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RACCONTO
 
 
Adamo Bencivenga
AMANDA BRUCIATA DALL’AMORE
Amanda è innamorata dell’amore qualunque sia, ovunque sia, nella scena di un film, dentro un racconto d’appendice, nella poesia di una stanza d’albergo, nelle pieghe della sua pelle di seta, in un bacio appassionato, negli occhi di un coetaneo o tra le mani esperte di un uomo adulto
 



 


 
Eccola Amanda Bruni con la sua vita di appena 27 anni e la sua anima inquieta che ama l’amore, i sogni e tutto ciò che la fa evadere, vibrare, camminare a piedi nudi nel mondo delle favole e sentire il suo cuore battere, la sua pelle fremere. Sì perché Amanda è innamorata dell’amore qualunque sia, ovunque sia, nella scena di un film, dentro un racconto d’appendice, nella poesia di una stanza d’albergo, nelle pieghe della sua pelle di seta, in un bacio appassionato, negli occhi di un coetaneo o tra le mani esperte di un uomo adulto.

Sin da piccola lei sa che la sua vita è una missione, si sente una Dea che regala emozioni, una musa che ispira e dona bellezza. Semplice come il pane caldo appena sfornato, bella, bella come il grano a giugno o le viole a marzo. I suoi capelli sono biondi, una cascata soffice di primavera, i suoi seni mele verdi colte appena acerbe. Ed eccola Amanda a scuola con il viso da adolescente che non risparmia baci, eccola Amanda più grande che si concede, convinta che sia nata per dare vibrazioni in un vortice frenetico che non ha inizio e non ha fine.
Ha raccolto i suoi capelli, il colore è sempre di grano, i suoi occhi invece sono profondi, spirituali come l’incenso, chiari come l’alba quando s’alza un po’ di vento, ma sono assenti, velati, racchiusi nel suo mondo, perché lei pensa all’amore e gelosa raccoglie quei segreti come i suoi capelli nella crocchia.

Amanda ha fretta, sente gli anni passare e sa che non può aspettare, il mondo come una platea la reclama, ha bisogno di lei, e allora in nome di quella frenesia s’innamora di un ragazzo per bene, senza grilli per la testa, ci fa l’amore, rimane incinta e si sposa. Già Amanda è madre di una bimba, ma quell’evento non la fa crescere, perché Amanda è lei stessa una bambina, vittima della sua fragilità emotiva e come tale si comporta.

Decide comunque di provare, di dedicarsi completamente a sua figlia, ma tra ruttini e pappine ben presto si rende conto che quella vita le va stretta, lei continua a vivere nelle favole tra nani e cavalieri, vergini e ninfe, e suo marito non è certo un principe azzurro. Certo sì, ci prova ancora, ma la disillusione arriva subito, passa giorni in casa tra apatia e torpore, tra sogni e rimpianti. Quella vita isolata non fa per lei e allora cerca un lavoro, uno qualsiasi che la faccia uscire da quel senso di oppressione e darsi a quel grande palcoscenico che è il mondo.

Lei è bella, appariscente, occhi azzurri cielo e bionda al punto giusto e non ha difficoltà a farsi assumere come segretaria in un’azienda poco distante da casa. I primi tempi si sente risollevata, conosce nuove persone, un nuovo mondo, i sorrisi gentili dei colleghi, le piccole attenzioni e i grandi sguardi, ma per lei è anche un modo di sentirsi attiva, un modo per esprimere il suo magnetismo perché in quella ditta non ci sono colleghe donne e lei gioco forza si sente viziata e coccolata.

Amanda scherza e ride con tutti, finché ben presto si rende conto che quel mondo non è quello delle fiabe e i suoi abitanti non sono piccoli gnomi o efebi inoffensivi, ma uomini reali con i propri difetti e le proprie mire. Ha delle avances certo, più o meno esplicite, del resto lei ama sedurre e farsi corteggiare, ma la cosa diventa seria quando a farsi avanti è il titolare della ditta. Al secolo Carlo Bravi, un uomo piccolo e calvo con le mani grasse, la fronte perennemente sudata, circa venti anni più di lei e dieci centimetri in meno di altezza. Sta di fatto che lui la corteggia, la circuisce, le fa mille complimenti, la elogia per il suo impegno, per le sue gonne e i suoi tacchi, finché un giorno la invita nel suo ufficio e le fa capire che è attratto da lei, perfino innamorato.

