Chi è lui?
Chi è quell’uomo col cappello bianco, vestito troppo
elegantemente per quel quartiere? Si chiama Florentin René
Timmermans. Forse il nome non dice niente e allora diciamo che,
anche se si spaccia per un ricco avventuriero, lavora come
interprete al Consolato Belga. Ha compiuto da poco quarant’anni
e non è un delinquente e neanche una spia, ma solo uno
squattrinato impiegato che vive sopra le sue possibilità ed ha
avuto la fortuna di imparare il turco, grazie alle origini di
sua madre.
Ovviamente non avendo alcuna stoffa per la
carriera diplomatica, le sue rare capacità lo hanno portato ad
accettare un lavoro secondario dietro una squallida scrivania
piena di scartoffie.
E’ un uomo all’apparenza distinto,
dalla pelle bianca e l’aria furba, con i capelli biondi radi e
qualche filo bianco, alto di statura ha persino un monocolo, per
darsi un tono da viveur, e porta un diamante incastonato intorno
al mignolo della mano sinistra. Di famiglia ricca, alla soglia
dei trentotto anni a Bruges faceva la bella vita fino a quando
suo padre decise che avrebbe dovuto guadagnarsi il pane con le
sue sole ed uniche forze.
Nella sua città non ha trovato un
lavoro adatto alla sua pigrizia ed al suo rango di sfaccendato
per cui senza il sostegno dei genitori è stato costretto ad
emigrare, lavorando per alcuni mesi a Budapest per poi approdare
da circa un mese qui ad Istanbul.
*****
Eccolo ora il nostro Florentin seduto al Raika-im Bar vicino
piazza Taksim, si sta godendo un thè caldo alla menta col suo
amico Omar. Il turco invece si sta gustando un bicchiere di
ayran, una bevanda tipica da queste parti a base di yogurt,
acqua e sale. Omar lo chiama “Signore” non perché sia a suo
servizio, ma solo perché il belga è un uomo di bell’aspetto, che
mette il profumo, usa la brillantina per allisciarsi i capelli
ed è vestito all’occidentale.
Omar ha quarantuno anni ed
è decisamente appesantito, è scuro di viso, ha baffi neri e
folti, la barba incolta e un figlio grande militare, avuto dalla
prima moglie. Ora vive clandestinamente con una donna, o meglio
una ragazza più giovane di vent’anni, ma lui ne è profondamente
innamorato e di questo ne parleremo in seguito. Per ora ci basta
sapere che Omar il turco è un tuttofare e da tuttofare ha
conosciuto Florentin alla stazione. E visto che il belga non
aveva né una casa né un albergo prenotato si è offerto di
aiutarlo. Per chissà quale motivo, forse per la pelle chiara
oppure perché ha creduto che fosse benestante, il turco si è
fidato immediatamente dello straniero. E nonostante avesse in
casa una ragazza clandestina non ha esitato ad ospitarlo per un
mese fino a quando, sfruttando le sue conoscenze, gli ha trovato
un alloggio piccolo e discreto, ovviamente dietro un minimo
compenso. Perché Omar vive di espedienti e si accontenta di
poche lire anche se poi quella casa non è un granché, i muri
sono umidi e il bagno è sul terrazzo, ma è arredato alla buona
ed è in zona centrale vicino a piazza Taksim.
Seduti in
quel bar ora si stanno riposando. Omar ha un fazzoletto di
stoffa in mano ed ogni tanto lo passa sulla fronte asciugandosi
il sudore. Ama quella bevanda che dice dissetante e prega
insistentemente Florentin di assaggiarla ricevendo ogni volta
uno spassionato rifiuto. Il belga ride non riuscendo a capire
come faccia a dissetare una bevanda salata.
Il trascolo non
sembra una cosa molto complicata visto che il belga ha poco e
niente: due valigie e una macchina da scrivere. Omar quando
parla agita le mani e grida, ma non è arrabbiato è solo il suo
modo di fare. Il belga sembra impaziente e quando Omar ha
finalmente finito di gustare l’ultima goccia del suo ayran si
alzano contemporaneamente.
*****
Florentin ora segue il carretto del turco sul quale sono
adagiate le sue valige e la macchina da scrivere. Omar cammina
spedito tra la gente, attraversa un mercato, una specie di
cavalcavia e una serie di panchine di un grande parco sulle
quali gruppetti di uomini giocano a Tavla, una versione riveduta
e corretta del Backgammon.
