|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Veronica Franco
La dama dei sensi
Nata a Venezia nel 1546 fu cortigiana e
poetessa. Ricercata per la sua bellezza e per il suo fascino,
fu anche una donna di lettere ed una poetessa dotata di
sensibilità squisita.
Veronica iniziò “la sua arte” fin da
giovanissima guidata dalla madre, anch'ella rinomata cortigiana,
che le insegnò tutti i segreti dell'eros. Si sposò a 18 anni con
un maestro di medicina da cui si separò per meglio esercitare la
sua professione.
(Venezia, 1546)
Si dice che fu madre di sei figli.
La sua vita è avvolta da leggenda e mistero: un dato
certo è che dovette subire un processo di stregoneria
dall'Inquisizione nel 1580, con l'accusa di aver
circuito i propri amanti e di averli sottratti ai loro
doveri coniugali con "magie e sortilegi". Si difese
con tanto ardore e passione che riuscì a convincere i
giudici della propria innocenza, provando che le accuse
infamanti da parte del precettore del figlio Anchiletto
- tale Ridolfo Vannitelli - erano state solo il frutto
dell'invidia e della collera di un amante respinto.
Mi accorgo che sono già le 17,00 e non ho ancora
preso il battello. Attraverserò questa “Magnifica
Vecchia Puttana imbellettata” tra calle e ponti ed in un
sinuoso ondeggiare giungerò al palazzo di Santa Maria
Formosa, custode di famosi sospiri. Davanti al
palazzo in perfetto stile ‘500 mi sembra d’immergermi in
un’altra epoca, mi sembra di vedere in alto dalle
finestre sporgere donne che liberamente mostrano la loro
mercanzia senza pudori e che con voce sicura e calda mi
chiamano. Finalmente entro nel salotto che ha visto
riunirsi Domenico Venier ed altri intellettuali nel
quale la musica e la poesia erano il centro del mondo.
Mi siedo ed attendo, nel frattempo mi guardo in giro con
fare curioso come per carpire chissà cosa. Si apre la
porta, mi alzo di scatto preso soprapensiero, ecco
Veronica finalmente. Bella nel suo abito blu indaco
molto scollato , con i capelli raccolti di un caldo
rosso Tiziano e un ciondolo che scende dritto
nell’incavo del seno.
Le dispiace se
iniziamo subito l’intervista? Stasera ho un appuntamento
galante a palazzo Venier e non sono ancora pronta…
Nonostante un matrimonio quando era ancora
una bambina ha poi scelto di fare la cortigiana, perché
questa scelta? La posizione di cortigiana mi
permetteva di studiare di avere la mia libertà ed
indipendenza mentre le nobil donne non potevano né
studiare né prendere decisioni al di fuori della
conduzione dei lavori domestici, io potevo leggere tutti
i libri che volevo interessarmi di arte, poesia ricevere
nel mio salotto i grandi intellettuali del tempo.
Proprio per queste mie amicizie sono arrivata anche a
conoscere il Tintoretto che mi ha anche dedicato un
bellissimo ritratto.
E suo marito?
Il mio matrimonio finì ben presto anche perché io amavo
un altro nobile che però si era sposato con un’altra.
Finito il mio matrimonio non mi restava che diventare
cortigiana perché la mia LIBERTA’ valeva più di ogni
altra cosa e poi mi creda non era così male quel
mestiere mi ha consentito di essere accettata dalla
Serenissima senza essere discriminata o penalizzata come
invece era avvenuto ed accadeva in altri luoghi o
momenti storici, quando il mestiere di meretrice
significava perdere i diritti civili, quindi essere
comparata ai lebbrosi e agli ebrei. Non ho mai sentito
il bisogno di vergognarmi o celare la mia professione:
E se ben “meretrice” mi chiamate, o volete
inferir ch’io non vi sono, o che ve n’en tra tali di
lodate. Quanto le meretrici hanno di buono quanto
di grazioso e di gentile, esprime in me del parlar
vostro il suono.
