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Adamo Bencivenga
VITA
DA SINGLE 9
Non c'era ritrovo di famiglia in cui mio zio Paolo non
facesse una battuta sulle bionde! Lui sosteneva che
fossero donne facili,
ma ancora peggio era in ufficio... i colleghi
organizzavano persino concorsi di bellezza in cui
l’equazione era la solita: bionda, sexy, attraente
uguale ingenua, svampita e facile! Da dove proviene? È
proprio il caso di dire che dovrebbe esistere una prova
scientifica legata al QI e al colore dei capelli... Ma
come spiegare questo cliché? Forse si potrebbe
riutilizzare l'equazione vista in precedenza: bionda =
ingenua = facile... E l’icona sexy di Marilyn Monroe,
falsa bionda, non è certo stata di grande aiuto per
sovvertire questa credenza.
E se il cliché sulla bionda svampita fosse solo
un'invenzione delle more? Gelose perché anche loro vorrebbero
attirare l'attenzione degli uomini? Anche il mio amico Gilberto
non le sopportava… Una sera mi confessò di aver vissuto per ben
tre mesi con Luana, una sua amica di scuola, bionda ossigenata.
Ridevo quando mi raccontava che Luana dopo l’amore invece di
accendere la lampada sul comodino tentava di aprire lo sportello
dell’auto! A suo dire su ogni scarpa c’era impressa la scritta
MPLD, ossia Mettere Prima Le Dita e su ogni maglietta LTVD,
ovvero Le Tette Vanno Davanti. Poi un giorno tentò di uccidere
un passero gettandolo da un dirupo e il suo pesciolino rosso
cercando di annegarlo.
Povera Luana e povere bionde!!!
Del resto la mia collega, Samantha, bionda naturale, traslocò
quando seppe che il 90% degli crimini avveniva in casa. Ricordo
benissimo che dopo un test di gravidanza positivo esclamò dalla
sua scrivania: “Sarà mio?!?” Era così bionda che una volta mi
mandò un fax con un francobollo e durante una riunione piuttosto
agitata si annodò con il filo di un cordless. Una volta, durante
la pausa andammo insieme alla Coop, le squillò il telefono e la
sentii rispondere: “Oh mio caro, che piacere, ma come facevi a
sapere che ero al supermercato?”
Samantha mi faceva
davvero tenerezza, del resto non tutte le stupide sono bionde,
mi ripeteva. Ricordo quella volta in ascensore quando mi disse
che per mancanza di corrente era rimasta bloccata per due ore
sulla scala mobile, oppure quando candidamente mi disse: “C’è
questa cosa che faccio con la bocca che piace tantissimo agli
uomini. Stare zitta.” Del resto dopo la terza separazione era
diventata bionda dal dolore. Una cosa però avevo capito di lei,
quando taceva per amore del cielo non dovevo interromperla! Una
volta facemmo un viaggio insieme e quando preparò la valigia non
decise cosa portarsi ma cosa lasciare a casa. Gilberto in
quell’occasione mi disse: “Prima di lavorare sull’intelligenza
artificiale, perché non facciamo qualcosa per la stupidità
naturale?”
Samantha oltre che essere bionda era anche
molto bella. Un giorno mi chiesi cosa sarebbe stata la sua
bellezza se fossi diventato cieco. Gilberto mi rispose: “Chiudi
gli occhi e vedrai sempre bellezza.” Ma si lo so, la bellezza è
relativa e sta negli occhi di un uomo che guarda o nella
fantasia di un uomo che sogna: chiedete al rospo che cosa sia la
bellezza e vi risponderà certamente la rospa. Mica Scarlett
Johansson!
Il problema della bellezza è il suo essere
fugace, è come essere nati ricchi e diventare poveri. Per
svincolarsi da questa assoluta verità c’è chi sostiene che la
vera bellezza è quella interiore, come se si amasse in una donna
il pancreas o i suoi polmoni anziché gli occhi o i capelli. Una
mia amica risolse il problema facendosi una colonscopia al posto
di un selfie, ma non fu la stessa cosa! Altri invece sostengono
che l’assenza di difetti nella bellezza è di per sé un difetto o
che i difetti stessi sono bellezza.
Comunque sia la
verità è nel mezzo e la scollatura più o meno profonda deve
corrispondere a una specie di décolleté interno. Così una donna
seduce e gli uomini devono tenere ben in mente che per le donne
il miglior afrodisiaco sono le parole. Il punto “G” è nelle loro
orecchie. Chi lo cerca più in basso sta sprecando il suo tempo.
Diceva Isabel Allende.
