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RACCONTO

Adamo Bencivenga
CHIAMAMI MADDALENA!
Lasciato da sua moglie, Luca,
incontrando per caso la sua ex suocera, cerca in quella
somiglianza appassita di rivivere per qualche momento la sua
storia passata

Divorziato da circa dieci
anni, Luca si aggirava con aria smarrita tra i banchi
del mercato rionale, certo nei primi tempi era stata
dura, ma ora riusciva a distinguere un broccoletto da
una cima di rapa, un dentice da una spigola. Lui, alto,
moro, un bell’uomo sempre vestito elegante, aveva appena
compiuto cinquantadue anni e mai avrebbe creduto a
quell’età di ritrovarsi lì solo tra quei banchi. Il
suo matrimonio del resto era sempre andato a gonfie vele
e tra lui e sua moglie Maddalena, durante il matrimonio,
vi era stata la giusta separazione dei compiti. Certo sì
non erano venuti figli, ma la loro sintonia era stata
sempre perfetta, finché un maledetto mattino di un
sabato normale, mentre era in bagno a radersi la barba,
sua moglie, seduta sulla vasca da bagno, gli aveva
comunicato la triste notizia.
Praticamente una
lama appuntita che, non avendo incontrato la minima
resistenza, si era infilzata a fondo nel suo cuore
provocandogli diverse ferite mai più rimarginate. In
poche parole scarne e senza alcuna emozione gli aveva
comunicato di avere un altro, una storia che durava da
qualche anno, per cui, senza alcun ripensamento, aveva
deciso di rifarsi una vita con il nuovo compagno: “Luca,
mi dispiace, ma è ora che tu sappia…” Ma quel dispiacere
di sua moglie era solo di facciata dato che gli diede
solo qualche settimana di tempo per trovarsi un’altra
sistemazione, anche perché la casa dove abitavano con un
cane, due gatti e suocera annessa era di proprietà del
padre di lei, morto circa dieci anni prima.
Luca,
innamorato pazzo di sua moglie, in quei momenti e tutti
i giorni a seguire si chiese più volte dove avesse
sbagliato e perché mai la sua bellissima consorte avesse
preferito un altro uomo a lui. In un attimo aveva
ripassato tutta la sua vita recente insieme a lei, non
trovando il minimo screzio nei loro anni insieme. Certo
Maddalena sapeva fingere, da ragazza aveva studiato arte
drammatica, ma allo stesso modo non si capacitava come
fosse stato possibile non accorgersi di nulla. Aveva
anche provato a chiedere spiegazioni, ma lei si era
chiusa in un mutismo impenetrabile lasciandogli poche
speranze.
Proprio tra quei banchi, assorto nei
suoi pensieri, ad un tratto sentì una voce femminile
alle sue spalle. Il tono era così familiare che ci volle
meno di un secondo per riconoscere la voce di Sandra, la
sua ex suocera. Da quando si era separato non l’aveva
più rivista e da un breve calcolo a mente realizzò che
quella donna era ormai sull’orlo dei settant’anni e, da
quella breve occhiata, doveva ammettere che il suo
charme e i suoi vestiti non erano più quelli di un tempo
così come l’aspetto incantevole aveva lasciato il posto
ad una donna abbastanza dimessa. Insomma non era più la
brillante vedova allegra che aveva vissuto con figlia e
genero dopo la morte del marito.
Da quando era
rimasta vedova Sandra si era dedicata completamente a
sua figlia e di conseguenza a Luca, mandando avanti la
casa e togliendo loro ogni preoccupazione materiale. Poi
però quando le cose tra figlia e genero si erano messe
male, aveva preso decisamente le parti di Luca. Più di
una volta aveva passato serate intere ad ascoltarlo
cercando sempre di dargli una parola di conforto.
Insomma tra pena e compassione si era avvicinata così
tanto a Luca che aveva iniziato a nutrire qualcosa nei
confronti del genero, che non era propriamente un
sentimento di parentela acquisita.
