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Adamo Bencivenga
L'Amore Malato
Photo Aleksey Malyshev
...
.Karen e Mathias si conoscono da quando erano
bambini, vivono a Sandefjord a 120 km a sud di Oslo.
Si sono sposati per procura dopo che Karen era rimasta
incinta prima della partenza di lui su una piattaforma
petrolifera in mezzo al Mar del Nord. Purtroppo Karen
nel frattempo ha perduto il bambino. Ora non si vedono
da due anni, lui dovrà stare ancora un anno. Si
sentono ogni sera al telefono alle cinque in punto.
*****
MERCOLEDI 14 APRILE. ORE 5:15 P.M.
Mathias: Pronto Karen ci sei? Sei
tu?
Karen: Ciao.
Mathias: Scusami non ce l'ho fatta a
chiamarti prima.
Karen: Non fa
niente, non preoccuparti, ti aspettavo.
Mathias: Ti sento lontana amore…
Karen: Forse è la comunicazione qui sta
piovendo a dirotto. Anche io sento male.
Mathias: Ma intendevo che ti sento
distaccata, cos’hai?
Karen: Non
ho nulla. Perché mi dici questo Mathias?
Mathias: È successo qualcosa?
Karen: Ma no niente, sono solo insonnolita,
mentre ti aspettavo mi sono addormentata.
Mathias: Non hai nulla vero?
Karen:
Non insistere. Mi spaventi.
Mathias:
Te l’ho detto ti sento distante. Come se avessi
qualcosa da nascondere e non vuoi dirmi.
Karen: Ma che dici?
Mathias:
Mi ami?
Karen: Certo che ti amo!
Mathias: Perché sei fredda
allora, cosa è successo?
Karen:
Non sono fredda.
Mathias: Allora
dimmelo!
Karen: Ho solo tanta
paura e tu lo sai.
Mathias: No non
lo so, di cosa hai paura?
Karen:
Mathias sono troppo innamorata di te. Ho paura di
ammalarmi.
Mathias: Ma l’amore non
è una malattia e se lo fosse sarebbe bellissima.
Karen: Se tu ti rendessi conto di
quanto ti amo e di quanto soffro non parleresti così.
Mathias: Amore, ma io sono qui,
solo in mezzo al mare, in caso sono io ad avere
bisogno del tuo amore.
Karen:
Appunto, se ti dicessi quanto ti amo potresti
arrabbiarti perché siamo lontani e tu ti sentiresti
impotente.
Mathias: Hai ragione,
ma dimmelo per favore che mi ami.
Karen:
Mi manchi amore, alle volte mi manca il respiro.
Capisci? Questa lontananza ogni giorno che passa
diventa sempre più insopportabile. Penso a tante cose
brutte. Alle volte mi sogno che tu non torni più.
Mathias: Amore, ma stai bene?
Karen: Come al solito. Alle volte mi
vengono gli attacchi di panico, mi manchi come l’aria.
Penso che il destino sia stato molto crudele con noi.
Mathias: Mi preoccupi Karen. Sei
stata dal dottor Strolen?
Karen:
Che ci vado a fare? Non mi serve un’aspirina e neanche
un medico, mi servi tu.
Mathias:
Cosa dicono i tuoi genitori?
Karen:
Mi dicono di mangiare, ma io non ne ho voglia.
Mathias: Devi mangiare Karen!
Karen: …E poi dicono che se continuo
a consumarmi così andrò dritta all’obitorio senza
passare per l’ospedale.
Mathias:
Vai da loro ogni tanto?
Karen:
Solo la domenica… Non sopporterei vedere mia madre.
Sta sempre a lì a dire che sono dimagrita, che mi sono
imbruttita e che non si può perdere la testa così per
un uomo. E poi dice che non ti devo considerare mio
marito perché ci siamo sposati per procura.
Mathias: Davvero?
Karen:
È troppo cinica per me e non mi capisce.
Mathias: Tesoro, ma ha ragione.
Karen: Non le dare ragione per favore. Così
mi fai sentire ancora più sola.
Mathias:
Mi spiace Karen, ma devi pensare anche a te stessa.
Dai che manca solo un anno.
Karen:
Un anno è tanto ed io non so aspettare.
Mathias: Se non smetti di dirmi che mi ami
passa presto.
Karen: Va bene
allora te lo dico che ti amo, ti amo da impazzire, mi
manchi! Ti voglio, ti sogno tutte le sere, senza di te
la mia vita è vuota. Non ha senso vivere.
Mathias: A che pensi?
Karen:
Ora?
Mathias: No, la notte.
Karen: Penso a te, che sei vicino a
me, qui sul nostro letto.
Mathias:
E che fai?
Karen: Penso che mi
stai toccando il petto…
Mathias: E
poi?
Karen: Dai Mathias, mi
vergogno.
Mathias: Dillo.
Karen: Che mi tocchi le cosce ed io
mi bagno.
Mathias: E poi?
Karen: Che ti tocco il pisello
grosso… e poi che ti do piacere…
Mathias:
Come?
Karen: Che lo bacio… Sai che
ho comprato un ciuccio tipo quello dei bimbi? La sera
lo intingo nello zucchero e lo metto in bocca...
Mathias: Ti manca vero?
Karen: Mi manca tutto di te. Tutto.
Mathias: Beh anche i sogni aiutano
no?
Karen: Sì, ma poi la mattina
quando mi sveglio, mi rendo conto che non ci sei. E
tornano i pensieri brutti.
Mathias:
Tesoro dai, non mi far preoccupare. Passerà no?
Karen: Certo che passerà.
Mathias: Cosa fai ora?
Karen:
Vado a prepararmi qualcosa per cena. E tu?
Mathias: Karen, qui si cerca sempre di essere
occupati per non pensare, quindi si lavora sempre. Il
tempo non passa mai. Ora devo andare…
Karen:
Di già?
Mathias: Tesoro mi
chiamano.
Karen: Ok vai allora.
Notte amore.
Mathias: Notte, a
domani.
*****
GIOVEDI 15 APRILE. ORE
5:00 P.M.
Mathias: Ciao
tesoro.
Karen: Ciao amore.
Mathias: Come stai oggi?
Karen: Perché è cambiato qualcosa?