Amanda è sorpresa, ma ammaliata da quelle parole e, nonostante quell’uomo non le piaccia affatto, s’intenerisce davanti a quell’attenzione smisurata. La sera a casa ci pensa, tra l’altro lui è sposato, ma anche lei lo è, per cui decide di non decidere e farsi trasportare dagli eventi. E gli eventi sono immancabilmente un invito per un caffè e un passaggio in auto con la bella Ferrari rossa del capo. Lei non è attaccata ai beni materiali, lei vive di sogni, ma quell’auto rappresenta per lei una carrozza trainata da quattro cavalli bianchi.

In auto lui si lascia andare a qualche confidenza e allora le parla della sua vita piatta e noiosa, di una moglie che non lo capisce e dei suoi sogni mai realizzati. Lei lo ascolta, lo sente vicino, del resto anche lei sta vivendo la stessa situazione per cui quando lui le propone una cena romantica in collina per la sera successiva lei non ci pensa un attimo ed accetta. Sì ok non le piace fisicamente, ha anche uno strano odore, ma si sente onorata da quell’invito da parte di un uomo adulto e per giunta il suo capo.

A casa si guarda più volte allo specchio, lei non si considera bella e per questo si chiede per quale motivo un cinquantenne benestante che viaggia in Ferrari abbia perso la testa per lei. Comunque inventa una scusa a suo marito, gli dice che è una cena aziendale in allegria e mentre si prepara, chiusa in bagno, le vengono dubbi su cosa indossare, ma poi decide per una gonnellina a pieghe maliziose e un paio di tacchi alti che non sono per nulla adatti ad una serata scanzonata, ma è sicura del fatto che suo marito perennemente distratto non ci farà caso. E in effetti è così.

Uscendo saluta sua figlia e dà un bacio a suo marito, addirittura gli dice “ti amo” perché ormai sa che potrebbe succedere, non sa ancora cosa, ma quando scende le scale percepisce un’aria diversa, si sente libera e intraprendente, sente che può dare amore e riceverlo. E succede certo che succede! Nella bella auto rossa del capo dopo la cena, mentre lui la sta riaccompagnando a casa, le dice che non ha mai conosciuto una donna così sensuale e nel contempo dolcissima, ingenua e maliziosa, una via di mezzo tra una femme fatale e una ragazzina, insomma un agro dolce a cui è difficile resistere.

La strada scorre e l’atmosfera si fa calda, lui nel buio dell’auto osa e le accarezza il ginocchio, le fa i complimenti per quella calza velata, poi immancabilmente ferma la macchina in un grande parcheggio deserto. Lei sa cosa sta per succedere, ma non dice nulla, anzi toglie il soprabito pronta a ricevere ogni tipo di attenzione. Lui è impaziente, non vede l’ora di baciarla, intanto le accarezza le gambe e non solo il ginocchio, anzi quella mano sale, sale fino al paradiso e durante il tragitto lui elogia il ricamo della sua calza nera e la stoffa leggerissima delle sue mutandine di pizzo.

Amanda si guarda intorno, beh sì, forse avrebbe preferito una suite d’albergo qualcosa di più adatto al suo sogno e magari un uomo diverso che non avesse quell’odore, ma non ha ripensamenti, anzi, sa che per saziare la sua indole romantica occorre scendere a patti e soffocare l’eterna bambina che è in lei. Allora prende l’iniziativa e si mostra come una donna sicura, schiude le sue gambe come i petali di un fiore perché sa che quel gesto non ha bisogno di spiegazioni, lui incredulo l’ammira e lei prende coraggio e senza che lui glielo chieda apertamente scivola lentamente in basso fino a respirare quelle intimità sconosciute.

Certo, quel sesso ha una forma strana e un sapore diverso, ma Amanda vuole mettersi alla prova e capire quanto ci voglia per soddisfare un uomo che non sia suo marito e quanto lei sia in grado di farlo. Sa che tramite quel sesso potrà avere quello che desidera, sentirsi una regina, una donna che, indipendentemente dal marito, conquista i suoi spazi di libertà, e allora ci mette più impegno, tutta se stessa, la sua lingua scivola su quel piacere, si ferma, riprende, ci mette più foga, ardore, perfino l’amore anche se immagina che è solo l’inizio e il resto deve ancora accadere…
Lei orgogliosa di quell’eccitazione non aspetta altro che quel piacere di maschio esploda nella sua bocca e allora Amanda non demorde e alla fine quando sente quel sapore diverso sul suo palato intimamente e in gran segreto esulta.