Durante una
di quelle sere, prima che lui lasciasse definitivamente
quella casa, gli aveva fatto capire, tra il gioco e il
semiserio, che non avrebbe disdegnato qualcosa di più di
qualche confidenza. Sandra del resto non perdeva giorno
di mostrarsi nel pieno della sua maturità di vedova
sessantenne e sensuale, tanto che un pomeriggio soli in
casa, in assenza della figlia, gli disse: “Sarei
disposta a tutto per farti dimenticare Maddalena…” Luca
però, affranto dalla situazione e completamente
innamorato della moglie aveva fatto cadere ogni tipo di
possibilità ignorando quelle avances.
Ora Luca
era lì tra i banchi di quel mercato con la sua ex
suocera carica di sacchetti della spesa. Lei come al
solito aveva iniziato a parlare velocemente mangiandosi
le parole e lui, tra ricordi e presente, comprese
semplicemente che a lei avrebbe fatto piacere se
l’avesse aiutata con la spesa e accompagnata a casa. Ci
pensò un attimo, ma poi più che per galanteria, ma
curioso di avere notizie di sua moglie e come se la
passasse con il compagno, aveva acconsentito.
Giunti sotto il portone di casa lei lo aveva invitato
più volte a salire. Certo erano passati dieci anni e
rivedere quella casa dove aveva abitato con sua moglie
non gli faceva di certo piacere. “Dai solo un caffè…”
Lo pregò lei, prendendolo sottobraccio, e lui nonostante
avesse messo una banale scusa di lavoro, accettò a
malincuore l’invito.
Quando entrò si accorse che,
nonostante i dieci anni passati, in quella casa non era
cambiato assolutamente nulla, come il portaombrelli nero
in ingresso, la cassapanca in fondo, le stampe
thailandesi lungo il corridoio, perfino la carta a fiori
e la fruttiera sul tavolo di cucina, le quattro sedie di
paglia intrecciata, insomma tutto come prima, tutto come
sempre. Luca dopo aver poggiato i sacchetti della spesa
sul tavolo, involontariamente si sedette al suo solito
posto, con le spalle contro il muro e davanti ai
fornelli. Avvertì un forte disagio tanto che si promise
di rimanere giusto il tempo di un caffè.
“Sai
ormai ci vivo da sola qui, Maddalena dopo circa due anni
dalla vostra separazione ha pensato bene di andare
vivere col suo compagno. E questa casa per me è troppo
grande. Sai passo giornate intere senza vedere nessuno e
alle volte mi viene la nostalgia quando ripenso alle
nostre serate in allegria…” Luca in difficoltà cercò
nella sua mente una frase qualsiasi: “Beh eravamo più
giovani di adesso e di sicuro più spensierati.”
Sandra prese la moca e voltandosi verso di lui rispose:
“Sai, non ho mai capito la scelta scellerata di mia
figlia…” Luca avrebbe voluto rispondere che anche lui
dopo dieci anni ancora si chiedeva la ragione, ma poi
chiosò banalmente: “Al cuore non si comanda…” Lei
sorrise e forse per distoglierlo da quel pensiero triste
disse: “Sai ho pianto quando sei andato via… Tra l’altro
non mi hai neanche salutata…” Quella frase rimase
così sospesa nell’aria che per l’imbarazzo Luca prima
sorrise e poi disse: “Tua figlia non mi ha lasciato
scelta. Quelle settimane passate qui, dopo la sua
decisione, sono state un inferno e non vedevo l’ora di
andare via. Pensa che i primi tempi sono andato a vivere
in una squallida pensioncina.” Poi aggiunse: “Dici che
se fossi rimasto ancora un po’ avrei potuto
riconquistarla?” Lei lo guardò piena di tenerezza:
“Dico che tra noi in quel periodo si era creata una
bella intesa complice forse più intensa di quella che
avevi con tua moglie. Non so se avresti potuto
riconquistarla, ma a me non costava nulla ascoltarti e
darti qualche speranza, anche se sapevo benissimo che ti
stavi logorando per la gelosia.”
Luca la guardò
così intensamente che davanti a sé dentro una specie di
miraggio dai contorni sfumati gli apparve la donna
affascinante di anni prima. Seppur con qualche decina di
anni in più in quelle movenze rivedeva sua moglie. Si
emozionò ricordando Maddalena con i suoi tubini neri
aderenti che a fatica contenevano il suo seno
esuberante. Alla fine disse: “Sono stato stupido vero?”