Il belga a fatica mantiene il
passo del turco, ogni tanto lo perde, ogni tanto lo ritrova, si
stanno dirigendo verso la nuova casa, ma si vede che il belga ha
da fare, è distratto, parla a mezza bocca, guarda spesso
l’orologio. Si direbbe che ha un appuntamento, ma Omar non se ne
accorge, anzi lo invita ad affrettare il passo perché tra poco
farà buio e col buio non ci si sposa, non si parte e non si
fanno traslochi.
“Le case nuove vanno viste alla luce del
sole!” Ripete. Il belga annuisce, ma per lui non sembra sia un
grosso problema.
Beh noi sappiamo a cosa ed a chi sta
pensando e che vorrebbe aiutare il suo destino dalle
sopracciglia folte. Eh già lui stasera ha altri impegni e
vorrebbe sbrigare questa faccenda il prima possibile. Anzi aveva
pregato Omar di prendere lui possesso della casa, ricevendo un
netto rifiuto. “No signore, per casa e moglie non si mandano
sostituti.”
Ora vuole solo liberarsi di Omar prima che faccia
sera, prima che cambi il turno alla Dame de Pic.
Dieci
minuti a piedi e sono già in casa. L’appartamento ha un’entrata
indipendente, nello stesso stabile ci abitano una famiglia
numerosa di curdi di almeno quattro generazioni e la vecchia
padrona di casa. Vi si accede da una scala a giorno e come
arredamento c’è solo un letto, una sedia, un tavolino, un
lavandino scrostato e una televisione che non ha l’aria di voler
funzionare.
“Per ora è sufficiente.” Dice sbrigativamente il
belga ad Omar ringraziandolo per l’aiuto.
In effetti non lo
è, i fili elettrici sono scoperti, il portalampada che pende dal
soffitto è senza lampadina, il materasso è pieno di macchie di
indefinita provenienza, l’acqua che esce dal rubinetto è di un
colore indefinito tra il marrone e il grigio, ma Florentin ha
urgenza di liberarsi dell’amico. Si inventa un’improbabile
commissione, paga i tre mesi di caparra alla vecchia, prende le
chiavi e insieme all’amico escono di casa.
Fanno qualche
passo insieme. Ora Florentin è davanti e il turco insegue.
“Signore, un uomo che va di fretta ha sempre appuntamento con
una donna.” Dice Omar.
“Ma scherzi? Devo solo terminare un
lavoro urgente in ufficio.” Mente il belga.
All’angolo di
quella strada si separano. Omar come suo solito lo saluta con
una pacca sulla spalla, Florentin si raccomanda di non
aspettarlo per cena.
Omar è perplesso, è la prima volta che
Florentin non cena nella sua casa. “Gatta ci cova!” Pensa
guardando l’amico scomparire oltre l’angolo.
*****
Perché il belga non dice niente all’amico?
Perché non gli confessa che desidera conoscere una ragazza
bellissima che forse fa la ballerina? Della quale non conosce il
nome, ma sa che da qualche parte è già scritto nel suo destino?
Forse si vergogna perché più che la ballerina il suo mestiere è
l’intrattenitrice in un locale, o semplice perché non vuole che
il turno sappia e per comprendere questa cosa occorre fare un
piccolo passo indietro...
Omar, come detto, vive con
Ayla ed Ayla è una meravigliosa ragazza cristiana di origini
libanesi. Ha ventuno anni ed è incinta. Quando si è accorta di
essere in stato di gravidanza è fuggita di casa ed ha percorso
migliaia di chilometri in treno, direzione Europa, direzione
Occidente, ma una volta ad Istanbul si è imbattuta alla stazione
in Omar tuttofare. Lui cercava una donna per uccidere la sua
solitudine di vedovo, lei in quel momento solo un tetto ed un
riparo per svernarci qualche notte.
Ayla ha la fronte
alta, gli occhi amari grandi e neri, la bocca larga ed un seno
grande quanto una tana, ma soprattutto, essendo di famiglia
benestante, il suo grande desiderio è una bella casa in collina
sulla sponda asiatica della città. Il giorno in cui è arrivata
in quella città camminando sulle rive del Bosforo ha alzato lo
sguardo ed ha visto quelle belle ville immerse nel verde e nella
ricchezza. Imbambolata ha giurato che se il destino le avesse
impedito di partire quelle case sarebbero state il suo futuro.