Eccola Amanda che ritorna a casa, convinta che più che amore è stata una sfida con se stessa. Beh sì, non c’erano principi in quel parcheggio e quell’auto non era una carrozza, ma è contenta e si sente bene, perché Amanda non è innamorata di quell’uomo, ma dell’Amore! Certo sì, lei non ha goduto ed avrebbe voluto camminare leggera e sospesa dentro una favola, ma questo per ora è poco importante. In macchina sente ancora quel sapore nella sua bocca, strano, diverso, forse più acido, allora accende la radio e canta una vecchia canzone di Laura Pausini, col finestrino aperto respira quella notte e il suo primo vero certo tradimento!

Durante la notte, distesa nel suo letto accanto a suo marito, ci pensa, con la punta della lingua cerca ancora tracce di quel sapore e si chiede quanto sia stata brava e quanto quell’uomo abbia goduto per suo merito. Non è delusa, anzi si sorprende quanto sia stato facile sentirsi femmina ed avere tutte le attenzioni per lei.

Il giorno dopo al lavoro indossa la stessa gonnellina, mette un filo di rossetto e una camicetta trasparente. Carlo Bravi
durante il giorno ha solo occhi e mani per lei, la invita nella sua stanza per baciarla, toccarla, ringraziarla della serata precedente e farsi promettere che ce ne saranno tante ancora. Lei si sente gratificata anche se quell’ometto calvo e grasso continua a non piacerle. Comunque ci esce ancora finché lui trova il modo di stare due giorni insieme a lei per una missione di lavoro.

Ecco la suite a cinque stelle! Ecco la favola bella, una candela, le note di un pianoforte, il cameriere con i guanti bianchi che spina con cura il suo dentice in crosta di patate. Dopo cena passeggiano mano nella mano tra le fontane e gli schizzi d’acqua di quel paradiso da ricchi, lui impaziente la bacia e lei si fa baciare e durante la notte, in quella meravigliosa stanza dalle pareti rosa, lei gli offre le sue intimità più profonde e non solo la bocca, insomma fanno l’amore e lo faranno ancora all’alba e il giorno dopo, e tornati in sede nei tanti ritagli di tempo e anche nella stanza del capo quando rimangono da soli.

La voce inevitabilmente corre e in ufficio ormai tutti sanno che lei è l’amante del capo, ma Amanda non ne è entusiasta, perché quella voce la rende inavvicinabile e la isola, mentre lei ha bisogno di spaziare e sentirsi protagonista. Insomma quel ruolo le sta stretto come quei tailleur così aderenti e quelle scarpe dal tacco impossibile, regalo e desiderio del capo, che ora porta abitualmente.

Amanda è giovane e cerca altro, in una parola vuole vivere e sa che può dare molto, ma molto di più. Lui poi con l’andare del tempo si dimostra noioso, appiccicoso, vorrebbe tarparle le ali, spezzare il suo entusiasmo giovanile, la vorrebbe signora dedita solo al suo status di amante del capo, e quindi Amanda ci pensa, inizia ad inventare scuse, si allontana. Lui non demorde, sa che la sta perdendo e allora diventa sempre più opprimente e lei si rende conto di aver fatto una scelta sbagliata.

Amanda si allontana sì, ma non lo lascia, perché Amanda è così, lascia tutto incompiuto perché ha paura di rimanere sola e assolutamente non può vivere senza Amore, ma cerca altro, inizia a guardarsi intorno, a partecipare più assiduamente alle uscite con gli altri colleghi. Il capo non le dà tregua, ovviamente ne è geloso, cerca di ingabbiarla, ma lei è una farfalla, volteggia nell’aria, vuole volare di fiore in fiore finché in quel posto di lavoro entra in confidenza con un altro collega, anche lui sposato, ma non suda, ha tanti capelli e soprattutto ha l’entusiasmo dei suoi stessi anni.

