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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
VITA DA SINGLE 4
 


 
 


Un tardo pomeriggio, mentre guardavo il rosso intenso di un tramonto romano, mi lasciai andare a qualche considerazione e feci un piccolo sunto della mia vita. Quindi niente cani, calcio, sesso con donne dai seni piccoli o grandi per cui decisi di dedicarmi perlopiù ai piaceri della tavola. Preferivo di gran lunga la cena al dopo-cena e soprattutto alle collezioni di farfalle e visto che il riso abbonda sulla bocca dei cinesi, ogni lecitina è bella a mamma soia e tutti i funghi sono commestibili almeno una volta, dicevo, non sapendo cucinare, mi alimentavo a fette biscottate. La cosa strana era che, stanco morto, tutte le fette mi cadevano dalle mani dal lato imburrato, allora provai ad imburrarle dal lato opposto.

Nelle mie serate solitarie mi ripetevo: “L’attesa del piacere è essa stessa il tiramisù che riposa in frigo.” Ok si cercavo una donna per vivere insieme e che soprattutto mi comprendesse sapendo benissimo che se si fa in quattro per renderti felice non è una donna, ma una pizza. Del resto mangiare era uno dei quattro scopi della vita… quali fossero gli altri tre nessuno ancora lo aveva scoperto.
Gilberto dall’alto della sua saggezza non mancava di dirmi: “Sposa qualcuno che sappia cucinare. L’amore passa, la fame no.”
Comunque mi ero davvero stancato di mangiare panini o alla peggio digiunare. Mi ripetevo “Guarda che l’appetito vien mangiando…” Ma sinceramente a me sembrava che venisse digiunando.

Resistetti ancora per qualche giorno poi, finalmente direte voi, abbandonai gioco forza la mia vita da single e mi fidanzai con Rosetta, la figlia del panettiere sotto casa. Dopo tre giorni venne a stare da me. Vivevamo in un angolo cottura e spigolo cucina. Comunque risolsi il problema della cena.

Rosetta mi preparava delle cenette niente male. Lei prendeva la pillola del giorno dopo per digerire i peperoni del giorno prima, io la pillola dell’ora prima per facilitare le varie consistenze, ma l’unico problema di Rosetta era che adorava mangiare il filetto al sangue, così crudo che, secondo me, un bravo veterinario sarebbe riuscito ancora a rianimarlo. Comunque Rosetta nei nostri momenti mi ripeteva che il preferire le patate alle bistecche non significava essere necessariamente vegetariani. Per la frutta adorava i mandaranci ovvero l’unione dei mandarini con gli aranci, io di contro ero pazzo dei pompelmi con i pini.

Viste tutte le mie remore per la vita di coppia, per andare d’accordo, cercai di stilare un elenco di “regole” nel buon nome della convivenza, sostenendo che le tette erano fatte per essere guardate chiunque fosse la titolare, che la tavoletta del water agli uomini serve su, alle donne giù, io non mi sarei mai lamentato se l’avessi trovata giù per cui…
Inoltre la domenica è sinonimo di sport, anzi di calcio. E’ un evento naturale come la luna piena o il cambiamento delle maree. Chiaramente non avrei messo bocca su messe, novene, vespri e qualsiasi altra funzione che non m’avesse coinvolto in prima persona.
“Se si vuole qualcosa basta chiederlo! Cerchiamo di essere chiari” Le dissi. Sottili sottintesi non funzionano. Forti sottintesi non funzionano. Ovvi sottintesi non funzionano. Semplicemente occorre dirlo! E di conseguenza sì o no sono risposte perfettamente adeguate a praticamente tutte le domande!