Lei credendo che si rivolgesse a lei e non a sua figlia
disse: “Ma no, non avrei mai potuto sostituire
Maddalena. Del resto venticinque anni più di lei non
sono poca cosa e tu di certo ne avresti notato la
differenza… Però devo ammettere che ci ho pensato, del
resto eri solo e per giorni ho aspettato che ti
rifacessi vivo…” Luca, forse per non deluderla, non
chiarì i suoi pensieri e si adagiò su quell’ambiguità:
“Ma tu non me lo hai mai detto…” E Sandra rise
maliziosamente: “Dici che ce ne sarebbe stato bisogno? E
poi mi chiedo… Sarebbe servito?”
Luca assorto nei
suoi pensieri ignorò la domanda preferendo chiedersi
come fosse in quel momento il corpo di sua moglie e
quanto avesse subito lo scorrere del tempo. Quella casa
gli ricordava tutto di lei, perfino il posacenere in
onice e le tende a rete da pesca che avevano comprato
insieme in una fiera di paese vicino Genova. Ormai erano
passati tanti anni, ma quel sentimento verso sua moglie
era rimasto solido e intatto. Certo sì, aveva avuto
altre donne, ma Maddalena era sempre lì nel suo cuore.
Solo a quel punto, rispose alla donna: “In effetti eri
nei miei pensieri… Ricordo il fascino che sapevi
emanare… ma mai avrei osato.” Non era vero, ma a quel
punto decise di rimanere nel gioco. Sandra d’impeto gli
chiese il motivo e lui: “Beh eri mia suocera, mica una
donna qualunque…” Lei scosse la testa mettendo sul
fornello la moca e voltandogli le spalle disse: “Pensi
che sia stata un’occasione sprecata? Mi piacerebbe
tornare a quei tempi sai, magari rivivere quelle
emozioni quando mi sentivo sicura di me stessa, ma mi
rendo conto che sono passati dieci lunghi anni e non
sono pochi. Dai dimmi la verità… ti piacevo davvero? E
cosa pensavi di me?”
Luca cercò nella sua mente
una risposta degna di quella situazione, poi per
enfatizzare il momento si alzò dalla sedia e le andò
vicino: “La sensualità non invecchia e secondo me, se tu
volessi, sapresti ancora sedurre un uomo.” Lei incredula
fece un passo in avanti: “Dai Luca non scherzare, tra
due mesi compio settant’anni e tu sei ancora un
bell’uomo e poi chissà quante donne saranno passate nel
tuo letto e quante ancora faranno la fila. Insomma non
credo assolutamente di essere la donna adatta ai tuoi
desideri.”
Beh sì certo, vedendola così dimessa
Luca non ne era per nulla attratto e guardando il suo
fondoschiena non poteva non notare quanto fosse
appesantito, ma qualcosa gli faceva capire che avrebbe
potuto passare una giornata diversa nel ricordo di sua
moglie e allora, pensando a quanto tempo lei non
ricevesse certe attenzioni, insistette e, chiedendole il
permesso, liberò i suoi capelli biondi tinti da quel
tristissimo chignon. Lei, come un’allieva, seguì quel
gesto in silenzio poi scrollando i capelli disse: “Ora
ti piaccio?” Lui la guardò con un certo interesse:
“Diciamo che potresti fare molto di più, ma per ora mi
accontento di vederti mentre prepari il caffè.”
Beh sì, per lui era solo un tuffo nel passato, una
specie di gioco crudele, ma il ricordo di sua moglie non
gli lasciò scampo. Doveva fingere e mostrarsi
interessato. Lei invece compiaciuta e confusa si dedicò
alla moca sperando che Luca la guardasse ancora con un
certo interesse. Rimasero in silenzio per alcuni minuti,
poi servito il caffè in soggiorno gli chiese maliziosa:
“In che senso potrei fare di più?” Lui ci pensò un
attimo e poi disse: “Ricordo ancora quando in occasione
di un veglione di capodanno andammo tutti e tre in quel
ristorante in riva al mare. Eravate entrambi due
splendide signore affascinanti tanto che sentivo su di
me gli sguardi invidiosi degli altri invitati. Tu
portavi un tubino nero con uno spacco profondo e
provocante e Maddalena un vestito rosso scollato, i
tacchi a spillo e le calze nere con la cucitura dietro.