Insomma si piacciono, si sorridono, si frequentano dopo l’orario di lavoro e dopo qualche spritz al “Blue Angel” nasce un rapporto che da semplice amicizia si trasforma dapprima in qualcosa di più serio e poi in una vera relazione. Lui, Marco, sa che è la donna del capo, ma la desidera, la pretende, lei si concede e lui non riesce a stare più un secondo senza di lei. La riempie di attenzioni, regali e mazzi di rose, uscite pazze e corse folli per un solo bacio appassionato e lei pensa davvero di aver trovato l’uomo giusto, differente da suo marito, differente dal suo capo, esattamente quello che incontra ogni notte nelle sue favole. Lui l’adora da impazzire, durante il sesso si dedica esclusivamente a lei, si preoccupa dei suoi orgasmi e passa ore a darle piacere con il viso tra le sue gambe senza pretendere nulla in cambio. Lei in quei momenti si sente una regina, ha lo scettro e la corona, si fa adorare appagando in simbiosi quel desiderio di venerazione.

Dicevo sono entrambi sposati per cui si vedono nelle ore più improbabili come alle cinque di mattina prima del lavoro oppure la sera prima di tornare a casa. Si appartano con l’auto di lei, tra le sterpaglie lungo il fiume, su uno sterrato vicino la fabbrica, in un parcheggio dell’Ikea, e quei baci sono caldi, irresistibili, travolgenti e finiscono ogni volta per fare all’amore. Amanda è incredula, si concede la sera e la mattina, lui pretende il suo nettare ogni volta e lei gode, gode donando a lui la sua anima liquida. È sconvolta, scombinata, trascura marito e figlia, mai avrebbe pensato ad un amore così intenso e così diverso da quello di suo marito, mai avrebbe pensato di godere così tanto e richiederne ancora.

Lui la possiede anche mentalmente, non si accontenta dei suoi gemiti, delle sue urla, di quel sesso sempre umido, disponibile e senza mutandine, di quelle ore passate insieme, ma vuole di più, possederla in ogni momento della giornata, anche a distanza, anche la sera quando lei chiusa nel bagno legge i suoi messaggi hot e si masturba per il piacere di entrambi.

Lui però va oltre, la considera di sua proprietà e allora la marchia, le lascia baci profondi sul collo, sulle braccia, sul sedere, le sporca di proposito i vestiti e le calze col suo seme in modo che tutti possano rendersi conto di quanto quella donna sia sua. E poi Marco va ancora oltre, da quando ha conosciuto Amanda, non è più soddisfatto della sua donna e del suo matrimonio, allora le propone una vita insieme, lo stesso proposito che Amanda aveva ricevuto dal suo capo.

Amanda è confusa, ma non si sottrae a quella passione, anzi ne è compiaciuta e si domanda cosa abbia di così attraente, di così seducente rispetto alle altre donne. Insomma quell’amore la trascina, la investe, sembra così tutto diverso dai suoi amori precedenti, spesso pensa di aver fatto la scelta giusta, perché quell’uomo la copre di messaggi, di attenzioni, di frasi intrise di passione scritte su bigliettini, sui muri dell’azienda, ma pensa anche di aver fatto la scelta sbagliata perché lui è geloso dell’aria che la circonda, delle sue gonne troppo corte, dei suoi tacchi a spillo, del rossetto troppo rosso, delle pause pranzo, degli altri colleghi, di suo marito e perfino di sua figlia, la quale secondo lui sottrae tempo prezioso al loro amore. E quella gelosia non si arresta, lui comincia a dirle che è immorale per una donna vivere con due uomini, che suo marito è di troppo e deve essere lei, e soltanto lei, che deve fare una scelta.

Lei prende tempo, inizia a tentennare, ma la gelosia possessiva di lui non si arresta. Le controlla il telefono, i movimenti, il tempo che impiega per andare a casa, gli sguardi. Addirittura le misura l’intensità delle sue vibrazioni, il volume delle sue urla, la viscosità del suo nettare, perché Marco ha paura di non appagarla, ha paura che lei non goda e faccia finta. Diventa così ossessivo che inevitabilmente arrivano le prime litigate, anzi è lui che la offende, le dice che è una poco di buono, le dice anche altro di più pesante, ma lei lascia correre, finché si accorge di aver il telefono sotto controllo, lei glielo fa presente ed arriva il primo schiaffo ed è lì che lei inizia a pensare che ci sia qualcosa di insano in quell’amore troppo morboso.

Amanda a quel punto cerca di sottrarsene, ma lo ama, allora va in terapia per salvare se stessa, il suo matrimonio e la sua bambina. Ma nonostante questo non riesce ad interrompere quel rapporto, suo marito inizia a sospettare e lei lo riempie di bugie, che secondo lei sono a fin di bene, perché è convinta che lo stia proteggendo, ma nel contempo sa che quel castello di menzogne potrebbe crollare da un momento all’altro.

