo fascino
immortale e il suo sorriso perfetto. Infatti mi sorride
immediatamente...
"Come vede sono ormai da museo
delle cere, molti dei miei amici non sanno se sono morta
o ancora in vita. Lei viene dall’Europa vero? Che onore,
un giornalista che ha attraversato l’oceano per
intervistare una povera vecchia!" Sorride ancora
"Vogliamo passare all’intervista? " Faccio
difficoltà a parlare. ma provo.
"Suo padre
Eduardo Cansino era un famoso ballerino." "Ricordo
ancora l’emozione quando a 12 anni mi sono esibita per
la prima volta con lui da protagonista."
"Aveva
avuto già altre esperienze di palcoscenico, vero?" "A
quattro anni ero già una bambina prodigio tanto che i
miei genitori mi inserirono nel loro numero "The Dancing
Cansinos". Riscuotevamo un grande successo nei locali
della costa orientale degli Stati Uniti."
"Nel
suo viso di bambina, traspare fin da subito un
conturbante sex appeal..." "Forse sarà stato per
questo o forse perché nelle mie esibizioni non mi
limitavo a ballare. Avevo quindici anni quando un agente
della Fox si interessò a me. Mi affidarono subito una
parte in “La nave di Satana”, tratto dall'inferno
dantesco. Era il 1935 e mi sentivo pronta per il grande
salto."
"Prima dei vent'anni è sposata con un
uomo che aveva il doppio della sua età…Edward C. Judson"
"Un rappresentante di automobili che ha avuto
l’intuizione di vedere in me una stella nascente. E’
stato il mio primo press-agent. Grazie a lui ho potuto
firmare il contratto con la Columbia e mi avviavo a
diventare qualcosa di più di una bella e brava
ballerina."
"Da Margarita Carmen Dolores Cansino
a Rita Hayworth." "Col mio nome vero lavoravo nei
night club come ballerina ed in particine nei film della
Fox. Fu Harry Cohn, boss della Columbia, a cambiarmi il
nome in Rita Hayworth"
"Come mai questo nome?"
"Rita era il mio diminutivo mentre Hayworth era, con
l’aggiunta di una “y”, il nome di mia madre la showgirl
irlandese Volga Haworth."
"Il cambiamento non
avvenne solo sul nome…" "Mi sottoposi a diverse
trasformazioni. Mi cambiarono il colore dei capelli da
corvini a rossi, mi incapsularono i denti, dicevano che
i miei erano troppo radi. Mi alzarono l'attaccatura dei
capelli di circa un centimetro e mi ritoccarono
chirurgicamente gli zigomi e gli occhi. Per un errore
del chirurgo una palpebra mi è rimasta sempre abbassata
tanto che dovevo portare sempre le ciglia finte per
mimetizzare il difetto."
"Le cronache del tempo
parlano di numerosi corteggiatori." "Mi sono sposata
sei volte, di cui due con Orson Welles. " Ride
"Nel ’41 arrivò il successo." "Dopo una trentina
di film minori finalmente arrivò l’occasione con “Bionda
fragola”. La gente cominciava ad apprezzare le mie doti
professionali."
"Ma il suo straripante fascino
avrà pieno riconoscimento nel 1946! Il film Gilda di
Charles Vidor la consacra al mito." "La sceneggiatura
sembrava scritta apposta per me. Gilda era una donna
provocante e sensuale, una dark lady , che portava alla
rovina decine di uomini. Questo personaggio mise in
risalto il mio temperamento drammatico, carattere che
non era riuscito fuori nei precedenti film. "
"Nonostante altri film di successo come “Sangue e
arena”, “Trinidad” e tanti altri ancora sarà Gilda per
sempre." "Credo che quell'accenno di spogliarello,
quando mi toglievo i lunghi guanti al ritmo di "Put the
blame on mame" e "Amado mio" , mi abbia dato davvero un
successo clamoroso in tutto il mondo, tanto che il nome
Gilda venne scritto sulla bomba atomica fatta esplodere
sull'atollo di Bikini."