Ayla è giovane e consapevole di essere bella e sa che non
essendo nata per quella vita potrà ancora sperare di
materializzare i suoi sogni.
Omar, nonostante sia un’anima
buona e abbia fatto molto per lei, non è sicuramente il tipo
d’uomo che possa dare linfa ai suoi sogni. Per il momento non è
lui il suo grande problema, non è lui l’ostacolo ai suoi
desideri. Lei ha altro a cui pensare, un figlio che porta in
grembo e il padre di quel bimbo che la sta inseguendo.
Maledice ancora quel giorno di sei mesi fa quando una domenica
pomeriggio si è lasciata andare. Sarà stato il buon vino
libanese, l’aria giocosa di una festa di compleanno, saranno
stati gli occhi vellutati e neri di Said, il suo ragazzo
musulmano, saranno state quelle mani possenti e leggere, sta di
fatto che è successo. Un mese dopo ha avuto immediatamente il
sentore che non sarebbe stato un banale ritardo e così, ha
lasciato la famiglia, e così ha interrotto gli studi
all’Università, e così ha preso il primo treno.
E’ così si è
data alla fuga, lei dice per vergogna, perché da quelle parti è
intollerabile che accada, anche se cristiana, anche se di
famiglia benestante. In realtà lei considera quel fiore in
grembo un intralcio ed un ingombro, se fosse rimasta in Libano
avrebbe dovuto convertirsi e sposare il padre del bimbo e quindi
dare addio ai suoi sogni. Anzi il bambino è stata solo una leva,
un pretesto.
Ovviamente, come le ha scritto sua madre, Said
non si è rassegnato, l’ha cercata ovunque, finché per qualche
strano motivo, o per debolezza di sua madre, ha saputo che
quella fuga si chiamava Turchia e più propriamente Istanbul, ma
senza sapere altro. Non si è perso d’animo, anche lui ha preso
il primo treno ed è partito per essere padre e marito, per
convincere Ayla con le buone o, se necessario, con le cattive.
Per questo Ayla è nascosta da cinque mesi nella casa di
Omar, aveva deciso di rimanerci qualche giorno e poi chissà
partire per l’Europa, magari abortire, ma ha il terrore di
mettere anche un piede fuori casa, ha il terrore di incontrare
Said. E poi è clandestina e tutto questo metterebbe fine alle
sue aspirazioni e per questo ha deciso di rimanere lì almeno
fino a quando nascerà quel fiore.
Poi in quella casa è
arrivato il belga, ovviamente lei non sapeva nulla di lui,
tranne che usava la brillantina per i capelli, che portava il
profumo, un cappello bianco e un monocolo per darsi un’aria da
intellettuale. E’ bastato poco per fidarsi di quell’uomo anzi
lui le ha subito detto di essere un diplomatico di origini
nobili ed a tempo perso uno scrittore e lei ci ha creduto, anche
se per il momento trascrive documenti dal turco al francese e
viceversa al Consolato Belga. Insomma una mezza bugia per far
colpo sulla donna e una mezza verità per poter vivere tranquillo
senza tanti sotterfugi.
Durante quel mese trascorso nella
casa di Omar Florentin e Ayla hanno avuto modo di conoscersi a
fondo. E il belga ha letto in quell’anima giovane, turbolente ed
ingenua le sue speranze ed i suoi sogni. Ora non sappiamo il
motivo semmai ci sia, semmai il nostro amico abbia una
strategia, ma di sicuro sappiamo che Florentin ha cercato in
tutti i modi di assecondare quei desideri, addirittura le ha
scritto qualche verso spacciandolo per arte, addirittura le ha
raccontato dei suoi grandi amori passati con belle donne
aristocratiche conosciute a Parigi e Budapest. Noi però sappiamo
che il belga, nonostante parli correntemente il francese, non è
mai stato a Parigi e che la sua fervida fantasia può
attraversare facilmente i confini del suo ego smisurato.
Ovvio che per fare colpo ha dovuto anche ascoltarla ed
allora ha saputo che tra Ayla e Omar non è mai scoccata la
scintilla dell’amore. Infatti nei primi giorni si era chiesto
più volte quale relazione ci potesse essere tra i due. Lei
giovane e benestante, figlia di un produttore di vini, lui un
diseredato ignorante della provincia della Cappadocia per di più
molto più anziano e vedovo con un figlio. Ma ha anche saputo che
il turco è innamorato pazzo di quella ragazza, che lei da mesi
resiste alle sue avances e la sera chiude la sua stanza a chiave
per sicurezza e perché non si sa mai.
