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IL MESTIERE ANTICO
 


VIAGGIO NEL PIACERE
Storia della prostituzione a New York



 



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SECOLO XVIII
Durante l’immigrazione a prevalenza maschile nelle colonie del Nord America vi era una forte carenza femminile per cui quando le donne in condizioni disagiate arrivavano in America trovavano facilmente marito scongiurando così la via della prostituzione. Principalmente per questo motivo, data la forte domanda, vi erano schiavi e servi a contratto le cui mansioni riguardavano anche quelle sessuali, del resto al tempo uno schiavo poteva essere acquistato al prezzo di qualche incontro con una prostituta.

Quindi agli inizi della storia americana, la prostituzione non era affatto un fenomeno su larga scala anche se gli immigrati che avevano fatto fortuna si affrettarono ad emanare leggi contro l’adulterio. Per combattere l’infedeltà ogni colonia si dotò di propri regolamenti. Ad esempio in Virginia erano sufficienti due testimoni per condannare un uomo in flagranza di adulterio con la pena di cinquecento libbre di tabacco in scatola o venticinque frustate ben piazzate sulla schiena nuda.

Al tempo a New York l’attività delle allegre signore era concentrata sui moli dove intrattenevano sia i marinai britannici che i newyorkesi locali. Tre erano le aree principali: la "Terra Sacra" dietro la Cappella di St. Paul, George Street vicino a City Commons e East George Street, quindi la parte nord-orientale.

SECOLO XIX
Nel 19° secolo, la rivoluzione industriale e la massiccia immigrazione dall'Europa portò ad un forte incremento di domanda ed offerta e l’indignazione dei cittadini portò a una forte repressione. Infatti verso la metà dell’ottocento la città si dotò di una legge che tra le altre cose regolava il numero di licenze concesse alle prostitute e nel contempo vietava l'immigrazione “per scopi osceni e immorali” e “l'importazione di donne a scopo di prostituzione.”

Quindi la tendenza era di certo limitare la prostituzione o quanto meno relegarla in determinati quartieri soprattutto perché la Grande Mela risultava la capitale americana della prostituzione. Ma leggi e campagne moralizzatrici che si susseguirono nel corso del secolo non intaccarono affatto la diffusione della più antica professione del mondo legata soprattutto al business dei mercati clandestini che comprendeva l’alcol, il gioco d’azzardo e appunto il sesso a pagamento. Durante il boom economico proliferarono così bordelli e piccoli appartamenti attivi soprattutto vicino ad hotel e saloon e comunque nelle zone più frequentate da uomini d’affari, mercanti e marinai.

Si calcola che nel 1820 a New York c'erano circa 200 bordelli. Nel corso di quegli anni, gran parte della prostituzione si spostò a nord, a "Paradise Square" a Five Points, così come nella parte bassa di Broadway, Greenwich Village e Chelsea, in gran parte all'aperto e protetta dalle grandi gang newyorkesi.

GUERRA DI SECCESSIONE
Di pari passo vi fu un forte incremento di meretrici di strada e si calcola che verso il 1840 a New York c’erano tra le 3mila le 10mila prostitute con una tendenza a crescere di anno in anno. Il boom delle donne attive avvenne intorno al 1860 quando con lo scoppio della guerra di secessione molte mogli di soldati si trasferirono a New York da altre città per avere maggiori opportunità di guadagno cominciando così ad invadere i marciapiedi e a lavorare come prostitute per sfamare i loro figli. Era ovviamente una prostituzione “fai da te” senza il minimo di esperienza e professionalità, ma, esortate dai mariti in guerra, migliaia di loro comprarono abiti provocanti e passeggiando per strada si procuravano da vivere portando i clienti in camera con la compiacenza dei titolari delle pensioni a basso costo.

PROSTITUTE DA STRADA
Per le prostitute di strada il lavoro non solo risultava massacrante, ma anche poco remunerato. La loro carriera era solitamente di breve durata. Le donne che cominciavano a vendere il proprio corpo all'età di 20 anni solitamente all’età di trenta dovevano abbandonare il mestiere per raggiunta età di mercato e concorrenza. Molte desideravano una casa, un marito e dei figli, ma spesso erano abbandonate da tutti e in particolare dal proprio “amante” che non le considerava più adatte al proprio business.