Non sa cosa fare, incespica, barcolla, quel troppo amore forse è davvero troppo, vuole confidarsi, parlare con qualcuno per capire, ma Amanda non ha amiche! S’indigna si arrabbia con se stessa, si chiede perché mai gli uomini debbano a tutti i costi possedere per amare?

Allora chiede aiuto a suo marito, gli dice che sta passando un momento no, che è fragile, lui non capisce si dimostra freddo, indifferente. In ufficio accetta di nuovo le avances del capo, ci fa l’amore in un albergo a pochi passi dal mare di nascosto da Marco, ma Amanda sa che è anche quello è un grosso buco nell’acqua. Con Marco la situazione non cambia, lui la venera e la minaccia ed allora all’uscita dell’ufficio, con un temporale che incombe, accetta un passaggio da un altro collega. Luca è un tipo con la barba e la faccia da buono, che lei considera amico. Lui gentile l’accompagna a casa, ma poi le strappa un aperitivo per la sera successiva. Amanda lo fissa negli occhi, percepisce che può fidarsi e confidarsi e una sera di nascosto da suo marito, dal suo capo Carlo, che dopo quella volta ha ripreso a mandarle messaggi strappalacrime, e da Marco si vedono in un bistrot fuori mano sulla provinciale.

Lei vuota il sacco e le confida ogni cosa, sì certo, anche l’amore e il sesso col capo, anche le macchie di Marco sui suoi collant in segno di devozione, anche la freddezza di suo marito. Parlando alla fine si sente sollevata, il collega sorpreso da quel racconto, è quasi smarrito, vuole capire e fa domande intime, ma ha gli occhi buoni, lo sguardo tenero, le labbra morbide e lei lo asseconda. Sì esatto, perché quando stanno per salutarsi davanti alla sua auto, lui la bacia e lei ci sta, lui l’accarezza tra le gambe e lei si inumidisce. Dopo meno di dieci minuti finiscono in un parcheggio, diverso da quelli che frequenta con Marco e fanno l’amore. Anche l’amore è diverso, il ragazzo la penetra dolcemente, le bacia ogni centimetro della sua pelle e addirittura le dice che le vuole bene, che vuole proteggerla. Amanda in un brodo di giuggiole sprofonda in quel mare di tenerezza e lo prega di prendersi cura della sua anima ossia l’unica cosa che non ha ancora dato all’altro, ma lo avverte anche della sua volubilità, del suo essere fragile, dell’amore per l’amore e la sua incapacità a legarsi.

Poi torna a casa, sono le tre di mattina, è confusa, ma sta bene, sa che tra meno di due ore suonerà la sveglia, ma per fortuna il marito dorme e lei si addormenta sulla poltrona nella stanza della figlia. Dopo due ore si alza, il suo telefono è già stracolmo di messaggi, sia Marco che Luca si sono alzati prima di lei, presto, prestissimo per inondarla d’amore, di cuori e da “tra poco ci vediamo”.
Lei è combattuta, ma sotto sotto le fa piacere essere così desiderata. Il primo non sa del secondo, il secondo sa del primo per cui decide di incontrare il primo fuori dal lavoro, dentro quella macchina che è ormai a tutti gli effetti la sua alcova. Mentre fa l’amore con Marco sente le vibrazioni del suo telefono, vibrazioni che le dicono quanto qualcuno in quel momento la stia reclamando, che vuole la stessa cosa che ora lei sta dando ad un altro. E Amanda gode, gode per quel sesso che la penetra incessantemente, ma gode anche per quelle vibrazioni che la fanno stare di fatto al centro di un assoluto desiderio.

Fin qui aveva ignorato che sarebbe bastato dare una piccola parte di sé per sentirsi una regina, per avere attenzioni ed uno smisurato affetto. Allo specchio si guarda e le sembra incredibile che quel taglio di pelle possa far muovere il mondo… Si sente donna e giorno dopo giorno tra segreti e sotterfugi scopre il vero valore del suo essere femmina sperando con tutta se stessa che questo suo fascino, che lei non vede, ma percepisce negli altri, non si esaurisca per nulla al mondo.

Lei vuole sentirsi libera, assaporare il gusto di sentirsi preda, ma allo stesso tempo non soggiogata. Insomma non rinuncerebbe mai al richiamo del suo tesoro inestimabile che sente tra le gambe, anzi vuole centellinare e gustarsi ogni momento ed avere il diritto di non decidere.