Lord Brummell non perse l’occasione
per contraddire la scrittrice cilena: “Il segreto del mio
successo con le donne? Tratto le cameriere come duchesse e le
duchesse come cameriere.” Beh non avevo dubbi sulle doti
amatoriali di Brummell ma mi piace chiudere questo capitolo
dedicato alla bellezza e alla seduzione con il sarcasmo di Sören
Kierkegaard: “Conquistare l’anima di una donna è un’arte,
sapersene liberare è un capolavoro.”
Nelle mie riflessioni mi sono sempre chiesto perché
un orgasmo durasse 4 secondi e l’Angelus del Papa almeno
mezz’ora! Ma anche per quale ragione la chiesa fosse
contraria alla clonazione visto che Dio creò Eva da una
costola d’Adamo. E per quale benedetto motivo per la
chiesa la pillola del giorno dopo è un aborto? Davvero a
questo punto mi sorge il dubbio che la masturbazione sia
un suicidio. Ma si sa che Le vie del Signore sono
infinite. E' la segnaletica che lascia a desiderare!
Ed a proposito di
religione credo che Dio, trovando che Adamo non fosse abbastanza
solo, gli diede una compagna. “Di questi tempi ci vuole molto
ingegno per commettere un peccato originale.” Mi disse Gilberto.
“Comunque Gesù per colpa dei nostri peccati è vissuto solo 33
anni. Beh per essere un palestinese non è poco!”
A quei
tempi avevo fatto amicizia con un collega gay e durante le pause
di lavoro mi ripeteva spesso con aria maliziosa: "Non sempre
fugge chi volta le spalle". A volte invece cadeva in depressione
e se ne usciva con frasi del tipo: “Preferirei essere negro
piuttosto che gay, perché se sei negro non lo devi dire a tua
madre!” Alle volte invece rideva a crepapelle ricordando quando
vide un grande cartello al Congresso Nazionale dell'Associazione
Gay: "Ingresso sul retro!" Ed io mi domandavo: ma se i gay non
si riproducono, come mai ce ne sono così tanti?”
A tal
proposito Gilberto soleva ripetere: “Tutti gli uomini sono
omosessuali in potenza, devono solo saperlo, imbattersi
nell'occasione che glielo rivelerà.” Saggio Gilberto! Ed ogni
volta dopo questa chicca di saggezza soleva ripetere il solito
aneddoto di quanto, rimasto in casa con un suo amico gay, finì
per giocare a nascondino e l’amico disse: “Se mi trovi puoi far
l’amore con me; se non mi trovi sono nell'armadio.”
Comunque
checché se ne dica oggigiorno il problema non è l'adozione dei
figli da parte di genitori gay, ma l'adozione di un figlio gay
da parte di genitori eterosessuali! E’ inutile ribadire quanto
io approvi l’unione tra due gay: perché mai loro dovrebbero
salvarsi dalla disgrazia di un matrimonio?
Ero così
single a quel tempo che davvero credevo di essere diventato gay
e visto che nei cassetti anziché i sogni preferivo metterci la
biancheria non erano molte le occasioni per incontri galanti con
il gentil sesso. Mi ripetevo: “Tra due mali scegli sempre quella
più giovane e carina!” Alla fine iniziai a frequentare una
ragazza di Cuneo che abitava nello stesso mio palazzo, una
modella bionda alta e donna di mondo (non è politicamente
corretto in questi casi usare l’aggettivo). Aveva un modo di
parlare molto evocativo, una volta mi disse: “La verginità è
come una briciola… Se ti abbassi a raccoglierla, prima o poi un
uccello te la porta via.” Aggiungendo subito dopo: “Lo so che il
concetto di verginità è superato, ora se fossi un uomo chiederei
con chi e quando si è persa la sensibilità!”
Passammo un
buon periodo insieme. Con lei l’amore era qualcosa di sublime e
soprattutto dolce, lo facevamo così bene che, immediatamente
dopo, anche i vicini fumavano una sigaretta. Ma era vegetariana
e mi sono sempre chiesto come facesse ad apprezzare i piaceri
della carne. Con il senno di poi ripensai alle parole di
Gilberto: “Quando due cuori si incontrano vuol dire che c'è
confusione in sala operatoria.” E poi: “Ci sono solo due periodi
in cui l'uomo e la donna fondamentalmente non si capiscono.
Prima del matrimonio e dopo il matrimonio.”
Infatti dopo
una serie di incomprensioni lasciai la dolce cuneese dalla pelle
di rhum e cioccolata per una polacca in provincia di Rieti che
veniva a Roma con una Vespa, a vendere a porta a porta prodotti
per la casa. Era sposata con un figlio, ma non era un rapporto
incestuoso. Il suo ex marito vendeva fazzoletti ai semafori
(raffreddati) e fiori ai ristoranti (innamorati). Sedotto da un
prodotto mi sentii pieno di sapere davanti alla mia nuova
compagna che in effetti aveva frequentato la facoltà di
matematica all’università di Cracovia e ora lavorava come aiuto
elettricista nel senso che gridava aiuto ogni qualvolta
trafficando con fili e prese provocava un corto circuito.