BORDELLI
Diverso discorso per le puttane da bordello che oltre a guadagnare bene attiravano nelle varie zone clienti facoltosi per cui risultavano artefici di un’economia a larga scala che comprendeva saloon, locali, tassisti, alberghi ecc.
Nonostante fosse comunque una attività illegale vi erano giornali che avevano sezioni dedicate alle case chiuse con tanto di indirizzo, la descrizione dettagliata dei vari servizi e alle volte anche il prezzo del piacere nonché informazioni utili tipo il trasferimento di una prostituta da un bordello ad un altro. Questi giornali a carattere di gossip o sportivi venivano venduti apertamente nelle edicole. Tutto ciò con il bene placido della polizia locale che chiudeva un occhio ed a volte tutti e due in cambio di soldi.

CORRUZIONE
Emblematica è la storia di Rosa Hertz che con suo marito Jacob gestiva una serie di bordelli di lusso nel Lower East Side a Stanton Street e lungo Flatbush Avenue a Brooklyn. Fu accusata di gestire una “casa oscena” in cui da parte delle sue dipendenti venivano commessi atti di “prostituzione e fornicazione". Nel maggio del 1886 fu incriminata ma lei rivelò che la sua attività era del tutto legale in quanto protetta dalla polizia stessa alla quale forniva un compenso periodico. Sta di fatto che quella denuncia contro di lei fu archiviata!

Ma da quella vicenda venne fuori lo stato di corruzione della polizia. Un rapporto di alcuni anni dopo affermava che i grandi bordelli pagavano la polizia dai 400 ai 600 dollari al mese, i poliziotti in borghese corrotti ricevevano 205 dollari e gli agenti di pattuglia circa 184 dollari al mese.

TARIFFE
I prezzi variavano a seconda della categoria del bordello, ma in quell’accusa venne anche fuori come e quanto nei bordelli di basso prezzo le donne non solo erano sfruttate e mal nutrite, ma il denaro proveniente dalla prestazione veniva immediatamente consegnato alla proprietaria del bordello e solo in seguito la donna riceveva la metà di quanto guadagnato escluso vitto, bevande, onorari del medico e vestiti. Inoltre quasi tutte le lavoratrici dei bordelli avevano un protettore il quale ne deteneva il pieno controllo tramite minacce di lesioni personali, la seduzione, la frode e la doppiezza fingendosi innamorato. Da uno studio dei primi anni del 20° secolo sappiamo che una donna in un bordello dei bassifondi si accoppiava in media con 19 uomini al giorno raggiungendo massimi di 28 maschi in un giorno.

VIOLENZE
Non mancavano casi di violenze, stupri brutali e crimini vari. Molte donne venivano picchiate, violentate e maltrattate su ordine del magnaccia o della madame per renderle sottomesse, tenerle in riga e per costringerle a lavorare di più. Nonostante la violenza subita molte di loro venivano comunque accusate di praticare il mestiere o di cattiva reputazione. Ma mentre le signore che lavoravano per una casa di lusso venivano rilasciate immediatamente la maggior parte delle prostitute dei bassifondi, se non in grado di pagare il poliziotto corrotto, venivano imprigionate. La reclusione era un male accettabile per quel tipo di lavoro e la pena abituale era di 60 giorni.

Come in ogni mestiere che si rispetti, anche tra le prostitute esisteva una forte concorrenza: le donne che viaggiavano nelle carrozze di ricchi benefattori disprezzavano le cortigiane che abitualmente frequentano teatri e locali per svolgere la loro attività come del resto la prostituta di strada ben vestita guardava con pietoso disprezzo le creature cenciose che vagavano per strada, anche se a onor del vero tutte indistintamente avevano lo stesso scopo.

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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
FONTI

https://italiawiki.com/pages/prostituzione-negli-stati-uniti/prostituzione-negli-stati-uniti.html
https://www.marcotogni.it/prostituzione-new-york/
https://www.archives.nyc/
https://nypost.com/2017/04/22/when-new-york-was-the-prostitution-capital-of-the-us/

https://www.linkiesta.it/2013/08/prostitute-durante-il-fascismo-i-documenti-ritrovati/








 
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