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RACCONTO

Adamo Bencivenga
AMANDA BRUCIATA
DALL’AMORE
Amanda è innamorata dell’amore qualunque
sia, ovunque sia, nella scena di un film, dentro un racconto
d’appendice, nella poesia di una stanza d’albergo, nelle pieghe
della sua pelle di seta, in un bacio appassionato, negli occhi di un
coetaneo o tra le mani esperte di un uomo adulto

Eccola Amanda Bruni con la
sua vita di appena 27 anni e la sua anima inquieta che
ama l’amore, i sogni e tutto ciò che la fa evadere,
vibrare, camminare a piedi nudi nel mondo delle favole e
sentire il suo cuore battere, la sua pelle fremere. Sì
perché Amanda è innamorata dell’amore qualunque sia,
ovunque sia, nella scena di un film, dentro un racconto
d’appendice, nella poesia di una stanza d’albergo, nelle
pieghe della sua pelle di seta, in un bacio
appassionato, negli occhi di un coetaneo o tra le mani
esperte di un uomo adulto.
Sin da piccola lei sa
che la sua vita è una missione, si sente una Dea che
regala emozioni, una musa che ispira e dona bellezza.
Semplice come il pane caldo appena sfornato, bella,
bella come il grano a giugno o le viole a marzo. I suoi
capelli sono biondi, una cascata soffice di primavera, i
suoi seni mele verdi colte appena acerbe. Ed eccola
Amanda a scuola con il viso da adolescente che non
risparmia baci, eccola Amanda più grande che si concede,
convinta che sia nata per dare vibrazioni in un vortice
frenetico che non ha inizio e non ha fine. Ha
raccolto i suoi capelli, il colore è sempre di grano, i
suoi occhi invece sono profondi, spirituali come
l’incenso, chiari come l’alba quando s’alza un po’ di
vento, ma sono assenti, velati, racchiusi nel suo mondo,
perché lei pensa all’amore e gelosa raccoglie quei
segreti come i suoi capelli nella crocchia.
Amanda ha fretta, sente gli anni passare e sa che non
può aspettare, il mondo come una platea la reclama, ha
bisogno di lei, e allora in nome di quella frenesia
s’innamora di un ragazzo per bene, senza grilli per la
testa, ci fa l’amore, rimane incinta e si sposa. Già
Amanda è madre di una bimba, ma quell’evento non la fa
crescere, perché Amanda è lei stessa una bambina,
vittima della sua fragilità emotiva e come tale si
comporta.
Decide comunque di provare, di
dedicarsi completamente a sua figlia, ma tra ruttini e
pappine ben presto si rende conto che quella vita le va
stretta, lei continua a vivere nelle favole tra nani e
cavalieri, vergini e ninfe, e suo marito non è certo un
principe azzurro. Certo sì, ci prova ancora, ma la
disillusione arriva subito, passa giorni in casa tra
apatia e torpore, tra sogni e rimpianti. Quella vita
isolata non fa per lei e allora cerca un lavoro, uno
qualsiasi che la faccia uscire da quel senso di
oppressione e darsi a quel grande palcoscenico che è il
mondo.
Lei è bella, appariscente, occhi azzurri
cielo e bionda al punto giusto e non ha difficoltà a
farsi assumere come segretaria in un’azienda poco
distante da casa. I primi tempi si sente risollevata,
conosce nuove persone, un nuovo mondo, i sorrisi gentili
dei colleghi, le piccole attenzioni e i grandi sguardi,
ma per lei è anche un modo di sentirsi attiva, un modo
per esprimere il suo magnetismo perché in quella ditta
non ci sono colleghe donne e lei gioco forza si sente
viziata e coccolata.