Rosetta mi guardava sbigottita, ma almeno ascoltava. Ed allora aggiunsi che un mal di testa e tantomeno un ciclo non poteva durare tre mesi ininterrottamente, che qualsiasi cosa avessi detto 6 mesi prima non era utilizzabile in una discussione. Più precisamente: il valore di qualunque affermazione scadeva improrogabilmente dopo 7 giorni!
Se pensava di essere grassa, molto probabilmente era vero, ma l’importante era non chiedermelo e di sottopormi solo problemi da risolvere, per la solidarietà c’erano sempre le sue amiche! Ovviamente la raccomandazione era di parlare solo durante la pubblicità.
E poi, il genere maschile ha solo 16 colori come il primo Windows per cui “Pesca” è un frutto, non un colore. Anche “Melone” è un frutto. “Malva”, noi uomini, non abbiamo la più pallida idea di cosa sia. Se proprio ci impegniamo possiamo arrivare ad un “Canna di fucile” ma per noi sarà sempre e comunque un grigio scuro tendente al marrone.
Se alla mia domanda precisa di cosa lei avesse la risposta fosse stato “niente”, mi sarei comportato esattamente come se non ci fosse stato nulla che non andasse. Qualsiasi domanda che presupponeva una risposta poteva seguire anche una risposta non gradita. Quando saremmo andati da qualche parte, tutto quello che avrebbe indossato sarebbe stato bellissimo.

Venivano quindi abolite dal nostro quotidiano le seguenti parole: BENE, se usata per terminare una discussione, 5 MINUTI, se si stava vestendo, NIENTE, vedi sopra, FAI PURE, inteso come sfida e non come permesso, OK, GRAZIE, QUELLO CHE VUOI, NON TI PREOCCUPARE, FACCIO IO…

Rosetta non era bella ma almeno si dava da fare azionando la lavatrice, accoppiando calzini ormai divorziati e stendendo la biancheria. Purtroppo immancabilmente ad ogni mio rientro in casa si lamentava: “Che sia la Terra a girare intorno al Sole l’ho accettato, ma che il Sole giri l’angolo appena metto fuori lo stendino no!!!”

Dopo alcuni giorni le cose migliorarono nettamente, ma purtroppo Rosetta continuava a non essere bella, più che altro era poco cotta, ma poi mi convinsi che non esistevano donne brutte. Dipendeva molto da quanto vino od affini bevevo e soprattutto dalla qualità. Mi convinsi in seguito che lo Champagne è il solo vino che rende una donna attraente ed in effetti bevevo troppo, circa una bottiglia a pranzo che corrispondeva esattamente ad un meraviglioso tramonto dai colori che mai avrei potuto riprodurre.

Per la cena e il dopo cena invece mi affidavo al principio di Indeterminazione di Brunello da Montalcino: “Si è certi d’ogni cosa tranne che del numero di bicchieri di vino che hai bevuto la notte scorsa.” Ma poi mi convinsi che il modo migliore per smettere di bere era imparare a nuotare… Avevo un mio stile, libero da ogni cognizione respiratoria, tra la farfalla e la rana, una specie di girino in bozzolo. Alla fine dissi a Rosetta: “L'alcol fa male ma io lo perdono…”

Dicevo, Rosetta non era assolutamente bella ed era piuttosto grassa. Ero sempre convinto che per sapere quanti anni avesse sarebbe bastato segarla e contare i cerchi al suo interno. Lei poverina mi ripeteva: “Cerco di perdere peso... ma è lui che continua a trovarmi!” E continuava a dirmi: “Non sono grassa, sono formosa!” Il problema era a quale forma appartenesse! E poi ancora: “Non sono io che sono grassa, sono le mie amiche ad essere magre!” In effetti aveva ragione. Io per tirarla su, ovviamente in senso metaforico, le dicevo: “In fin dei conti dovresti essere contenta perché la bellezza è effimera mentre la bruttezza è come un diamante. Dura tutta una vita!”
E intanto si aiutava con i detergenti che eliminavano anche il grasso più impossibile, ma niente da fare. Finché decise di andare in palestra tre volte a settimana. Ogni santo giorno si faceva cinque chilometri di passeggiata nel parco. Le mattine del sabato e della domenica le passava in piscina. Mangiava solo cibi sani e beveva solo latte intero. Cercò anche di fare la dieta, eliminò totalmente qualsiasi tipo di grassi e zuccheri, niente alcol e niente abbuffate. Il risultato fu che dopo quattordici giorni, aveva già perso due settimane! Concluse sconsolata: “Ci sarà un motivo se ci hanno messo il frigorifero così vicino e le palestre così lontano.”
Poi abbracciò la dieta vegetariana. Una sera tornando a casa mi disse: “Amore sono stata al supermercato ho comprato gallette, farro, seitan, insalata e mele…” Ed io di rimando: “Perfetto poi ci passo anche io e prendo da mangiare…”