Crede di aver
lasciato un segno più come cortigiana “honesta” o meglio
come venditrice d’amore o come poetessa?
C'erano due categorie di cortigiane: quelle di basso
rango che vivevano in case malsane e che erano
frequentate dal popolino e quelle d'alto rango, queste
ultime erano invidiate soprattutto dalle nobildonne,
schiave di mille regole, per la libertà che esse
godevano e per le importanti amicizie che potevano
assicurarsi. I loro abiti erano elegantissimi, famose
erano le chiome biondo-rossastro. Io credo anzi spero
che il mio essere intellettuale abbia lasciato un segno
ma penso anche che non sarei diventata così famosa se
non fossi stata anche cortigiana. Diciamo che il mio
mestiere è servito alla mia popolarità.
E’ vero che in quel periodo si poteva essere inquisiti
per sodomia ed omosessualità? Sì è vero devo
dire invece che la prostituzione femminile era vista
come incentivo al turismo ed al commercio quindi veniva
tutelata ed agevolata.
Ci può raccontare cosa è accaduto con il
vescovo Raffio Venier?
Beh quello è un episodio che racconto volentieri
perché ancora mi ribolle l’anima solo a pensarci: Il
vescovo Venier mi aveva diffamata davanti a tutti e
quindi dopo aver avuto un battibecco a suon di sonetti,
dimostrando che la mia cultura e capacità letteraria non
era meno della sua, dovetti ricorrere alla spada. Fu un
vero e proprio duello poi interrotto. Ho comunque
dimostrato che nessuno nemmeno un vescovo (sappiamo
quanti alti prelati fossero già passati nel mio letto)
non doveva permettersi di diffamarmi. Ho pagato
successivamente i miei impeti di libertà con un’accusa
di stregoneria, ma grazie alle mie amicizie e anche alla
mia eloquenza sono riuscita ad uscire indenne dalle
grinfie dell’inquisizione e libera più di prima.
E del suo incontro con Enrico III futuro re di
Francia? Incontro di una notte e questo mi
basta, per il resto nessun commento perché mi piace
tenere qualche ricordo anche per me.
Cosa
fu per Lei la Casa del Soccorso? Le
cortigiane malate in stato di bisogno e le ragazze madri
potevano trovarvi riparo ed io ho fatto di tutto perché
nascesse, era come riempirmi di carica spirituale e
nuova linfa ogni volta che riuscivo a farne sorridere
una e magari anche il suo bambino. Con l’arrivo della
peste però persi tutto; tutti i miei averi furono rubati
o distrutti. Per fortuna mi salvai, ma dovetti
ricominciare daccapo. Ormai avevo anche una certa età,
quindi decisi di allontanarmi da Venezia. Per me
purtroppo non ci fu una Casa del Soccorso.
Le fa piacere che successivamente anche
Benedetto Croce abbia rivalutato le sue opere? Disse di
Lei: “Impersona veramente in una sua particolare
manifestazione lo spirito del Rinascimento… e merita
nella storia letteraria italiana un posto più largo.”
Beh io non lo conosco, ma da come lei lo inneggia, deve
essere stato veramente importante! Che dire, sono felice
che il mio spirito sia diventato immortale tramite lui
ed altri letterati che mi hanno compresa e che la mia
bellezza, anche se non immortale come il mio spirito,
sia stata di aiuto anche ad altri.”
Si alza e
mentre si allontana con fare complice mi dice: "Sa
io ho vissuto la mia vita godendo di tutto quello che
potevo prendere “a ribadire la mia LIBERTA! Data è
dal Ciel la feminil bellezza, Perch’ella sia
felicitate in terra, Di qualunque huom conosce
gentilezza!"
Nell’eco dei suoi versi si
allontana ed esce dalla stanza. Veronica Franco è
morta in solitudine e povertà
|
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|