Amanda scherza e ride con
tutti, finché ben presto si rende conto che quel mondo
non è quello delle fiabe e i suoi abitanti non sono
piccoli gnomi o efebi inoffensivi, ma uomini reali con i
propri difetti e le proprie mire. Ha delle avances
certo, più o meno esplicite, del resto lei ama sedurre e
farsi corteggiare, ma la cosa diventa seria quando a
farsi avanti è il titolare della ditta. Al secolo Carlo
Bravi, un uomo piccolo e calvo con le mani grasse, la
fronte perennemente sudata, circa venti anni più di lei
e dieci centimetri in meno di altezza. Sta di fatto che
lui la corteggia, la circuisce, le fa mille complimenti,
la elogia per il suo impegno, per le sue gonne e i suoi
tacchi, finché un giorno la invita nel suo ufficio e le
fa capire che è attratto da lei, perfino innamorato.
Amanda è sorpresa, ma ammaliata da quelle parole e,
nonostante quell’uomo non le piaccia affatto,
s’intenerisce davanti a quell’attenzione smisurata. La
sera a casa ci pensa, tra l’altro lui è sposato, ma
anche lei lo è, per cui decide di non decidere e farsi
trasportare dagli eventi. E gli eventi sono
immancabilmente un invito per un caffè e un passaggio in
auto con la bella Ferrari rossa del capo. Lei non è
attaccata ai beni materiali, lei vive di sogni, ma
quell’auto rappresenta per lei una carrozza trainata da
quattro cavalli bianchi.
In auto lui si lascia
andare a qualche confidenza e allora le parla della sua
vita piatta e noiosa, di una moglie che non lo capisce e
dei suoi sogni mai realizzati. Lei lo ascolta, lo sente
vicino, del resto anche lei sta vivendo la stessa
situazione per cui quando lui le propone una cena
romantica in collina per la sera successiva lei non ci
pensa un attimo ed accetta. Sì ok non le piace
fisicamente, ha anche uno strano odore, ma si sente
onorata da quell’invito da parte di un uomo adulto e per
giunta il suo capo.
A casa si guarda più volte
allo specchio, lei non si considera bella e per questo
si chiede per quale motivo un cinquantenne benestante
che viaggia in Ferrari abbia perso la testa per lei.
Comunque inventa una scusa a suo marito, gli dice che è
una cena aziendale in allegria e mentre si prepara,
chiusa in bagno, le vengono dubbi su cosa indossare, ma
poi decide per una gonnellina a pieghe maliziose e un
paio di tacchi alti che non sono per nulla adatti ad una
serata scanzonata, ma è sicura del fatto che suo marito
perennemente distratto non ci farà caso. E in effetti è
così.
Uscendo saluta sua figlia e dà un bacio a
suo marito, addirittura gli dice “ti amo” perché ormai
sa che potrebbe succedere, non sa ancora cosa, ma quando
scende le scale percepisce un’aria diversa, si sente
libera e intraprendente, sente che può dare amore e
riceverlo. E succede certo che succede! Nella bella auto
rossa del capo dopo la cena, mentre lui la sta
riaccompagnando a casa, le dice che non ha mai
conosciuto una donna così sensuale e nel contempo
dolcissima, ingenua e maliziosa, una via di mezzo tra
una femme fatale e una ragazzina, insomma un agro dolce
a cui è difficile resistere.
La strada scorre e
l’atmosfera si fa calda, lui nel buio dell’auto osa e le
accarezza il ginocchio, le fa i complimenti per quella
calza velata, poi immancabilmente ferma la macchina in
un grande parcheggio deserto. Lei sa cosa sta per
succedere, ma non dice nulla, anzi toglie il soprabito
pronta a ricevere ogni tipo di attenzione. Lui è
impaziente, non vede l’ora di baciarla, intanto le
accarezza le gambe e non solo il ginocchio, anzi quella
mano sale, sale fino al paradiso e durante il tragitto
lui elogia il ricamo della sua calza nera e la stoffa
leggerissima delle sue mutandine di pizzo.