Mathias: Amore ascolta, dopo la
telefonata di ieri non ho fatto che pensare a te tutto
il giorno. Mi preoccupi davvero.
Karen:
Mi dispiace io non vorrei esserti di peso.
Mathias: Ascolta devi imparare a stare anche
senza di me… Altrimenti davvero ti ammali.
Karen: Ci provo, ma ti prego amore torna…
Mathias: Vorrei tanto, ma come
faccio? E poi lo sapevamo tutti e due che avrei dovuto
passare tre anni su questa maledetta piattaforma!
Karen: Non me ne frega niente, io non
resisto, dai torna!
Mathias: Sei
egoista Karen, anche io sto male. Ma tu non pensi al
mio lavoro? In fin dei conti se sono qui lo faccio
anche per te. Qui c’è gente che ha bisogno di me.
Karen: Di loro non mi interessa
nulla, io voglio te, te!
Mathias:
Sei sicura che è davvero quello che vuoi?
Karen: Voglio il tuo amore. Mi manca la tua
presenza, le tue attenzioni…
Mathias:
Come sei vestita ora fammi immaginare
Karen:
Ho un maglione stretto, non lo conosci, me lo ha
regalato mia madre.
Mathias: Il
seno è in bella mostra vero? Si vede bene?
Karen: Certo amore.
Mathias:
Quasi me lo sono dimenticato!
Karen:
È ancora bello, ma tu non farlo appassire.
Mathias: E quando esci gli altri te lo
guardano?
Karen: Quando vado a
fare la spesa dal signor Whatson, me lo guardano
tutti.
Mathias: Anche il signor
Whatson te lo guarda?
Karen: Ma è
vecchio...
Mathias: Che significa?
È solo, no?
Karen: E vabbè sì me
lo guarda, ma ha l’aria da porco.
Mathias:
Allora significa che ti sei fatta ancora più bella.
Karen: Bella per te Mathias, solo per
te amore mio, promettimi che quando tornerai faremo
l’amore per tre giorni di seguito.
Mathias:
Non dirmi così… Certo che te lo prometto amore mio,
pensa che voglia posso avere io sperduto qui in mezzo
al mare.
Karen: Non ci sono donne
lì?
Mathias: Una volta a settimana
ci portano in paese con la barca, ma è un viaggio
lungo e stressante.
Karen: Ma a
terra ti diverti.
Mathias: Una
bella mangiata, qualche birra, ma io penso a te Karen.
Karen: Ma lo sai che non so
precisamente dove stai?
Mathias:
Tesoro sono in mezzo al mare vicino ad un’isola che si
chiama Bolene.
Karen: E in
quell’isola ci sono prostitute?
Mathias:
Ma che dici? Non pensare a queste cose.
Karen: Le prostitute stanno dappertutto e poi
anche se non ci sono basta avere un po’ di soldi.
Mathias: Non mi interessano queste
cose, lo sai.
Karen: Allora lo fai
da solo pensando a me, vero?
Mathias:
Sì amore, ma ho paura che tutto questo alla lunga ci
stanchi.
Karen: Hai paura di
stancarti di me?
Mathias: Sei tu
in caso che ti stancherai di me.
Karen:
Anche se sto soffrendo come un cane non mi stanco di
aspettarti.
Mathias: Si lo so, ma
io ti voglio più mia tesoro. Ti vorrei sentire ancora
più vicina.
Karen: Tesoro ti ho
detto che mi manchi da morire.
Mathias:
Non mi basta… se non posso scoparti le cosce voglio
almeno scoparti la mente.
Karen:
Che significa?
Mathias: Che ti
desidero anche nella lontananza. Alle volte il sesso
mentale è più intenso di quello fisico.
Karen: Ma a me manca il tuo sesso vero che ci
faccio con la mente!
Mathias: E se
non potessi più tornare?
Karen:
Non dirmi così.
Mathias: E se mi
dovessero prolungare il contratto per un altro anno?
Karen: Tu rifiuterai vero?
Mathias: Tesoro non dipende da me… e
comunque tu devi continuare a fare la tua vita
indipendentemente da me.
Karen: Io
voglio solo te.
Mathias: Ma ora
non si può…
Karen: Aspetto.
Mathias: Sai cosa pensavo questa
mattina? Che tu stai sprecando gli anni migliori della
tua vita. Quando sono partito avevi ventisette anni e
il prossimo anno quando tornerò ne avrai più di
trenta!
Karen: Non sto sprecando
nulla… io sto con te. Sono sicura che tu mi vedrai
bella anche con tre anni in più! Anche se sono
dimagrita…
Mathias: Sì lo so, ma
se non fai l’amore diventerai brutta sul serio e
invece devi pensare ad essere bella per me.
Karen: Ma io l’amore lo faccio con te
al telefono.
Mathias: Non basta.
Karen: Se dici così allora anche a te
non basta.
Mathias: Ma io sono
solo qui, tu no.
Karen: Amore a me
basta sentire la tua voce, lo sai vero?
Mathias:
Ti stai accarezzando?
Karen: Lo
faccio solo se tu vuoi.
Mathias:
Toccati tra le cosce. Fammi sentire quanta voglia hai
di me.
Karen: Va bene.
Mathias: Brava così, non smettere. Lo senti
che hai bisogno di qualcosa di consistente, qualcosa
che spezzi l’attesa…
Karen: Oggi
sei strano ed io non ti capisco.
Mathias:
Ma sei tu che mi hai detto che la sera intingi il
ciuccio nello zucchero.
Karen: Sì
vero, ma tu cosa intendi quando dici che mi serve
qualcosa di più consistente?
Mathias:
Semplice tesoro, vorrei che tu ti sentissi più viva…
che provassi emozioni intense e coinvolgenti… non so
magari potresti fare l'amore con un altro uomo e poi
al telefono potresti raccontarmelo. Sarà come essere
insieme, anche questo è un modo di fare l'amore e di
amarci, non credi?
Karen: No
Mathias, non parlarmi così, non esistono altri uomini
per me.
Mathias: Non voglio che
tu mi tradisca senza dirmelo, perché prima o poi
succederà.
Karen: Non succede
amore. Discorso chiuso. Tu lo dici perché credi che a
me manchi il sesso e vuoi farmi piacere.