Ormai è un fiume in piena e non riesce più a fermarsi, non passa giorno che non fa l’amore, anche con uomini diversi, anche più volte al giorno, donando a tutti la stessa rosa e saziandosi più di quel regalo che offre che di ciò che riceve.

Ma quel fatidico e tragico giorno sta arrivando, lo sente che dovrà fare i conti con gli altri e soprattutto con se stessa. Si alza presto, prepara la colazione per la figlia, si veste, si trucca, indossa un tubino rosso aderente, una calza nera ed esce in fretta da casa. Incontra Marco nel solito piazzale, lui è a dir poco entusiasta di quella visione, lei ci fa l’amore, ma la sua mente è troppo vigile e il suo corpo non è per nulla sazio. Amanda ha bisogno di abbandonarsi completamente, ha bisogno di più amore e allora nella pausa pranzo manda un messaggio a Luca, si vedono sempre in macchina poco distante dalla fabbrica, lei lo prega di riempire quel vuoto che sente dentro e si lascia andare.

Amanda sa che questo è un gioco al massacro, ma la sua esuberanza non ha limiti anche se di fatto è ad un bivio, i due le dicono di amarla più di se stessi e le loro pretese si fanno sempre più strette, non considerando poi i sospetti di suo marito e le avances del suo capo sempre disposto a ricominciare.

Che fare? All’uscita dal lavoro invece di fare ritorno a casa, decide di dedicare un po’ di tempo a stessa e rimanere sola, insomma gustarsi un momento tutto suo e perché no, uno spritz al “Blue Angel”.

Lei ha già fatto l’amore due volte in quella giornata, qualsiasi altra donna si sentirebbe appagata, ma lei è diversa. Quel giorno poi è San Valentino, la festa degli innamorati, e lei non può non festeggiare, perché Amanda è innamorata dell’amore e deve prima di tutto celebrare se stessa! I due nel frattempo le mandano messaggi disperati, di una dolcezza quasi minacciosa, la pretendono, la vogliono, esplicitamente le dicono che bramano quel tesoro che ha tra le gambe. Marco le scrive esplicitamente che desidera la sua fica, Luca la sua bocca calda ed entrambi chiedono dove sia in quel momento.

Lei legge con soddisfazione, si sente importante, si bagna ad ogni parola, ma sa anche che sta complicando maledettamente la sua vita. Tra l’altro suo marito le ha scritto che ha prenotato un tavolo in un ristorante in collina per festeggiare insieme San Valentino.

Ed è proprio seduta in quel bar che tra un messaggio del capo che la reclama almeno per quella sera, un vocale di Marco, una dolcezza di Luca e una premura di suo marito, che davanti ai suoi occhi si materializza un ragazzo moro, alto, di origini magrebine, bello da morire. Ha una maglia aderente che mette in risalto i suoi muscoli ben definiti, due occhi carbone e un incedere che non ammette ripensamenti. Lui le passa vicino e le sorride e lei non si sottrae tanto da invitarlo al suo tavolo. Ripensa a Marco, a Luca e in dubbio su chi scegliere crede davvero che quel ragazzo moro sia la sua salvezza, il destino fatto persona che la porterà di nuovo in un mondo diverso.

Lui si siede, le chiede una sigaretta, poi parlano, scherzano, lei si sente più leggera, diversa, sta al gioco, allo scherzo. Lui le dice di chiamarsi Amel, di avere 25 anni e di essere single e di vivere in un paese vicino con sua sorella, ma in realtà lui sta per sposarsi e in qualche modo vuole festeggiare l’addio al celibato. Tra qualche ora prenderà un aereo per Tunisi e convolerà a nozze con la sua compagna tunisina. Amanda non sa nulla, ma anche se lo sapesse non cambierebbe di molto le sorti di quella serata e il suo tragico destino, perché lui è bello e lei, pensa, di non aver mai avuto un uomo così. Allora ride, allora ordina un altro spritz per due, ovviamente paga lei e quando le luci del locale si spengono i due si ritrovano nella macchina di lei e dopo solo un centinaio di metri imboccano una piccola stradina polverosa che dalla provinciale, lungo un piccolo fiume, si immerge per campi.