Amanda
si guarda intorno, beh sì, forse avrebbe preferito una
suite d’albergo qualcosa di più adatto al suo sogno e
magari un uomo diverso che non avesse quell’odore, ma
non ha ripensamenti, anzi, sa che per saziare la sua
indole romantica occorre scendere a patti e soffocare
l’eterna bambina che è in lei. Allora prende
l’iniziativa e si mostra come una donna sicura, schiude
le sue gambe come i petali di un fiore perché sa che
quel gesto non ha bisogno di spiegazioni, lui incredulo
l’ammira e lei prende coraggio e senza che lui glielo
chieda apertamente scivola lentamente in basso fino a
respirare quelle intimità sconosciute.
Certo,
quel sesso ha una forma strana e un sapore diverso, ma
Amanda vuole mettersi alla prova e capire quanto ci
voglia per soddisfare un uomo che non sia suo marito e
quanto lei sia in grado di farlo. Sa che tramite quel
sesso potrà avere quello che desidera, sentirsi una
regina, una donna che, indipendentemente dal marito,
conquista i suoi spazi di libertà, e allora ci mette più
impegno, tutta se stessa, la sua lingua scivola su quel
piacere, si ferma, riprende, ci mette più foga, ardore,
perfino l’amore anche se immagina che è solo l’inizio e
il resto deve ancora accadere… Lei orgogliosa di
quell’eccitazione non aspetta altro che quel piacere di
maschio esploda nella sua bocca e allora Amanda non
demorde e alla fine quando sente quel sapore diverso sul
suo palato intimamente e in gran segreto esulta.
Eccola Amanda che ritorna a casa, convinta che più
che amore è stata una sfida con se stessa. Beh sì, non
c’erano principi in quel parcheggio e quell’auto non era
una carrozza, ma è contenta e si sente bene, perché
Amanda non è innamorata di quell’uomo, ma dell’Amore!
Certo sì, lei non ha goduto ed avrebbe voluto camminare
leggera e sospesa dentro una favola, ma questo per ora è
poco importante. In macchina sente ancora quel sapore
nella sua bocca, strano, diverso, forse più acido,
allora accende la radio e canta una vecchia canzone di
Laura Pausini, col finestrino aperto respira quella
notte e il suo primo vero certo tradimento!
Durante la notte, distesa nel suo letto accanto a suo
marito, ci pensa, con la punta della lingua cerca ancora
tracce di quel sapore e si chiede quanto sia stata brava
e quanto quell’uomo abbia goduto per suo merito. Non è
delusa, anzi si sorprende quanto sia stato facile
sentirsi femmina ed avere tutte le attenzioni per lei.
Il giorno dopo al lavoro indossa la stessa
gonnellina, mette un filo di rossetto e una camicetta
trasparente. Carlo Bravi durante il giorno ha solo
occhi e mani per lei, la invita nella sua stanza per
baciarla, toccarla, ringraziarla della serata precedente
e farsi promettere che ce ne saranno tante ancora. Lei
si sente gratificata anche se quell’ometto calvo e
grasso continua a non piacerle. Comunque ci esce ancora
finché lui trova il modo di stare due giorni insieme a
lei per una missione di lavoro.
Ecco la suite a
cinque stelle! Ecco la favola bella, una candela, le
note di un pianoforte, il cameriere con i guanti bianchi
che spina con cura il suo dentice in crosta di patate.
Dopo cena passeggiano mano nella mano tra le fontane e
gli schizzi d’acqua di quel paradiso da ricchi, lui
impaziente la bacia e lei si fa baciare e durante la
notte, in quella meravigliosa stanza dalle pareti rosa,
lei gli offre le sue intimità più profonde e non solo la
bocca, insomma fanno l’amore e lo faranno ancora
all’alba e il giorno dopo, e tornati in sede nei tanti
ritagli di tempo e anche nella stanza del capo quando
rimangono da soli.
La voce inevitabilmente corre
e in ufficio ormai tutti sanno che lei è l’amante del
capo, ma Amanda non ne è entusiasta, perché quella voce
la rende inavvicinabile e la isola, mentre lei ha
bisogno di spaziare e sentirsi protagonista. Insomma
quel ruolo le sta stretto come quei tailleur così
aderenti e quelle scarpe dal tacco impossibile, regalo e
desiderio del capo, che ora porta abitualmente.