Mathias: E invece ti sbagli, una donna non
può stare senza sesso per tre anni. Ha bisogno di
essere accarezzata, di rifiorire… di sentirsi donna
indipendentemente dal partner…
Karen:
Tesoro ti giuro… non ne ho bisogno.
Mathias:
Vuoi che ti dica la verità?
Karen:
Certo! Devi sempre dirmela amore.
Mathias:
Allora ti dico che quando mi masturbo penso a te con
un altro, mi eccita molto pensarlo.
Karen:
Non ci credo.
Mathias: Se dubiti
significa che non mi ami.
Karen:
Ma io amo solo te, per questo non voglio altri.
Mathias: Karen se ti dico di farti un
amante non è solo nel tuo interesse, ma anche nel mio
perché ho bisogno di una donna viva che si entusiasmi
ancora... e invece ti sento apatica, morta, tu vivi
solo per l’attesa e nient’altro… Da quanto tempo è ad
esempio che non ti trucchi?
Karen:
Non me lo ricordo.
Mathias: Ecco
vedi che hai bisogno di uno stimolo, pensare anche a
vivere la tua vita ogni giorno.
Karen:
Allora è vero che non ti piaccio più! Dimmi la verità
hai conosciuto altre donne in quell’isola?
Mathias: Questo non ha importanza, tu sei mia
e devi fare quello che più desidero.
Karen:
Ma io non ce la faccio.
Mathias:
Amore saremo io e te, ancora più vicini di quanto lo
siamo adesso. Ti prego fallo per me.
Karen:
Mi chiedi troppo
Mathias: Per
favore. Pensa a te che ti fai bella, indossi la gonna
corta, quella rossa, ti trucchi, esci vai a ballare, a
te ballare piace... Sono certo che gli sguardi degli
altri uomini ti faranno rinvigorire…
Karen:
Ma non saprei dove andare. Da quando non ci sei ho
perso tutti i contatti con le amiche. Non ho nessuno,
io vivo solo al pensiero di te.
Mathias:
Appunto vedi che ho ragione? Devi uscire, pensare un
po’ a te stessa.
Karen: Mi
sentirei ridicola.
Mathias:
Allora non andare a ballare, ma dammi la prova che mi
ami veramente.
Karen: Tu non senti
il mio amore?
Mathias: Non mi
basta, voglio di più.
Karen: E
allora che dovrei fare?
Mathias:
Prima hai detto che il signor Whatson ti guarda le
tette, vero?
Karen: Sì me le
guarda e mi fa anche apprezzamenti.
Mathias:
Cosa ti dice?
Karen: Che sono
bella.
Mathias: E poi?
Karen: Che è un delitto che una donna
sposata, giovane e bella non abbia un uomo accanto.
Mathias: Ecco vedi? La pensa come me.
Quindi ci ha provato?
Karen: Io
non gli ho dato modo, di solito abbasso lo sguardo,
faccio la spesa ed esco dal negozio.
Mathias: Allora domani prova a sorridergli,
metti il rossetto, quello rosso fragola e quando
cammini davanti alla cassa cerca di ancheggiare…
vedrai che si spingerà più avanti.
Karen:
Ma è vecchio!
Mathias: Ma che
vecchio! Avrà sì e no quarantacinque anni. E poi scusa
se fosse stato più giovane non avresti avuto dubbi?
Karen: Non mi fraintendere, ti prego.
Intendevo dire che mi sento a disagio.
Mathias: Secondo me invece è una fortuna, non
ci creerà problemi. Sbaglio?
Karen:
Tu vuoi davvero che lo faccia?
Mathias:
Non sto scherzando Karen.
Karen:
Allora ok gli sorrido, ma niente di più.
Mathias: Beh poi vedremo.
Karen:
No Mathias no, non dirmi poi che non te l’ho detto.
Mathias: Ora devo andare amore, mi
chiamano ci sentiamo domani, ok?
Karen:
Ma non vuoi far l’amore?
Mathias:
No tesoro non ho tempo.
Karen: Ma
perché? Sono sul letto nuda, pronta per te. Mi tocco?
Dai raccontami dell’ultima volta che abbiamo fatto
l’amore…
Mathias: Ma sono passati
due anni…
Karen: Dai dimmelo e mi
accarezzo il seno per te.
Mathias:
Tesoro scusa, ma devo andare.
Karen:
Ok allora, a domani amore, ti amo da impazzire.
*****
VENERDI 16 APRILE. ORE 5:00 P.M.
Karen: Ciao amore.
Mathias: Ciao, come stai?
Karen:
Bene, qui piove ancora a dirotto, non ha mai smesso.
Mathias: Tesoro oggi non ho tanto
tempo.
Karen: Come mai?
Mathias: Anche qui piove e abbiamo un
problema in piattaforma.
Karen: Mi
spiace.
Mathias: Ma volevo
comunque sentirti, sono curioso sai, ci ho pensato
tutta la notte.
Karen: A cosa
amore?
Mathias: Sei stata dal
Signor Whatson?
Karen: Certo,
questa mattina, come al solito.
Mathias:
Come eri vestita?
Karen: Avevo il
maglione a strisce.
Mathias:
Quello attillato che ti fa le tette grandi?
Karen: Sì.
Mathias:
E lui te le ha guardate?
Karen:
Sì.
Mathias: Perché non mi
racconti? Cos’hai?
Karen: Mi
vergogno.
Mathias: E non fare la
bambina cazzo!
Karen: Quando sono
andata alla cassa per pagare gli ho sorriso come mi
avevi chiesto tu.
Mathias: E lui?
Karen: Mi ha detto che se avesse
avuto dieci anni di meno, me le avrebbe strapazzate.
Mathias: E tu? Ti è piaciuto?
Karen: Mi sono imbarazzata, c’era
anche un’altra cliente in negozio, la signora
Rothford, la madre di Thuner, te la ricordi? Insomma
avevo il timore che sentisse. Comunque gli ho sorriso
di nuovo.
Mathias: E lui?
Karen: Ha abbassato la voce e mi ha
detto che sarei un sogno per lui.
Mathias:
Ci credo!
Karen: E poi mi ha
detto che se vado quando non c’è nessuno mi fa lo
sconto.
Mathias: Lo sai vero cosa
gli devi dare?