"Si credeva al tempo che
il suo ex marito, Orson Welles, le avesse fatto
interpretare "La signora di Shanghai" per distruggere il
mito di Gilda." "Ho pensato molto a questa cosa, in
effetti Orson mi trasformò dalla rossa e sensuale Gilda
alla fredda bionda platino e assassina. Quando alla fine
del film morivo dopo una sparatoria, il pubblico provava
una dolorosa sensazione di abbandono."
"Da questo
momento in poi fu un trionfo." "Il nuovo look da
femme fatal mi consacrò nell'Olimpo delle più grandi.
Devo dire anche più ricercata anche nei ruoli da
interpretare. Mi definivano tentatrice sensuale e poi
donna misteriosa, irraggiungibile. Sa che le dico? In
molte hanno provato ad imitare il modo di sfilarmi i
guanti di satin nero... Oddio, ogni tanto rivedo quel
fotogramma, direi unico!"
"Forte temperamento e
un’enorme carica sensuale!" "Già. Sono entrata
nell’immaginario erotico di parecchi maschietti. Sono
diventata subito negli anni del dopoguerra la donna più
desiderata dagli uomini di tutto il mondo. Una specie di
bomba sexy! Naturalmente tutto ciò non poteva che farmi
piacere!"
"E’ vero che era solita pronunciare la
frase "Mi piace l'odore dei cavalli e dei tori"?
"Veramente non lo ricordo, ma platee e platee maschili
di tutto il mondo giuravano di avermi sentito sussurrare
questa frase."
"Dopo il divorzio da Orson Welles,
incontrò il principe Alì Khan in Costa Azzurra." "La
casa di produzione aveva combinato l'incontro per
rilanciare la mia immagine, sbiadita dopo i fiaschi
degli ultimi film realizzati con il mio ex marito. Direi
un vero e proprio pettegolezzo guidato, complice Elsa
Maxwell, la regina dei pettegolezzi di Hollywood, ma la
situazione sfuggì loro di mano. Tra me e il Principe
scoppiò davvero il colpo di fulmine. Nel 1948 quando ci
sposammoi ero già incinta di due mesi."
"Quindi
tornò su tutte le prime pagine dei rotocalchi
americani?" "Purtroppo non andò come previsto, il
matrimonio mi costò l'ostracismo in patria, la
Federazione Generale del Club delle Donne Americane
propose di boicottare i miei film in quanto screditavano
l'immagine della donna americana, per via della mia
vita, secondo loro, scandalosa. Per questo e per altri
motivi, dopo la nascita di Yasmine, il matrimonio finì."
"Molte critiche vennero anche dall’Europa…"
"Direi più che critiche! Alì Khan era figlio del
ricchissimo Aga Khan, uno dei capi spirituali
dell'Islam. Le nostre nozze subirono la condanna
ufficiale del Vaticano che arrivò addirittura a
scomunicami e a dichiarare "figlio del peccato",
qualsiasi frutto di quella unione."
Scuote la
testa, prende la foto di Yasmine incorniciata in
argento.
"Quale fu la reale causa della fine di
quel matrimonio?" "Alì aveva sposato Gilda, ma Rita
voleva una vita normale e ben presto lui riprese il
vecchio rapporto con la sua ex, l'indossatrice Bettina,
il vero amore della sua vita, e con tutte le donne che
non resistevano al suo fascino e a quello dei suoi
soldi."
"Ci saranno altri matrimoni in seguito,
con il cantante argentino Dick Haimes e il produttore
James Hill, amicizie sentimentali con Ernest Hemingway e
Cary Grant." "Di flirt occasionali me ne hanno
attribuiti tantissimi! Non tutti furono veri…" Ride
spensierata, è un’immagine bellissima "La storia con
Gary Grant, purtroppo è finita per il moralismo
bacchettone delle case di produzione. Mentre con Ernest
Heminguay ci fu una grandissima amicizia, ma lui venne
accusato di avermi attaccato il vizio della bottiglia."