Amanda è giovane e cerca altro, in una parola vuole
vivere e sa che può dare molto, ma molto di più. Lui poi
con l’andare del tempo si dimostra noioso, appiccicoso,
vorrebbe tarparle le ali, spezzare il suo entusiasmo
giovanile, la vorrebbe signora dedita solo al suo status
di amante del capo, e quindi Amanda ci pensa, inizia ad
inventare scuse, si allontana. Lui non demorde, sa che
la sta perdendo e allora diventa sempre più opprimente e
lei si rende conto di aver fatto una scelta sbagliata.
Amanda si allontana sì, ma non lo lascia, perché
Amanda è così, lascia tutto incompiuto perché ha paura
di rimanere sola e assolutamente non può vivere senza
Amore, ma cerca altro, inizia a guardarsi intorno, a
partecipare più assiduamente alle uscite con gli altri
colleghi. Il capo non le dà tregua, ovviamente ne è
geloso, cerca di ingabbiarla, ma lei è una farfalla,
volteggia nell’aria, vuole volare di fiore in fiore
finché in quel posto di lavoro entra in confidenza con
un altro collega, anche lui sposato, ma non suda, ha
tanti capelli e soprattutto ha l’entusiasmo dei suoi
stessi anni.
Insomma si piacciono, si sorridono,
si frequentano dopo l’orario di lavoro e dopo qualche
spritz al “Blue Angel” nasce un rapporto che da semplice
amicizia si trasforma dapprima in qualcosa di più serio
e poi in una vera relazione. Lui, Marco, sa che è la
donna del capo, ma la desidera, la pretende, lei si
concede e lui non riesce a stare più un secondo senza di
lei. La riempie di attenzioni, regali e mazzi di rose,
uscite pazze e corse folli per un solo bacio
appassionato e lei pensa davvero di aver trovato l’uomo
giusto, differente da suo marito, differente dal suo
capo, esattamente quello che incontra ogni notte nelle
sue favole. Lui l’adora da impazzire, durante il sesso
si dedica esclusivamente a lei, si preoccupa dei suoi
orgasmi e passa ore a darle piacere con il viso tra le
sue gambe senza pretendere nulla in cambio. Lei in quei
momenti si sente una regina, ha lo scettro e la corona,
si fa adorare appagando in simbiosi quel desiderio di
venerazione.
Dicevo sono entrambi sposati per cui
si vedono nelle ore più improbabili come alle cinque di
mattina prima del lavoro oppure la sera prima di tornare
a casa. Si appartano con l’auto di lei, tra le
sterpaglie lungo il fiume, su uno sterrato vicino la
fabbrica, in un parcheggio dell’Ikea, e quei baci sono
caldi, irresistibili, travolgenti e finiscono ogni volta
per fare all’amore. Amanda è incredula, si concede la
sera e la mattina, lui pretende il suo nettare ogni
volta e lei gode, gode donando a lui la sua anima
liquida. È sconvolta, scombinata, trascura marito e
figlia, mai avrebbe pensato ad un amore così intenso e
così diverso da quello di suo marito, mai avrebbe
pensato di godere così tanto e richiederne ancora.
Lui la possiede anche mentalmente, non si accontenta
dei suoi gemiti, delle sue urla, di quel sesso sempre
umido, disponibile e senza mutandine, di quelle ore
passate insieme, ma vuole di più, possederla in ogni
momento della giornata, anche a distanza, anche la sera
quando lei chiusa nel bagno legge i suoi messaggi hot e
si masturba per il piacere di entrambi.
Lui però
va oltre, la considera di sua proprietà e allora la
marchia, le lascia baci profondi sul collo, sulle
braccia, sul sedere, le sporca di proposito i vestiti e
le calze col suo seme in modo che tutti possano rendersi
conto di quanto quella donna sia sua. E poi Marco va
ancora oltre, da quando ha conosciuto Amanda, non è più
soddisfatto della sua donna e del suo matrimonio, allora
le propone una vita insieme, lo stesso proposito che
Amanda aveva ricevuto dal suo capo.