Oddio Omar è una
persona buona e mai farebbe male a chicchessia, mai ha tentato
di prenderla con la forza, sempre ha rispettato la sua
condizione e la sua volontà ed addirittura quando la pancia di
lei iniziava a lievitare ed era evidente che fosse incinta, non
solo ha smesso qualsiasi tentativo di approccio, ma le ha anche
proposto di sposarlo e di essere il padre di quel bimbo.
Occorre anche dire, tuttavia, che Ayla nella sua condizione
non ha chiuso tutte le porte al turco, dalla sua bella bocca non
è mai uscito un no secco, per ora lei sta solo aspettando di
partorire. Chissà forse pensa che Omar possa essere un buon
padre e quindi il suo lasciapassare per una nuova vita lontano
da qui.
Suo padre tramite fermoposta le scrive da cinque
mesi lunghe lettere chiamandola “figlia mia”, sua madre poche
righe chiamando quel figlio in attesa una grandissima disgrazia.
Lei è figlia unica promessa sposa al figlio del socio del padre
ed alla fine degli studi si sarebbe dovuta sposare unendo le
forze dell’azienda di famiglia. Lì tra le terre fertili della
Valle della Bekaa erede di una grande ricchezza, vale a dire dei
vini pregiati bianchi e rossi, dallo Shiraz al Carignan, dallo
Chardonnay all’antico fenicio Obaideh.
Ovviamente, vuoi
per tutto questo e vuoi anche per la giovane età, lei non ha mai
smesso di pensare in grande, di cambiare la sua vita, di vivere
in Occidente ed all’occidentale, anche se di fatto purtroppo
l’ha già cambiata, irrimediabilmente, come le scrive sua madre.
Sta di fatto che Ayla ogni giorno prega Omar di andare a
controllare se è arrivata posta per lei. Il distacco dalla sua
famiglia è stato duro certo, ma lei è fatalista e sognatrice e
durante i primi mesi della gravidanza non ha mai smesso di
interrogare le carte e tra quelle carte c’era sempre la figura
del fante biondo che lei identifica con lo straniero. E nei
tarocchi quella carta indica una figura leale e riflessiva,
arcano di movimento sempre connesso con qualcosa che arriva da
lontano, stranieri, viaggi, notizie. Ayla sa che è una figura
molto rispettosa dei sentimenti altrui e identifica un uomo
nell’atto di avvicinarsi all’amore, un artista sensibilissimo,
un sognatore ed è sempre raffigurato come un ragazzo biondo.
E alla fine lo straniero biondo è arrivato. Non sarà un
fante, ma è alto, magro e belga, e pur sempre occidentale e lei
a quel punto non si è fatta problemi. Appena lo ha visto ha
giocato quella carta perché sapeva già chi fosse, sapeva che il
destino stava dandole una mano, la stessa mano che le ha dato
Omar il tuttofare, durante questo ultimo mese, il quale, per via
del suo lavoro, spesso è fuori casa.
Lei in quell’assenza
non ha perso tempo, truccava le sue carte e i suoi occhi,
cantava le sue nenie libanesi, scioglieva i suoi capelli in modo
che lo straniero almeno si accorgesse. E lo straniero era lì, da
pochi giorni perso in un paese straniero, voglioso di calore,
dentro la sua astinenza al cospetto di quel seno enorme. Eh sì
perché la bella libanese ha aiutato il suo destino facendo il
bagno con la porta semi aperta, asciugando i suoi capelli prima
di rivestirsi, immancabilmente sotto lo sguardo languido del bel
Florentin.
Ovvio che il belga abbia avuto qualche
dubbio, perché incinta, perché poco più che ventenne, per il
ragazzo che la inseguiva, per Omar credulone che vorrebbe
sposarla. I primi giorni ha perfino evitato ogni approccio,
accompagnando Omar nei suoi giri, oppure prolungando il suo
orario di lavoro al consolato, ma alla fine si sa come vanno
queste cose. C’è chi dice che siano inevitabili, c’è chi invece
assicura che l’uomo sia troppo debole, comunque sia, attratto da
quel seno, non ha dovuto fare molto, forse solo aprire la porta
del bagno, aiutarla ad insaponarle la schiena, forse solo
un’espressione compiacente per confermare che aveva visto, per
ammettere che nulla di più sensuale al mondo aveva mai ammirato,
per dire che apprezzava. E così Ayla per abbattere le ultime
resistenze del belga ha giurato e stragiurato che le forme
grandi di quel seno non erano dovute alla gravidanza e per
avvalorare la sua tesi gli ha mostrato una foto sbiadita in
bianco e nero assieme al suo fidanzato.