Comunque la ricordo con piacere, beveva boccali colmi di birra
alla spina, era una insaziabile amatrice ed a modo suo se ne
intendeva di pancetta affumicata, di energia e di prese, ma
visto che era anche passionale e romantica anche di rose gialle
e soprattutto di spine.
Mi lasciò senza motivo e ci
rimasi male. Ogni giorno mi ripetevo: se ami una persona,
lasciala andare. Se torna da te è tua per sempre, se non lo fa
non è mai stata tua. Infatti lei non tornò e ricordo che le
scrissi così tante lettere che alla fine si innamorò del postino
e scoprii un’amara verità, e cioè che tutti gli amori sono come
i funghi: si capisce se sono buoni o cattivi solo quando è
troppo tardi.
Di lei mi rimase solo un biglietto sgualcito:
80 voglia di te, 70 ne hai per me e 16 che mi ami… 11
sposeremo!!!
Per scrivere tutte quelle lettere mi ero avvalso
della sana regola di Rousseau, vale a dire per scrivere una
buona lettera d’amore, bisogna iniziare senza sapere che cosa si
vuole dire e finire senza sapere che cosa si è scritto.
Ma dura l’ex, sed l’ex, iniziai a bere cercando di affogare i
problemi nell'alcol, ma non avevo tenuto presente che alcuni di
loro sanno nuotare benissimo. Mi impressionai per le quantità
che ingerivo e dopo aver letto un elenco infinito di possibili
danni che l’alcool poteva recare alla salute, alla fine smisi di
leggere.
Mi ripetevo che a volte anche un uomo intelligente
è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti.
“Cogito ergo rhum” avrebbe detto Gilberto! Oppure “Coito ergo
sum!” Avrebbe detto la polacca. Ed in effetti l’astemio non è
che una persona debole che ha ceduto alla tentazione di negarsi
un piacere. E visto che in vino veritas, in scarpe Adidas, mi
veniva spesso in mente un saggio proverbio tedesco: “Trinken ist
nicht die Antwort, aber beim Trinken vergisst man die Frage!”
(Bere non è la risposta. Ma bevendo ti dimentichi la domanda).
Sono sempre stato convinto che il vino unisce e l’acqua divide e
che chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.
Anche se poi a cena con gli amici la mia citazione preferita
era: “Nel vino c’è la saggezza, nella birra c’è la forza,
nell’acqua ci sono i batteri.” Ebbene sì, l'alcool era davvero
un liquido prezioso… conservava tutto...tranne i segreti, ma in
compenso ti permetteva di fare battute di spirito e soprattutto
è il più efficace trucco per una donna: niente la fa apparire
più carina!!!
Sì in effetti ero d’accordo, in fin dei conti
mi ero dato all’alcool per avere anch’io uno scopo nella vita,
ovvero quello di smettere di bere. Certo, anche un astemio
poteva avere lo scopo di smettere di non bere ma convinto della
mia scelta mi chiedevo: “Come mai se l’alcol uccide milioni di
cellule cerebrali, non ha mai ucciso quelle che fanno venire
voglia di bere?”
Una sera Gilberto, annusando
intensamente dentro un calice rosso, mi disse: “Il matrimonio
viene dall’amore come l’aceto dal vino.” Poi come al solito si
lasciò andare alle sue memorabili deduzioni: “Il 33% degli
incidenti stradali mortali sono causati dall'abuso d'alcool
quindi, è evidente che la maggior parte degli incidenti mortali
(il 67%) sono causati da persone che non hanno bevuto. Dunque, è
chiaro che la cosa più sicura da fare è guidare ubriachi. Sempre
filosofo il mio amico!
Comunque oltre all’alcool avevo
cominciato a fumare e credevo che la sigaretta fosse davvero il
tipo perfetto di un piacere perfetto. Era squisita e lasciava
insoddisfatti. Che cosa potevo volere di più?
Ogni volta dopo
l'amore mi chiedevo cosa facesse la gente, prima che
inventassero la sigaretta.
Fumavo tantissimo tanto che Bob
Marley mi chiamò chiedendomi una mia foto autografata per farci
un poster! Dopo quella telefonata mi resi conto che stavo
davvero esagerando e cercai di smettere, per prima cosa provai
con le caramelle ma ahimè non si accendevano, poi provai a
vendere gli accendini ai semafori, ma non riuscii mai a trovare
un semaforo col vizio del fumo.
Di quel periodo oscuro mi
rimase una piacevole convinzione: dai fumatori si può imparare
la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non
fumatore!
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