Amanda è
confusa, ma non si sottrae a quella passione, anzi ne è
compiaciuta e si domanda cosa abbia di così attraente,
di così seducente rispetto alle altre donne. Insomma
quell’amore la trascina, la investe, sembra così tutto
diverso dai suoi amori precedenti, spesso pensa di aver
fatto la scelta giusta, perché quell’uomo la copre di
messaggi, di attenzioni, di frasi intrise di passione
scritte su bigliettini, sui muri dell’azienda, ma pensa
anche di aver fatto la scelta sbagliata perché lui è
geloso dell’aria che la circonda, delle sue gonne troppo
corte, dei suoi tacchi a spillo, del rossetto troppo
rosso, delle pause pranzo, degli altri colleghi, di suo
marito e perfino di sua figlia, la quale secondo lui
sottrae tempo prezioso al loro amore. E quella gelosia
non si arresta, lui comincia a dirle che è immorale per
una donna vivere con due uomini, che suo marito è di
troppo e deve essere lei, e soltanto lei, che deve fare
una scelta.
Lei prende tempo, inizia a
tentennare, ma la gelosia possessiva di lui non si
arresta. Le controlla il telefono, i movimenti, il tempo
che impiega per andare a casa, gli sguardi. Addirittura
le misura l’intensità delle sue vibrazioni, il volume
delle sue urla, la viscosità del suo nettare, perché
Marco ha paura di non appagarla, ha paura che lei non
goda e faccia finta. Diventa così ossessivo che
inevitabilmente arrivano le prime litigate, anzi è lui
che la offende, le dice che è una poco di buono, le dice
anche altro di più pesante, ma lei lascia correre,
finché si accorge di aver il telefono sotto controllo,
lei glielo fa presente ed arriva il primo schiaffo ed è
lì che lei inizia a pensare che ci sia qualcosa di
insano in quell’amore troppo morboso.
Amanda a
quel punto cerca di sottrarsene, ma lo ama, allora va in
terapia per salvare se stessa, il suo matrimonio e la
sua bambina. Ma nonostante questo non riesce ad
interrompere quel rapporto, suo marito inizia a
sospettare e lei lo riempie di bugie, che secondo lei
sono a fin di bene, perché è convinta che lo stia
proteggendo, ma nel contempo sa che quel castello di
menzogne potrebbe crollare da un momento all’altro.
Non sa cosa fare, incespica, barcolla, quel troppo
amore forse è davvero troppo, vuole confidarsi, parlare
con qualcuno per capire, ma Amanda non ha amiche!
S’indigna si arrabbia con se stessa, si chiede perché
mai gli uomini debbano a tutti i costi possedere per
amare?
Allora chiede aiuto a suo marito, gli dice
che sta passando un momento no, che è fragile, lui non
capisce si dimostra freddo, indifferente. In ufficio
accetta di nuovo le avances del capo, ci fa l’amore in
un albergo a pochi passi dal mare di nascosto da Marco,
ma Amanda sa che è anche quello è un grosso buco
nell’acqua. Con Marco la situazione non cambia, lui la
venera e la minaccia ed allora all’uscita dell’ufficio,
con un temporale che incombe, accetta un passaggio da un
altro collega. Luca è un tipo con la barba e la faccia
da buono, che lei considera amico. Lui gentile
l’accompagna a casa, ma poi le strappa un aperitivo per
la sera successiva. Amanda lo fissa negli occhi,
percepisce che può fidarsi e confidarsi e una sera di
nascosto da suo marito, dal suo capo Carlo, che dopo
quella volta ha ripreso a mandarle messaggi
strappalacrime, e da Marco si vedono in un bistrot fuori
mano sulla provinciale.
Lei vuota il sacco e le
confida ogni cosa, sì certo, anche l’amore e il sesso
col capo, anche le macchie di Marco sui suoi collant in
segno di devozione, anche la freddezza di suo marito.