Eravate bellissime ed io non sapevo a chi dedicare i
miei sguardi. Ricordi?”
Sandra sorrise: “Ricordo
il vestito, ma non la circostanza, comunque quel vestito
ancora lo conservo. Piaceva tanto anche a mio marito e
forse per questo non l’ho mai voluto dare in
beneficenza.” Luca a quel punto svelò le sue
intenzioni: “E quello di Maddalena che fine ha fatto?”
Lei lo guardò dubbiosa: “Credo che sia ancora nel suo
armadio. Quando si è trasferita non ha portato nulla
della sua vecchia vita.” Luca eccitato prese la palla
al balzo: “Lo indosseresti per me?” E fu proprio in quel
momento che si chiese se fosse possibile fare l’amore
con i ricordi…
Sandra intanto lo guardava
stupida e indecisa sul da farsi. La richiesta del suo ex
genero era davvero bizzarra. Sapeva benissimo quale
fosse il gioco, ma allo stesso tempo le faceva piacere
essere oggetto di quelle attenzioni indipendentemente
dal vestito e a chi appartenesse. Certo alla sua età si
sentiva non poco ridicola, allora prese tempo, glissò
per un istante la domanda, parlò del suo gatto Attilio,
della figlia della portiera che l’aiutava nelle faccende
di casa, ma poi quel pensiero tornò più forte di prima:
“Davvero vorresti?” E Luca ormai pienamente inserito nel
gioco rincarò la dose: “Non dimenticarti le scarpe col
tacco alto e le calze con la riga…”
Lei si alzò
non prima però di avergli chiesto: “Vuoi rivivere un
sogno o goderti il presente?” Certo c’era una bella
differenza, ma non le dispiaceva affatto rivedersi più
giovane come sua figlia. Lui per non mentire non
rispose, ma erano assolutamente tacite le sue intenzioni
di rivedere con uno sforzo di immaginazione la sua
Maddalena.
Passarono circa quindici minuti e
quando Sandra tornò in sala avanzando come una ballerina
di burlesque, Luca guardandola non riusciva a credere a
quella trasformazione. Assomigliava come una goccia
d’acqua a sua moglie! Lui balbettò soltanto: “Sei
meravigliosa…” Sandra sorrise, non poteva credere a
quelle parole: “Dimmi che è uno scherzo!” E lui ancora
più serio: “No, non lo è, per dieci anni ho avuto il
desiderio di immaginarti di nuovo così e poterti
stringere forte a me e darti un bacio. E ora penso che
sia arrivato davvero il momento.” Era evidente che
stesse pensando a sua moglie. E per essere più
convincente, si alzò in piedi, le accarezzò prima i
capelli, il collo e poi con fare deciso prese il suo
mento e le baciò delicatamente le labbra.
Sandra
sorpresa e turbata reagì con un filo di voce tremante:
“Oh mio Dio, Luca ti prego…” Ma Luca non ci pensò due
volte e nonostante la secchezza di quella bocca, chiuse
gli occhi e immaginando le labbra di Maddalena insinuò
la punta della sua lingua. Sandra avvampata da un acceso
rossore in viso schiuse appena le sue labbra e i due si
fusero in un interminabile bacio bollente.
Durante quegli istanti il respiro di lei si fece corto e
intermittente, lui invece armeggiò con una certa fatica
sui bottoni di quel meraviglioso vestito rosso e quando
riuscì nell’impresa si allontanò per guardarla e lei in
preda ai sensi si mostrò senza più imbarazzo. “Ma ti
rendi conto cosa stiamo facendo?” Beh sì Luca se ne
rendeva conto eccome, e per illudersi, chiuse gli occhi,
evitando di guardare i dettagli di quella pelle, e preso
da un vortice di passione affondò di nuovo in quella
bocca e scivolando lungo il collo baciò insistentemente
quel seno morbidissimo.