"Malgrado tutto ciò, il grande cinema non è mai
stato molto prodigo di riconoscimenti con lei." "In
effetti basti pensare che l'unico riconoscimento
artistico della mia vita risale al 1965 quando grazie al
film Il circo e la sua grande avventura ottenni una
nomination (e solo quella) ai Golden Globe."
"Dopo il matrimonio con Alì Khan, iniziò il suo declino
e Hollywood la ripudiò dimenticandola..." "Proprio
me, che ero stata una delle attrici più disponibili e
meno capricciose dello star-system. L'Atomica
fotografata su Life durante la guerra, la pin up più
amata da tutta l’America che si prodigava a firmare
autografi nelle caserme e negli ospedali….. "
"Si
rende conto di aver fatto letteralmente impazzire
generazioni e generazioni americane?" "Oltre
all’Atomica mi affibbiarono diversi soprannomi tra i
quali Dea dell'amore e Ruggine per il colore dei miei
capelli. Certo che sono contenta, da queste parti non è
facile rimanere nel cuore della gente così a lungo."
"Nella sua carriera ha girato sessanta pellicole,
non tutte da ricordare, ma è stata un mito." "Credo
che il più bel commento mi sia stato fatto dal
presidente Roosevelt che mi definì: "Non tanto una
donna, quanto una formidabile istituzione americana".
Dai critici invece venivo considerata - un corpo esibito
nel ballo, il puro piacere della visione - oppure -
Un'atomica del cuore di ghiaccio e di burro, furba e
ingenua contemporaneamente -."
"Com'era in realtà
Rita Hayworth?" "Ambiziosa, caparbia e di contro
molto pigra, ma se intuivo che qualcosa potesse servirmi
ad incrementare la mia immagine, o che giovasse ai miei
interessi, diventavo dinamica e superattiva."
"E
l’amore?" "Sono sempre stata innamorata di me stessa,
cercavo l’amore, ma lo confondevo spesso con le mie
tante infatuazioni."
"Perennemente in conflitto
con se stessa….." "Ero forte e nello stesso tempo
debole poiché non sapevo accettare la mediocrità e non
mi sentivo pienamente apprezzata, realizzata come donna,
per quello che ero davvero, al di là dell'immagine
cinematografica. Non ero nata fortunata, quello che ho
ottenuto nella mia vita è stato solo merito mio."
"Avrebbe potuto essere più felice?" "Difficile!
Tendevo ad incolpare gli altri di quello che non andava,
mai me stessa, spesso mi ritenevo una vittima. Ho avuto
molto dalla vita, ma la costante insoddisfazione, il
voler fare le scelte nel mito di "Gilda" e vivere
contemporaneamente una vita da donna normale, magari
andando a letto con i bigodini e il viso impiastricciato
di crema, mi ha impedito di goderne appieno…"
La
sua salute comincia a peggiorare già negli Anni
Sessanta. Soprattutto crisi depressive. In seguito
molte pellicole scadenti e il suo vizio per l’alcool,
l’accompagnano verso un triste ritiro. Muore il 18
maggio 1987 a New York, all’età di 69 anni colpita dal
morbo di Alzheimer Quel giorno spariva una delle ultime
grandi stelle di Hollywood, che nella sua lunga e
prolifica carriera, aveva incantato col suo enorme
fascino milioni di persone. Ha avuto solo il conforto di
mia figlia Yasmin, avuta dal terzo marito, il principe
Alì Khan che le resterà accanto fino all'ultimo.
Malgrado la scomunica di quarant'anni prima, viene
tumulata nel cimitero cattolico di Culver City. La sua
tomba è tuttora meta di pellegrinaggio di ammiratori.
Non per nulla la bellissima attrice era soprannominata
The Love Goddess, la dea dell'amore... Per il suo
contributo all'industria cinematografica la sua stella
splende nella Walk of the Fare al 1645 di Vine Street.
|
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|