Parlando alla fine si sente sollevata, il collega
sorpreso da quel racconto, è quasi smarrito, vuole
capire e fa domande intime, ma ha gli occhi buoni, lo
sguardo tenero, le labbra morbide e lei lo asseconda. Sì
esatto, perché quando stanno per salutarsi davanti alla
sua auto, lui la bacia e lei ci sta, lui l’accarezza tra
le gambe e lei si inumidisce. Dopo meno di dieci minuti
finiscono in un parcheggio, diverso da quelli che
frequenta con Marco e fanno l’amore. Anche l’amore è
diverso, il ragazzo la penetra dolcemente, le bacia ogni
centimetro della sua pelle e addirittura le dice che le
vuole bene, che vuole proteggerla. Amanda in un brodo di
giuggiole sprofonda in quel mare di tenerezza e lo prega
di prendersi cura della sua anima ossia l’unica cosa che
non ha ancora dato all’altro, ma lo avverte anche della
sua volubilità, del suo essere fragile, dell’amore per
l’amore e la sua incapacità a legarsi.
Poi torna
a casa, sono le tre di mattina, è confusa, ma sta bene,
sa che tra meno di due ore suonerà la sveglia, ma per
fortuna il marito dorme e lei si addormenta sulla
poltrona nella stanza della figlia. Dopo due ore si
alza, il suo telefono è già stracolmo di messaggi, sia
Marco che Luca si sono alzati prima di lei, presto,
prestissimo per inondarla d’amore, di cuori e da “tra
poco ci vediamo”. Lei è combattuta, ma sotto sotto
le fa piacere essere così desiderata. Il primo non sa
del secondo, il secondo sa del primo per cui decide di
incontrare il primo fuori dal lavoro, dentro quella
macchina che è ormai a tutti gli effetti la sua alcova.
Mentre fa l’amore con Marco sente le vibrazioni del suo
telefono, vibrazioni che le dicono quanto qualcuno in
quel momento la stia reclamando, che vuole la stessa
cosa che ora lei sta dando ad un altro. E Amanda gode,
gode per quel sesso che la penetra incessantemente, ma
gode anche per quelle vibrazioni che la fanno stare di
fatto al centro di un assoluto desiderio.
Fin qui
aveva ignorato che sarebbe bastato dare una piccola
parte di sé per sentirsi una regina, per avere
attenzioni ed uno smisurato affetto. Allo specchio si
guarda e le sembra incredibile che quel taglio di pelle
possa far muovere il mondo… Si sente donna e giorno dopo
giorno tra segreti e sotterfugi scopre il vero valore
del suo essere femmina sperando con tutta se stessa che
questo suo fascino, che lei non vede, ma percepisce
negli altri, non si esaurisca per nulla al mondo.
Lei vuole sentirsi libera, assaporare il gusto di
sentirsi preda, ma allo stesso tempo non soggiogata.
Insomma non rinuncerebbe mai al richiamo del suo tesoro
inestimabile che sente tra le gambe, anzi vuole
centellinare e gustarsi ogni momento ed avere il diritto
di non decidere.
Ormai è un fiume in piena e non
riesce più a fermarsi, non passa giorno che non fa
l’amore, anche con uomini diversi, anche più volte al
giorno, donando a tutti la stessa rosa e saziandosi più
di quel regalo che offre che di ciò che riceve.
Ma quel fatidico e tragico giorno sta arrivando, lo
sente che dovrà fare i conti con gli altri e soprattutto
con se stessa. Si alza presto, prepara la colazione per
la figlia, si veste, si trucca, indossa un tubino rosso
aderente, una calza nera ed esce in fretta da casa.
Incontra Marco nel solito piazzale, lui è a dir poco
entusiasta di quella visione, lei ci fa l’amore, ma la
sua mente è troppo vigile e il suo corpo non è per nulla
sazio. Amanda ha bisogno di abbandonarsi completamente,
ha bisogno di più amore e allora nella pausa pranzo
manda un messaggio a Luca, si vedono sempre in macchina
poco distante dalla fabbrica, lei lo prega di riempire
quel vuoto che sente dentro e si lascia andare.