Karen: Le tette.
Mathias: Non credo si accontenti… e
poi se ti fa lo sconto vuole anche altro.
Karen: Lo so, ma io non voglio lo sconto.
Mathias: Perché? Unisci l’utile al
dilettevole.
Karen: Perché mi sa
di puttana.
Mathias: E che male
c’è, anzi, la cosa ci intriga di più, vero?
Karen: Pensa se la gente del paese
sapesse che il signor Whatson mi fa lo sconto per quel
motivo…
Mathias: Ma che ci frega
cosa pensano gli altri Karen!
Karen:
Non ti scoccerebbe se sapessero che tua moglie fa la
puttana per un po’ di sconto?
Mathias:
Mi sembra tutto così eccitante! E poi scusa sarebbe
peggio se sapessero che ci vai perché te lo ha chiesto
tuo marito…
Karen: Appunto hai
detto bene, io lo faccio solo perché tu lo desideri e
non voglio nulla in cambio.
Mathias:
Come vuoi, ma devi farlo. Tu hai delle tette
meravigliose tesoro, tonde, sode, da guardare e
baciare. Le devi scoprire e fargliele vedere. Poi
chiudi gli occhi e aspetti che lui te le tocchi.
Karen: Ti sento eccitato amore.
Mathias: Lo sono, penso a quando ti
stringerà i capezzoli… Sono sempre molto sensibili
vero?
Karen: Tanto amore mio.
Mathias: Mi raccomando devi essere
disponibile come quando lo facevi con me.
Karen: Non sarà la stessa cosa… ma se a te
eccita così ti prometto che ci provo.
Mathias: Vedi che ci sentiamo tutti e due più
leggeri? Oggi non abbiamo parlato della lontananza e
né di quando tornerò. È un bene no?
Karen:
Mi manchi lo stesso.
Mathias:
Comunque è una cosa buona non credi? Almeno non stai
tutto il giorno a pensare a me.
Karen:
Tanto ci penso lo stesso.
Mathias:
Ora devo andare Karen ci sentiamo domani.
Karen: Ma anche oggi non vuoi fare l’amore?
Mathias: Non ho tempo tesoro.
Karen: Ma io ho bisogno…
Mathias: Ora hai altro a cui pensare… vedrai
che tra qualche giorno non ti accontenterai più di
farlo al telefono. Quello era solo un palliativo
mentre ora hai la possibilità di godere e anche tanto.
Karen: Ti desidero.
Mathias: Karen, allora lo faremo quando mi
racconterai cose più piccanti. Ok?
Karen:
Allora spero domani.
Mathias: Ok a
domani amore.
Karen: Aspetta!
Pensi davvero che poi per noi sarà tutto più bello?
Che mi desidererai tanto perché sono stata con un
altro?
Mathias: Lascia stare
questi discorsi. Per il momento devi pensare a te
stessa, essere più leggera, sentirti femmina e goderti
la vita.
Karen: Se fosse così tu
mi amerai di più?
Mathias: Saresti
una donna indipendente e le donne indipendenti hanno
un fascino in più.
Karen: Ok
grazie Mathias.
Mathias: Ciao
Tesoro.
*****
SABATO 17 APRILE. ORE 5:00
P.M.
Karen è in attesa della telefonata, ma
Mathias non chiama. Dalla piattaforma le telefonate
avvengono tramite radiotelefono e lei non ha il suo
numero per cui non può chiamare. Aspetta per tutta la
sera e la notte inutilmente.
*****
DOMENICA 18 APRILE. ORE 5:00 P.M.
Mathias: Karen sei tu?
Karen:
Si amore sono io.
Mathias: Scusami
per ieri, purtroppo il generatore ha avuto un guasto
per via del cattivo tempo e siamo stati senza energia
elettrica fino a questa mattina. Abbiamo dormito
sull’isola qui faceva un freddo cane.
Karen:
Ma è la prima volta in assoluto che saltiamo un giorno
senza sentirci.
Mathias: Tesoro
non ho potuto.
Karen: Ma neanche
la sera? Con chi hai dormito sull’isola?
Mathias: Da solo tesoro, negli uffici della
Compagnia.
Karen: Come si chiama
la Compagnia?
Mathias: Perché mi
fai questa domanda? Ti sento sospettosa… sono due anni
che lavoro qui è possibile che tu non lo sappia?
Comunque si chiama JustOil.
Karen:
E non c’erano donne?
Mathias: Ero
solo ti ho detto!
Karen: Non ci
credo! Dimmi la verità, hai dormito con una donna
vero? Lo sento che non sei solo.
Mathias:
È inutile che ti ripeta ogni volta che sono solo. Sei
tu che devi crederci.
Karen: No
tesoro non funziona così, sei tu che devi convincermi.
Mathias: Karen io penso solo a te,
anzi pensavo… lo sai a cosa, vero?
Karen:
È bella vero? Dimmi solo che è una prostituta ed io mi
tranquillizzo e non ti faccio più domande.
Mathias: Non ci sono prostitute nell’isola. E
poi lo sai che non mi piacciono le puttane, non ci
andrei mai.
Karen: Ma tu vuoi che
io faccia la puttana però…
Mathias:
Tu sei diversa, sei mia moglie ed in questo periodo
hai bisogno di liberarti mentalmente di me.
Karen: Mathias io non voglio
liberarmi di te, sono persa senza di te… Mi fai fatto
preoccupare, ho pensato a cose brutte, avevo paura che
ti fosse successo qualcosa di brutto.
Mathias: E dai che non è la fine del mondo,
può succedere no?
Karen:
Promettimi che non succederà più…
Mathias:
E come faccio a promettertelo, non fare la bambina
Karen.
Karen: Dimmi che mi ami…
Mathias: Dimmi prima tu cosa è
successo ieri. Sei stata dal signor Whatson?
Karen: Sono stata a fare la spesa
come al solito.
Mathias: Spero che
tu non abbia fatto solo la spesa.
Karen:
Ho fatto quello che volevi.
Mathias:
Dai racconta.
Karen: Non c’è nulla
da raccontare, quando sono entrata lui stava mettendo
in ordine degli scatoloni, allora l’ho salutato, lui
mi ha sorriso e mi ha chiesto di avvicinarmi. Poi si è
sbottonato i pantaloni ed io ho iniziato a toccarlo,
poi…
Mathias: Tesoro me lo stai
raccontando come se stessi leggendo, senza trasporto,
senza un minimo di enfasi.