Certo non era il
massimo per una donna, forse lei avrebbe voluto essere
apprezzata per la sua anima o che ne so per il suo cuore, forse
il fante dei suoi tarocchi l’avrebbe desiderata solo per la sua
interiorità, ma le stesse carte avevano parlato chiaro ed era
senz’altro lui lo straniero che avrebbe cambiato la sua vita.
“Per il momento è attratto dal mio seno, poi si vedrà!” Si
ripeteva Ayla scoprendo le sue meraviglie ogni qualvolta Omar
usciva di casa.
Nel contempo il belga vedendo quella
foto ha stracciato le sue ultime remore e se ne è fatta una
ragione. Ayla ha sorriso e dopo appena tre settimane si sono
ritrovati l’una tra le braccia dell’altro e si sono promessi
amore. Oh certo per le condizioni di Ayla sono rimasti casti
anche se non totalmente puri e l’agognato amore si è
materializzato qui e là durante il giorno nel segreto di quelle
imposte ben serrate. Durante quei momenti Florentin ha avuto
modo di apprezzare la malizia inesperta della giovane libanese e
soprattutto quella bocca, univo effetto concreto di quel
reciproco sentimento, promettendosi e rimandando a dopo la
gravidanza il seguito di quei baci folli e di quelle carezze a
tutti gli effetti clandestine.
In questo contesto
ovviamente Florentin non si è più curato minimamente del
sentimento del suo amico Omar. Lui è un uomo senza scrupoli,
adora la bella vita e la bella vita la misura con quante e quali
donne cadono ai suoi piedi. Ed a quel punto l’età di Ayla è
diventata un vanto, la sua condizione un dettaglio, il fatto che
abbia un fidanzato pazzamente innamorato di lei una sfida. E nel
suo gioco perverso le ha promesso la stessa bella vita e la
stessa bella villa in collina sulla sponda asiatica,
rassicurandola che per la sua famiglia ricca di Bruges i soldi
non sono un problema, ma pensando a quella famiglia tra le terre
fertili della Valle della Bekaa, libanese e benestante.
Certo lui non è innamorato di quella ragazza o per lo meno non
lo è più di quanto lei lo sia di lui. Certo non andrebbe ora
alla ricerca di chissà quale mistero, dietro quella gonna
argentata che sa di ballerina per non pensare ad altro, ma si sa
che ogni relazione ha il suo risvolto da sfruttare nel momento
opportuno. Questo lo sa benissimo Florentin che tra le altre
cose adora giocare sul filo della sua innata ambiguità anche se
da quelle parti quel gioco è estremamente pericoloso.
Ok lei
non è sposata, ma Omar la ama e Said la insegue e un tradimento
qui costa molto caro, all’incirca quanto una vita persa, ma in
quel contesto la bocca sensuale e il seno grande e giovane di
Ayla lo hanno di fatto aiutato a superare ogni preoccupazione e
la benché minima accortezza.
Ed ecco che la sera dopo
cena, come due amanti danteschi nel girone dei lussuriosi,
aspettano che Omar si addormenti come al solito sul tavolo della
cucina per rubare qualche bacio che riempia almeno in parte
quelle lunghe ore della notte. Altre volte addirittura lei lo
aspetta nel letto sveglia lasciando la porta semi aperta e lui
piacevolmente si intrufola per ricevere il giusto compenso da
quella bocca umida. Ovvio sono solo baci caldi e carezze, sono
solo respiri muti, ma così intensi che solo l’attesa può
generare.
Ecco ora torniamo a quell’incrocio vicino
piazza Taksim quando Omar e Florentin si salutano. Adesso
sappiamo perché il belga non ha detto nulla al suo amico Omar.
Il turco, all'oscuro di quel segreto e soprattutto, credendo
Florentin libero di cuore, non avrebbe avuto alcun impedimento a
mettere al corrente la sua amata Ayla della nuova conquista
dell’amico belga e magari, anche se non ci pensa, ad allontanare
in modo assoluto la minaccia.
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