Amanda sa che questo è un gioco al massacro, ma la sua
esuberanza non ha limiti anche se di fatto è ad un
bivio, i due le dicono di amarla più di se stessi e le
loro pretese si fanno sempre più strette, non
considerando poi i sospetti di suo marito e le avances
del suo capo sempre disposto a ricominciare.
Che
fare? All’uscita dal lavoro invece di fare ritorno a
casa, decide di dedicare un po’ di tempo a stessa e
rimanere sola, insomma gustarsi un momento tutto suo e
perché no, uno spritz al “Blue Angel”.
Lei ha
già fatto l’amore due volte in quella giornata,
qualsiasi altra donna si sentirebbe appagata, ma lei è
diversa. Quel giorno poi è San Valentino, la festa degli
innamorati, e lei non può non festeggiare, perché Amanda
è innamorata dell’amore e deve prima di tutto celebrare
se stessa! I due nel frattempo le mandano messaggi
disperati, di una dolcezza quasi minacciosa, la
pretendono, la vogliono, esplicitamente le dicono che
bramano quel tesoro che ha tra le gambe. Marco le scrive
esplicitamente che desidera la sua fica, Luca la sua
bocca calda ed entrambi chiedono dove sia in quel
momento.
Lei legge con soddisfazione, si sente
importante, si bagna ad ogni parola, ma sa anche che sta
complicando maledettamente la sua vita. Tra l’altro suo
marito le ha scritto che ha prenotato un tavolo in un
ristorante in collina per festeggiare insieme San
Valentino.
Ed è proprio seduta in quel bar che
tra un messaggio del capo che la reclama almeno per
quella sera, un vocale di Marco, una dolcezza di Luca e
una premura di suo marito, che davanti ai suoi occhi si
materializza un ragazzo moro, alto, di origini
magrebine, bello da morire. Ha una maglia aderente che
mette in risalto i suoi muscoli ben definiti, due occhi
carbone e un incedere che non ammette ripensamenti. Lui
le passa vicino e le sorride e lei non si sottrae tanto
da invitarlo al suo tavolo. Ripensa a Marco, a Luca e in
dubbio su chi scegliere crede davvero che quel ragazzo
moro sia la sua salvezza, il destino fatto persona che
la porterà di nuovo in un mondo diverso.
Lui si
siede, le chiede una sigaretta, poi parlano, scherzano,
lei si sente più leggera, diversa, sta al gioco, allo
scherzo. Lui le dice di chiamarsi Amel, di avere 25 anni
e di essere single e di vivere in un paese vicino con
sua sorella, ma in realtà lui sta per sposarsi e in
qualche modo vuole festeggiare l’addio al celibato. Tra
qualche ora prenderà un aereo per Tunisi e convolerà a
nozze con la sua compagna tunisina. Amanda non sa nulla,
ma anche se lo sapesse non cambierebbe di molto le sorti
di quella serata e il suo tragico destino, perché lui è
bello e lei, pensa, di non aver mai avuto un uomo così.
Allora ride, allora ordina un altro spritz per due,
ovviamente paga lei e quando le luci del locale si
spengono i due si ritrovano nella macchina di lei e dopo
solo un centinaio di metri imboccano una piccola
stradina polverosa che dalla provinciale, lungo un
piccolo fiume, si immerge per campi.
Lei vuole
fare l’amore, glielo dice apertamente, desidera che lui
le sollevi le pene d’amore con altro amore. Prosegue
lentamente, il posto è desolato, lui però conosce la
zona e le dice di fermare l’auto, che è tutto sotto
controllo e nessuno li disturberà. Lei però non è
tranquilla, sa che qualcuno potrebbe cercarla o
addirittura averla seguita. Pensa a Marco, a Luca, a suo
marito che sta aspettando il suo ritorno per festeggiare
San Valentino.