Karen:
È quello che è successo! Cosa ti devo dire di più?
Mathias: Perdonami, ma non credo ad
una parola di quello che dici.
Karen:
Mi senti lontana perché non sono dell’umore giusto per
questo le mie parole non ti arrivano.
Mathias: No tesoro, non arrivano perché mi
stai mentendo, tutto qui.
Karen:
Mi sembra che per te sia una cosa vitale, anzi più
importante del mio amore.
Mathias:
Se mi amassi davvero non mi diresti bugie.
Karen: E vabbè hai ragione tu, non sono
capace neanche di mentirti. È vero amore mi sono
inventata tutto…
Mathias: Mi stai
ingannando ti rendi conto?
Karen:
Credevo di ingannarti andando con un altro...
Mathias: È la prima volta che mi dici
bugie sai?
Karen: Ma cosa ti
importa se sia vero o meno?
Mathias:
Tesoro non ci siamo, io voglio che tu vada dal signor
Whatson e ci fai l’amore. Ora sono stato chiaro? La
prossima volta non dirmi che non hai capito.
Karen: Ma io lo voglio farlo con te.
Mathias: La cosa non preclude
l’altra…
Karen: Ma se lo faccio
con lui poi tu non mi vuoi più.
Mathias:
Mi deludi sai?
Karen: Non mi ami
più?
Mathias: Se continui a dirmi
bugie no che non ti amo. Anzi senti ora sono
arrabbiato con te e ti saluto.
Karen:
No Mathias ti prego perdonami, domani giuro che ci
vado e…
Mathias: Ma lo devi
desiderare anche tu, questa non deve essere una
costrizione, ma una liberazione, o se vuoi una
ribellione ai fantasmi che girano nella tua mente.
Karen: Dici che ho bisogno di cure?
Mathias: Da sempre le malattie
d’amore si curano con il sesso.
Karen:
Amore ti giurò lo farò e non ti dirò più bugie, ma ora
stai con me ti prego.
Mathias: Ora
devo davvero chiudere, ci sentiamo domani.
Karen: Mi fai piangere…
Mathias:
Tu non deludermi.
Karen: Ok tesoro
scusami di nuovo.
Mathias: Ciao
*****
LUNEDI 19 APRILE. ORE 7:00 P.M.
Mathias: Ciao Karen come
stai?
Karen: Bene amore, perché
non mi hai chiamata alle cinque?
Mathias:
Non potevo. Solo ora ho potuto chiamarti.
Karen: Sai cosa pensavo mentre ti aspettavo?
Che tu non vuoi più sentirmi perché pensi che ti dica
bugie… Dimmi la verità…
Mathias:
Ma sei pazza? Ti ripeto che non ho potuto prima.
Karen: Ora sei solo puoi parlare?
Mathias: Ci sei stata dal signor
Whatson?
Karen: Perché sei così
sbrigativo? Io ho bisogno del tuo calore, di sentirmi
amata…
Mathias: Ci sei stata?
Karen: Ci sono andata poco prima
dell’ora di chiusura, in modo che non ci fosse
nessuno.
Mathias: Brava! Stai
facendo progressi allora.
Karen:
Non volevo che qualcosa scombinasse i piani e questa
volta non volevo deluderti…
Mathias:
Dimmi tutta la verità e non inventarti nulla ok?
Karen: Tesoro ti racconto tutto,
giuro.
Mathias: Quindi?
Karen: Quando sono entrata lui era
alla cassa da solo e mi ha fatto subito i complimenti.
Mathias: Cosa ti ha detto lui?
Karen: Mi ha detto bella signora e
poi che ero più affascinante del solito e che quel
maglione attillato mi stava proprio bene.
Mathias: Avevi messo il rossetto? Ti ha
guardato le tette?
Karen: Di più…
mi ha detto che adora il seno grande come il mio e che
avrebbe voluto toccarmelo… E poi che quel rossetto gli
faceva pensare a cose bellissime.
Mathias:
E tu?
Karen: Sorridendo gli ho
chiesto se fosse sempre valida la proposta dello
sconto e senza attendere la sua risposta sono andata
verso il fondo del negozio, nel reparto della frutta,
hai presente?
Mathias: Si certo
che ce l’ho presente… Lui ti ha seguita, immagino…
Karen: Praticamente dopo qualche
secondo me lo sono ritrovato alle spalle.
Mathias: E cosa hai pensato? Cosa hai fatto?
Karen: Nulla, avevo il fiatone,
fingevo di scegliere le mele, ma in realtà ero in
ansia. Lui si è appoggiato alla parete e mi ha chiesto
di te e quando saresti tornato.
Mathias:
E tu cosa hai risposto?
Karen: Che
dovevi stare ancora un anno sulla piattaforma. A quel
punto ha scosso la testa e mi ha detto che era davvero
un peccato lasciare una donna da sola per tanto tempo.
E poi ha voluto sapere se la notte dormissi da sola.
Mathias: E tu cosa gli hai detto?
Karen: A me non interessava quello
che diceva, io volevo solo accontentarti. Lui
evidentemente lo ha capito dal mio sguardo e mi ha
detto che nel magazzino aveva delle mele più belle e
che se ci fossi andata con lui me le avrebbe regalate.
A quel punto ho sorriso e l’ho ringraziato e lui mi ha
preso la mano e siamo andati insieme nel magazzino.
Mathias: E cosa avete fatto lì?
Karen: Dimmi prima che mi ami.
Mathias: Tesoro mi sto eccitando da
matti, dai continua cavolo!
Karen:
Ho fatto quello che mi avevi detto tu. Gli ho chiesto
se volesse vedere le tette.
Mathias:
E lui?
Karen: Mi ha detto che era
il minimo che potessi fare. Allora ho tirato su il
maglione, gli ho fatto vedere le tette ed ho chiuso
gli occhi.
Mathias: Portavi il
reggiseno?
Karen: No, non lo avevo
messo. Ho pensato che la cosa sarebbe stata più
veloce.
Mathias: Veloce sì, ma
anche maledettamente erotica… Sei stata brava e poi?