Lei precaria su quei
tacchi alti ebbe un forte fremito e un attimo di
sbandamento. A quel punto lui si inginocchiò e le sfilò
le mutandine per ammirare senza più indugi e nella sua
interezza il centro del suo desiderio riflesso. Fu in
quel momento che pensò come fosse il sesso di sua moglie
e se ancora fosse in parte coperto da quel delizioso
ciuffetto, sbarazzino e malizioso. Sandra da esperta
agevolò l’operazione stringendo le gambe in modo che
quella sottilissima seta scivolasse magicamente lungo le
sue calze fino alle caviglie. In estasi si fece più
leggera e si lasciò sprofondare sul divano dalla
passione ormai evidente di Luca. Lui la baciò di nuovo e
quando le sollevò la gonna non poteva credere ai suoi
occhi! Sandra aveva messo lo stesso reggicalze nero con
i fiocchetti rossi di Maddalena! Lei guardando la sua
faccia trasognante disse: “Lo riconosci vero?” Luca
stordito la ringraziò più volte e insinuò la sua lingua
tra le sue gambe dandole un immenso piacere. Sì certo
non era l’odore di Maddalena, ma strinse gli occhi e per
un attimo gli parve di sentire la stessa fragranza
intima agli agrumi della sua ex moglie.
Preso da
quella situazione in ogni istante immaginava quello che
sarebbe successo un attimo dopo, e fuori da ogni
controllo strinse forte quel sesso e un fiotto bollente
bagnò la sua mano a forma di conchiglia.
Istintivamente lei aprì le gambe per facilitare il
movimento di quelle dita e lui non si fece pregare. Era
un gesto tremendamente erotico e nel contempo sacro come
se stesse bagnando le dita in un’acquasantiera.
Provocante e disponibile, come era stata nei primi anni
di matrimonio sua moglie, Sandra ormai su di giri e
compiaciuta da quell’impeto maschile si calò nella parte
pensando di essere lei e solo lei l’oggetto di quel
desiderio. Prese l’iniziativa e mettendosi a cavalcioni
sulle gambe di lui gli chiese più volte di prenderla e
di farla sua senza esitazioni. “Troverai tante
ragnatele, sai…” Beh quella frase era il permesso per
invitarlo a superare il confine. Così successe e lei,
ricordando le sue esperienze passate, strinse con una
mano quel piacere maschio e lo indirizzò nella sua parte
più umida e accogliente. Sussurrò: “Ti piace così?”
Lui non rispose, ma un secondo dopo vide il paradiso
e l’inferno. Non se ne rendeva ancora conto, ma stava
scivolando dentro di lei, che poi era sua suocera, che
poi era sua moglie, guadagnando ogni volta un centimetro
di quella pelle umida e calda. Sentiva il vero piacere
di possederla, sì perché Luca in un magico transfert
aveva abbattuto in un colpo solo dieci lunghi anni e ora
nella stessa casa, sullo stesso divano, come ai bei
tempi, era dentro sua moglie in reggicalze e calze nere.
Sandra, calda, tremante e bagnata gemeva e si
divincolava per il piacere inaspettato sussurrandogli
per quanti anni avesse aspettato quel momento. E quando
lei gli urlava di non smettere lui sentiva il bisogno di
penetrarla più a fondo, e poi baciarla e poi uscire e
farla desiderare, e poi rientrare con più vigore fino a
toccarle le parti più segrete della sua intimità, ancora
più a fondo, sprofondando in quel mare proibito…
Beh sì, Luca si rese conto di quanto stesse
ingannando quella donna, sentiva il forte desiderio di
chiamarla col nome della moglie, di dirle che avrebbero
potuto ricominciare e che l’avrebbe perdonata nonostante
tutto il dolore che aveva sentito in quegli anni. Ecco
sì, prima di farla di nuovo sua, ebbe un attimo di
ripensamento, ma Sandra, vedendolo dubbioso, intuì il
suo disagio, allora gli strinse forte il viso con le
mani e fondendo il suo sguardo voglioso e implorante con
quello di Luca gli urlò: “Chiamami Maddalena e non ci
pensare.”
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Questo racconto
è opera di pura fantasia. Nomi, personaggi e
luoghi sono frutto dell’immaginazione
dell’autore e non sono da considerarsi reali.
Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari e
persone è del tutto casuale.
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reserved Adamo Bencivenga
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