In lontananza si sentono versi di
uccelli notturni e nonostante sia un posto sperduto lei
vede dallo specchietto due fari che si avvicinano. Forse
la polizia o forse qualcuno che si sente tradito, ma
l’auto passa e non si ferma e Amanda tira un sospiro di
sollievo. Di nuovo buio, silenzio, il rumore della notte
e i versi delle rane in amore. Al chiaro di luna si
baciano, lui è impaziente, la chiama principessa, le
toglie il reggiseno, le mutandine, gioca col suo seno,
la bacia tra le cosce e lei si abbandona e lo accoglie
dentro di sé.
Gode Amanda gode, nonostante abbia
già fatto l’amore due volte, gode e urla come se fosse
la prima volta, ma non sa che è l’ultima! Poi si rilassa
su quei sedili e solo a quel punto, si rende conto che è
maledettamente tardi. Sono quasi le nove e mezza, si è
dimenticata di avvertire casa, suo marito l’avrà già
data per dispersa, forse ha chiamato sua madre o
addirittura la polizia. Presa dal panico dice ad Amel
che deve andare, ma lui la vorrebbe ancora, la stringe,
l’abbraccia, cerca di prenderla, vuole festeggiare al
meglio il suo addio al celibato, ma lei si ribella, si
divincola da quella stretta ed esce dall’auto. Fa
qualche passo, poi inciampa dentro quel buio, si rialza
e si nasconde dietro un anfratto perché nel frattempo
vede un’altra auto passare, diversa da quella di prima.
Non distingue il colore, vede solo un’ombra, ma è
certa che le due auto che stanno facendo il giro della
zona appartengono ai due uomini che ha appena tradito.
Ha il cuore in gola, rimane nascosta per una decina di
minuti, poi si fa coraggio, torna verso la sua auto, ma
Amel non c’è più, è scomparso, lei lo chiama, nessuno
risponde, ha paura. Deve chiamare casa e cerca il suo
telefono, ma non lo trova, forse lo ha perso quando è
uscita di corsa dall’auto ed è inciampata, ma ora non
c’è tempo da perdere, allora si affretta e sale in
macchina…
*****
Sono le sette del mattino
del 15 Febbraio quando un passante chiama la polizia e
dice di aver trovato in un campo lungo il fiume un’auto
completamente bruciata con dentro un corpo di donna
mezzo carbonizzato. Accorrono immediatamente due volanti
della polizia, scattano subito le prime indagini,
purtroppo quel corpo è di Amanda Bruni, e il decesso,
secondo il medico legale è avvenuto verso le due del
mattino. Vengono interrogati alcuni abitanti della zona
e un contadino conferma di aver visto un bagliore
proprio a quell’ora.
Tramite il suo telefono
risparmiato dal fuoco e ritrovato a poca distanza
vengono analizzati gli ultimi spostamenti di Amanda, gli
incontri e le conoscenze. Per la polizia è un gioco da
ragazzi ritracciare i cinque uomini della sua recente
vita. Vengono interrogati e messi sotto torchio, ma sia
Carlo, Marco, Luca, Amel e suo marito hanno un alibi di
ferro. Il tunisino conferma l’incontro, di averci fatto
l’amore e di averla lasciata in quel posto verso le
dieci di sera. E quindi che cosa ha fatto Amanda da
quell’ora fino all’ora stabilita della morte? Chi ha
incontrato? Domande che non avranno risposta.
Dall’analisi scientifica dei resti di Amanda risparmiati
dal fuoco vengono fuori le tracce seminali di Marco, di
Luca e di Amel. La polizia restringe il cerchio dei
sospettati, procede a nuovi interrogatori, ma i loro Gps
confermano che Marco in quelle ore era a casa con la
moglie, Luca aveva il turno di notte in fabbrica e Amel
era in auto in direzione dell’aeroporto per prendere il
suo low cost.
Nessuno quindi è colpevole e due
mesi dopo il giudice stabilirà che Amanda è morta, sì
ammazzata, ma bruciata dall’amore.
|
Questo racconto
è opera di pura fantasia. Nomi, personaggi e
luoghi sono frutto dell’immaginazione
dell’autore e non sono da considerarsi reali.
Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari e
persone è del tutto casuale.
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