Karen: Lui si è seduto su una panca,
si è acceso una sigaretta e mi ha detto che le mie
tette erano meglio delle sue mele. Poi mi ha chiesto
di avvicinarmi ed ha cominciato a baciarmele
stringendomi i fianchi.
Mathias:
E i capezzoli? Te li stringeva?
Karen:
Ci metteva tanta saliva per leccare meglio. Io ho
pensato a te e mi sono eccitata.
Mathias:
Ti piaceva allora?
Karen: Baciava
bene… inumidiva i capezzoli e poi li stringeva con le
labbra.
Mathias: Ma eravate in
silenzio o il signor Whatson parlava?
Karen:
Secondo me all’inizio era molto sorpreso, non credeva
davvero che fossi così disponibile, poi però si è
sbottonato i pantaloni dicendomi di fare la brava. Era
esattamente come avevI detto tu e allora mi sono
inginocchiata e ho iniziato a toccarlo.
Mathias:
Era duro?
Karen:Ce l’aveva
grosso come il tuo Mathias. E poi più lo stringevo e
più diventava duro. A quel punto ho pensato a te e
cosa avresti voluto che facessi per cui l’ho preso in
bocca senza che lui me lo chiedesse.
Mathias: Bravissima amore e poi?
Karen: Lui mi teneva la testa e mi
accarezzava i capelli. Mi diceva mezze frasi tipo che
la mia bocca era perfetta per il suo pisello, che
avevo le labbra morbide, che ero un angelo caduto in
terra, che ero una puttanella esperta. Poi mi ha
chiesto quanti ne avevo accolti nella mia bocca a tua
insaputa. E più si eccitava più io aumentavo il ritmo.
Mathias: E tu cosa gli hai risposto?
Karen: Niente, con quel coso in bocca
non potevo parlare.
Mathias: Ma ti
piaceva? Sentivi un odore strano?
Karen:
Sapeva di albicocca.
Mathias: E
poi, dai racconta…
Karen: Niente
tesoro, sarà durato in tutto non più di cinque minuti.
Mi chiedeva di leccare la punta, poi di provare a
prenderlo tutto in bocca, ci ho provato, ma era troppo
grosso e non ci sono riuscita del tutto. Ho anche
tossito.
Mathias: Ti toccava?
Karen: Beh aveva l’imbarazzo della
scelta. Prima i capelli, poi il seno e poi il sedere.
Alla fine è esploso.
Mathias: Ti
è piaciuto vero? Ti sei sentita sollevata quando è
venuto?
Karen: Beh sì pensavo che
ero stata brava e per la prima volta avevo fatto
godere un uomo che non eri tu.
Mathias:
Ma ti è venuto in bocca?
Karen:
Sì, non me ne sono accorta altrimenti l’avrei tolta.
Mathias: Ma sei pazza! È quello il
bello. Ascolta, ma come lo aveva il pisello?
Karen: Te l’ho detto era grande
quanto il tuo.
Mathias: E poi cosa
è successo?
Karen: Niente mentre
lui si rivestiva io ho scelto le mele e poi sono
uscita dal negozio senza pagare.
Mathias:
Non ti sei lavata prima?
Karen:
Quando sono arrivata a casa avevo ancora il suo sapore
in bocca.
Mathias: E come ti sei
sentita?
Karen: Non vedevo l’ora
di raccontartelo. Comunque meglio di quanto pensassi.
In fin dei conti è stato semplice e breve. Se non gli
dessi altri significati è davvero una stupidaggine.
Mathias: Sì, ma io intendo nel
mentre, quando lo facevi e cercavi di farlo godere…
Karen: Beh mi sono sentita
importante, mi faceva tanti complimenti, che non aveva
mai avuto una donna così bella e così disponibile.
Mathias: Scommetto che quando sei
tornata a casa ti sei masturbata.
Karen:
Sì ma mentre lo facevo pensavo di prendere il tuo.
Mathias: Perché quello del signor
Whatson non è bello?
Karen: Sì lo
è, te l’ho detto, ma il tuo è un’altra cosa… perché ti
amo.
Mathias: Ci tornerai?
Karen: Perché dovrei farlo di nuovo?
Mathias: Prima mi hai detto che ti
sei sentita importante.
Karen: Sì
in quel momento sì, ma ora mi sembra tutto senza
senso.
Mathias: Perché dici
questo? Non pensi a me? Devi farlo tesoro, ora che hai
rotto il ghiaccio sarà solo piacevole vedrai. Devi
vestirti meglio, comprarti una gonna corta, un paio di
orecchini vistosi, devi sedurre gli uomini,
frequentare locali, posti dove ci sono uomini soli…
Karen: Ma poi mi prendono per una
puttana…
Mathias: E dici che è
male?
Karen: Certo che lo è.
Mathias: Allora siamo distanti e non
solo fisicamente.
Karen: Vuoi
davvero che faccia la puttana per te?
Mathias: La devi fare per te! Questo è stato
solo un antipasto. Tu devi fare l’amore quello vero,
lo devi fare a letto per una notte intera e vedrai che
sarà molto coinvolgente, come farlo con me.
Karen: Ma io ti aspetto, voglio farlo
con te.
Mathias: Tesoro fa come ti
dico, non mi aspettare.
Karen:
Perché mi dici questo? Non torni il prossimo anno?
Mathias: Qui le cose si mettono male.
Non lo so quanto tempo dovrò rimanere ancora qui, ma
tu nel frattempo devi vivere. Cercati un uomo!
Karen: Ma il signor Whatson non va
bene?
Mathias: Certo che va bene,
ma credevo che a te non piacesse, che volessi qualcuno
più giovane per cominciare una vera e propria
relazione.
Karen: Ma io non voglio
nessuna relazione!
Mathias: Beh se
ci fai l’amore qualcosa nasce di sicuro, voglio che
anche per te sia qualcosa di piacevole.
Karen: Mi stai chiedendo di avere un orgasmo?
Mathias: Ovvio, anche due tre e non
solo una volta!
Karen: Non te lo
assicuro, ma se mi concentro su di te, forse ci
riesco.
Mathias: Vabbè dai poi ci
penseremo. Dici che Whatson sarebbe disposto a
scoparti?
Karen: E me lo chiedi?