Lei vuole fare l’amore, glielo dice apertamente, desidera che lui le sollevi le pene d’amore con altro amore. Prosegue lentamente, il posto è desolato, lui però conosce la zona e le dice di fermare l’auto, che è tutto sotto controllo e nessuno li disturberà. Lei però non è tranquilla, sa che qualcuno potrebbe cercarla o addirittura averla seguita. Pensa a Marco, a Luca, a suo marito che sta aspettando il suo ritorno per festeggiare San Valentino.

In lontananza si sentono versi di uccelli notturni e nonostante sia un posto sperduto lei vede dallo specchietto due fari che si avvicinano. Forse la polizia o forse qualcuno che si sente tradito, ma l’auto passa e non si ferma e Amanda tira un sospiro di sollievo. Di nuovo buio, silenzio, il rumore della notte e i versi delle rane in amore. Al chiaro di luna si baciano, lui è impaziente, la chiama principessa, le toglie il reggiseno, le mutandine, gioca col suo seno, la bacia tra le cosce e lei si abbandona e lo accoglie dentro di sé.

Gode Amanda gode, nonostante abbia già fatto l’amore due volte, gode e urla come se fosse la prima volta, ma non sa che è l’ultima! Poi si rilassa su quei sedili e solo a quel punto, si rende conto che è maledettamente tardi. Sono quasi le nove e mezza, si è dimenticata di avvertire casa, suo marito l’avrà già data per dispersa, forse ha chiamato sua madre o addirittura la polizia. Presa dal panico dice ad Amel che deve andare, ma lui la vorrebbe ancora, la stringe, l’abbraccia, cerca di prenderla, vuole festeggiare al meglio il suo addio al celibato, ma lei si ribella, si divincola da quella stretta ed esce dall’auto. Fa qualche passo, poi inciampa dentro quel buio, si rialza e si nasconde dietro un anfratto perché nel frattempo vede un’altra auto passare, diversa da quella di prima.
Non distingue il colore, vede solo un’ombra, ma è certa che le due auto che stanno facendo il giro della zona appartengono ai due uomini che ha appena tradito.
Ha il cuore in gola, rimane nascosta per una decina di minuti, poi si fa coraggio, torna verso la sua auto, ma Amel non c’è più, è scomparso, lei lo chiama, nessuno risponde, ha paura. Deve chiamare casa e cerca il suo telefono, ma non lo trova, forse lo ha perso quando è uscita di corsa dall’auto ed è inciampata, ma ora non c’è tempo da perdere, allora si affretta e sale in macchina…

*****

Sono le sette del mattino del 15 Febbraio quando un passante chiama la polizia e dice di aver trovato in un campo lungo il fiume un’auto completamente bruciata con dentro un corpo di donna mezzo carbonizzato. Accorrono immediatamente due volanti della polizia, scattano subito le prime indagini, purtroppo quel corpo è di Amanda Bruni, e il decesso, secondo il medico legale è avvenuto verso le due del mattino. Vengono interrogati alcuni abitanti della zona e un contadino conferma di aver visto un bagliore proprio a quell’ora.

Tramite il suo telefono risparmiato dal fuoco e ritrovato a poca distanza vengono analizzati gli ultimi spostamenti di Amanda, gli incontri e le conoscenze. Per la polizia è un gioco da ragazzi ritracciare i cinque uomini della sua recente vita. Vengono interrogati e messi sotto torchio, ma sia Carlo, Marco, Luca, Amel e suo marito hanno un alibi di ferro. Il tunisino conferma l’incontro, di averci fatto l’amore e di averla lasciata in quel posto verso le dieci di sera. E quindi che cosa ha fatto Amanda da quell’ora fino all’ora stabilita della morte? Chi ha incontrato? Domande che non avranno risposta.

Dall’analisi scientifica dei resti di Amanda risparmiati dal fuoco vengono fuori le tracce seminali di Marco, di Luca e di Amel. La polizia restringe il cerchio dei sospettati, procede a nuovi interrogatori, ma i loro Gps confermano che Marco in quelle ore era a casa con la moglie, Luca aveva il turno di notte in fabbrica e Amel era in auto in direzione dell’aeroporto per prendere il suo low cost.

Nessuno quindi è colpevole e due mesi dopo il giudice stabilirà che Amanda è morta, sì ammazzata, ma bruciata dall’amore.









Questo racconto è opera di pura fantasia.
Nomi, personaggi e luoghi sono frutto
dell’immaginazione dell’autore e non sono da
considerarsi reali. Qualsiasi somiglianza con
fatti, scenari e persone è del tutto casuale.


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