Mathias: Allora domani vai da lui
all’ora di chiusura, mettiti una gonna corta e vai
senza mutandine. Lo sai vero che sono due anni che non
scopi?
Karen: Lo so, ma mi consola
il fatto che siamo nella stessa situazione.
Mathias: Non pensare a me ora.
Karen: Voglio sapere come stai tu
ora.
Mathias: Bene.
Karen: Ma sei eccitato? Ti stai toccando? È
duro?
Mathias: Tesoro smettila!
Anche se fossi eccitato ora non posso toccarmelo.
Karen: Ma fino a qualche giorno fa
potevi, mi dicevi sempre che eri solo. Cosa è
cambiato? Dimmelo!
Mathias: Non
sono solo, c’è gente.
Karen:
Quindi anche oggi non vuoi fare l’amore con me.
L’ultima volta mi hai detto che se fossi andata con il
signor Whatson avremmo fatto l’amore al telefono.
Mathias: Karen cavolo! Ti ho detto
che non posso. Tu ora devi pensare solo al tuo amante
e fare l’amore con lui. Ma devi farti scopare bene
bene. Me lo prometti?
Karen: Io
penso a te.
Mathias: Sì ok mentre
ti scopa tu pensi a me, ma devi godere ok? Ora devo
andare scusa, ci sentiamo domani.
Karen:
Ciao amore mio.
Mathias: Ciao.
*****
MARTEDI 20 APRILE. ORE 5:00 P.M.
Karen è in attesa della telefonata, ma Mathias
per la seconda volta in due anni non chiama. Lei lo
aspetta con ansia, deve raccontargli quello che è
successo col signor Whatson, si ripete più volte a
mente il racconto, non vuole dimenticarsi di nulla, ma
aspetta inutilmente per tutta la sera, la notte e il
giorno successivo.
*****
GIOVEDI 22
APRILE. ORE 5:00 P.M.
Mathias:
Ciao.
Karen: Mathias per favore
dimmi cosa succede?
Mathias: Te
l’ho detto, abbiamo dei problemi qui. Scusami…
Karen: Non ci credo, non è mai
successo.
Mathias: E cosa
significa questo? Quello che non è mai accaduto può
accadere…
Karen: Non posso andare
avanti così… Ho deciso di venire da te, dimmi dove sei
precisamente…
Mathias: Mai sei
matta o stai scherzando?
Karen: Mi
manca il respiro, non sopporto più questa lontananza.
E poi sento che è cambiato qualcosa, non mi chiami più
regolarmente, non fai più l’amore al telefono con me e
poi vuoi che vada con gli altri. Che succede Mathias?
Mathias: Devi avere pazienza Karen,
tanta pazienza, ci attendono momenti ancora più
difficili per questo ti dico di vivere come se io non
ci fossi.
Karen: Non parlarmi così
cazzo! Io voglio stare con te. Torna, ti prego, lascia
tutto e torna. Che ti importa del lavoro? Torna e ce
la caveremo lo stesso. Ti aiuterò amore, lavorerò io…
Mathias: Calmati tesoro. E poi scusa
che ti metti a fare?
Karen: Posso
fare anche la puttana, tanto ormai… e con te vicino
sarebbe diverso…
Mathias: Non se
ne parla.
Karen: Mathias non ce
la faccio più!
Mathias: Anzi
piuttosto dimmi come è andata.
Karen:
Ci ho scopato! Ci ho scopato! Ora sei contento? Ci ho
scopato!!! Ho messo il rossetto più rosso che avevo,
gli orecchini, ho ancheggiato finché non ha deciso di
entrare dentro di me ed gli ho lasciato fare tutti i
suoi porci comodi. Capisci ora? Per questo sono
nervosa, perché tra le altre cose mi è piaciuto! Gli
dicevo ancora, ancora, ancora…
Mathias:
Dai dimmi come è successo?
Karen:
Se tu non ti ecciti più con me al telefono a cosa
serve dirtelo?
Mathias: Serve a
te, ti devi liberare, convincerti che non stai facendo
nulla di male. Alle volte sono gli eventi che ci fanno
cambiare indipendentemente da quello che pensiamo e
desideriamo.
Karen: Allora sappi
che ci ho scopato per due giorni di seguito. Sono
stata a casa sua e abbiamo scopato sul suo letto. È
pazzo di me, mi ha detto che se fossi libera mi
sposerebbe e che comunque se farò la brava con lui mi
coprirà d’oro. Sei contento adesso?
Mathias:
Anche a te piace allora, visto che ci sei tornata.
Karen: Ieri l’ho fatto per il tuo
piacere, oggi per punirti, perché non mi hai chiamata.
Mathias: Brava tesoro, allora non ti
chiamerò più così sarai libera di punirmi tutti i
giorni. Sai che ti dico che non serve neanche che me
lo racconti.
Karen: Ti sento
lontano… ora sono certa solo di una cosa: ti ho perso
Mathias… Ti ho perso perché ti ho obbedito, perché ho
fatto la puttana e questo non era un tuo desiderio, ma
un motivo per allontanarmi vero?
Mathias:
Ma no, dicevo che noi abbiamo un legame spirituale che
va oltre lo stare insieme. Ora che scopi con un altro
mi sento più leggero…
Karen: Ma
come fai a dire questo cazzo? Parli come se avessi dei
sensi di colpa, come se ti dovessi farti perdonare
qualcosa.
Mathias: Tesoro tranne
la lontananza non c’è nulla.
Karen:
Non sono cretina sai, tu non hai più voluto far
l’amore con me al telefono e poi non mi hai chiamata
per due giorni perché non hai più voglia di me oppure…
Mathias: Cosa?
Karen:
C’è qualcuno con te… una donna.
Mathias:
Ma sei pazza? Ma cosa vai a pensare? Io sono su una
piattaforma in mezzo al mare!
Karen:
Scusami, ma sono tanta confusa, mi sembra di vivere in
un inferno.
Mathias: Tesoro
calmati per favore… Ci stai insieme con il signor
Whatson? Lui ti vuole bene?
Karen:
Ma che razza di domande mi fai? Semplicemente ci scopo
a causa tua.
Mathias: Sì lo so, ma
ti dice che sei brava?
Karen: Sì
che me lo dice.
Mathias: E poi
cosa ti dice?
Karen: Che sono la
sua puttanella.
Mathias: L’ho
sempre saputo che avevi talento…
Karen:
Ti riferisci al mio amore incondizionato per te?
Mathias: No, sapevo che saresti
riuscita a farti apprezzare.
Karen:
E che talento è?
Mathias: Il
talento di farti scopare dal signor Whatson.
Karen: Non credevo ci volesse talento
per vestire da puttana e allargare le cosce.
Mathias: Vuoi farti scopare da altri?
Lo sai che avresti il mio permesso.
Karen:
Tu sei malato Mathias, ma io adoro la tua malattia, fa
parte di te.
Mathias: E tu capisci
che io voglio sbavare su di te, sentirti mia fino alla
polpa più tenera della tua fica. Mi fa impazzire
l’idea che mia moglie si fa scopare da altri.
Karen: Ma cosa ci provi? Non credo
che esistano uomini al mondo più perversi di te!
Mathias: Tu non capisci o ti ostini a
non capire. Ed ora non è il caso approfondire.
Karen: Io capisco che tu mi stai solo
allontanando e per questo vuoi che mi distragga con
altri.
Mathias: Anche se fosse
così… avresti conosciuto altri uomini oltre me ed hai
pure goduto, non mi sembra un’esistenza inutile.
Karen: È doloroso non averti… e dare
la fica non accorcia il tempo e non lo rende più
piacevole.
Mathias: Ma godi, no?
Karen: Che cambia? Il mio nettare
appartiene a te.
Mathias: E non
credi che anche questo sia un modo per offrirmelo ogni
volta che hai un orgasmo?
Karen:
Qui chi gode è solo il signor Whatson, per lui sono
davvero un regalo inaspettato.
Mathias:
Mi raccomando non digli che te l’ho detto io.
Karen: Detto o non detto, lui si
scopa una donna sposata e comunque sia ti sto facendo
le corna.
Mathias: Tesoro nessuno
capirebbe.
Karen: Esatto, nemmeno
io capisco, oppure si, forse sto capendo qualcosa.
Si sentono voci, rumori lontani, forse una
voce di un bimbo.
Karen:
Mathias chi c’è lì con te?
Mathias:
Nessuno amore, chi vuoi che ci sia?
Karen:
Ho sentito la voce di un bambino.
Mathias:
Ma sei pazza? Cosa ci farebbe un bambino su una
piattaforma?
Karen: Questo me lo
devi dire tu!
Mathias: Karen vai
dal dottor Strolen fatti dare dei calmanti ne hai
bisogno, lo dico per il tuo bene…
Karen:
Ma io non sono pazza, in caso sei tu che vuoi che ci
diventi.
Si sentono altri rumori.
Mathias: Tesoro scusami, ma ora devo
proprio andare. Ascolta ho tanto da fare qui, non so
se potremmo sentirci nei prossimi giorni.
Karen: Ma sei pazzo? Se non mi chiami mi
suicido.
Mathias: Non fare la
scema.
Karen: Allora vengo da te.
Mathias: No, domani vai dal signor
Whatson.
Karen: Vuoi perdermi
allora… Se continuo ad andarci davvero mi perdi. Vuoi
essere dimenticato vero?
Mathias:
Ora devo andare…
Karen: Non
andare!
Mathias: Devo. Ciao.
Dopo quel giorno Mathias non chiamerà più.
Karen come ogni giorno continuerà ad andare dal signor
Whatson e tutte le sere alle cinque lo aspetterà per
un mese intero. Poi deciderà di partire verso sud, non
sa bene per dove, ma prenderà un treno ed arriverà
nella cittadina di mare dove partono i traghetti per
l’isola di Bolene, unica indicazione in suo possesso.
Arriverà di sera, chiederà in giro, entrerà in
vari locali e purtroppo verrà a sapere che di
traghetti ne parte solo uno a settimana. Lei è
convinta a non mollare, vuole a tutti i costi rivedere
il suo Mathias o quanto meno sapere che fine abbia
fatto. Lo chiederà in giro a qualche marinaio, a
qualche operaio, alloggerà in una locanda vicino al
porto e la sera cenerà nel ristorante annesso. Qui
conoscerà Tommy, che fa il cameriere ed è il figlio
del titolare della locanda, un ragazzo suo coetaneo
dagli occhi espressivi, dolci e neri che per qualche
tempo ha lavorato alla JustOil Inc, la società che
gestisce la piattaforma.
Ogni sera Karen chiamerà
sua madre nella speranza che Mathias si sia fatto
vivo. Ma niente. Dopo tre giorni di permanenza nella
locanda tra lei e Tommy si stabilirà una certa
confidenza e trascorreranno insieme lunghe serata al
molo guardando le barche, fumando e bevendo birra.
Lei gli racconterà per filo e per segno la sua vita e
Tommy quando saprà il nome di suo marito le dirà
mentendo di non conoscere quel tizio che lei sta
cercando, ma le dirà anche di mettersi l’anima in pace e tornare a
casa. Glielo dirà in maniera dolce, quasi sussurrando
e accarezzandole il viso, ma la caparbietà di quella
donna, l’ostinazione di prendere a tutti i costi quel
traghetto appena possibile, lo costringerà a dirle una
mezza verità, ossia che la JustOil Inc ha chiuso i
battenti e che quella piattaforma in mezzo al Mar del
Nord è stata smantellata da circa sei mesi.
Di più
non dirà, anche se sa benissimo dove è finito l’uomo,
dove ora alloggia e che fine ha fatto, ma forse Karen
ora non vorrà sapere oltre, sa quanto sapeva e quanto
non voleva ammettere a se stessa. E allora accetterà i
baci caldi di quel ragazzo, accetterà la notte stessa
di concedersi, forse rimarrà in quel posto ad
attendere un traghetto che non arriverà mai, ad
aspettare suo marito o forse si innamorerà di quel
ragazzo dagli occhi teneri convinta che il destino le
stia dando una nuova occasione e che quella sarà una
nuova storia d’amore, forse più matura, forse più
coinvolgente, forse unica, ma questa volta con la
consapevolezza che dare la propria anima non è amore
vero, ma solo il suo bisogno che nega l’amore stesso.
|
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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