Ok si sa che le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare, ma visti i risultati Rosetta andò da un famoso dietologo e in due mesi perse 350 euro. Lui le consigliò la dieta bilanciata ovvero ogni due etti di carbonara doveva mangiare una fiorentina da mezzo chilo, ma non funzionò. Del resto le dissi: “La strada per la dieta è lastricata da foglie di insalata.” Lei mi guardò sorpresa ed io continuai: “In fin dei conti un regime dietetico è quel breve periodo di privazioni che precede un aumento di peso. E poi: “Se vuoi davvero dimagrire prima di tutto devi evitare le cose che ti fanno maggiormente ingrassare, vale a dire bilance, vestiti stretti, foto e specchi ecc…” Lei si convinse, ma entrò nel tunnel della depressione. Al posto dei chili perse l’umore e una sera mi disse: “Sai caro, ti rendi conto di essere a dieta quando i francobolli hanno un buon sapore.” Ed io dandomi arie da intellettuale prontamente le risposi: “Il risultato della dietologia moderna è di aver trasformato ciò che un tempo era un peso sullo stomaco in un peso sulla coscienza.”
A lungo andare con enormi sacrifici perse qualche etto, dapprima iniziò a saltare i passi scivolando sugli spaghetti, e poi chiedendomi di cucinare per lei. In effetti in questo caso si mangiava la metà visto che l’altra metà rimaneva attaccata alla padella! Poi quando lesse su Whatsapp che era in linea smise di fare la dieta.

Nel mio sano scetticismo le ripetevo: “Se camminare fosse veramente salutare, il postino sarebbe immortale. La balena nuota giorno e notte, mangia solo pesce e beve solo acqua, eppure è grassa. Il coniglio salta, corre come un forsennato, ma vive solo dieci anni mentre la tartaruga che non corre e non fa niente, vive 450 anni! Mi spieghi perché fai la dieta, cammini, vai in piscina e in palestra?”

Tra l’altro Rosetta vestiva davvero male, il suo grado di eleganza era un misto tra la Piccola Fiammiferaia e il Tenente Colombo, tra l’altro era anche poco intelligente e piuttosto smemorata, ricordo che prendeva la pillola per sapere quale giorno della settimana fosse. Per anticoncezionale invece usava la famosa pillola anti-peperoni del giorno dopo, poi, visto che non la digeriva, passammo al famoso metodo O Gino in House, nel senso che portava a casa il fratellino di tre anni Gino e naturalmente dormendo nel nostro letto impediva qualsiasi contatto.

Una volta Rosetta perse il suo cane Bobby, le consigliai di mettere immediatamente un’inserzione sul giornale, lei rise a crepapelle dandomi dello stupido. “Ma caro, Bobby non sa leggere!” Poi Bobby tornò, ma quando perse il laptop allora seguì il mio consiglio sostenendo che avendo il lettore… Ma si fece dei pianti enormi… un giorno la sorpresi a spargere pezzettini di formaggio sul pavimento… sperava che almeno il mouse tornasse!

Dicevo, Rosetta non era assolutamente bella, ma parlava anche troppo. Vabbè che una donna silenziosa è un dono di Dio, ma in questo caso avevo la netta sensazione che Dio si fosse dimenticato di tutti i miei compleanni! Di contro l’uomo parla poco perché considera quasi inutili le parole, del resto l'uomo saggio non dice quello che sa e lo stolto non sa quello che dice. Però devo ammettere che le donne qualche volta stanno zitte… Ma mai quando non hanno niente da dire. Credo davvero che il silenzio sia la sola cosa d’oro che loro detestino.

Si stima infatti che in media un uomo pronunci 4000 parole al giorno mentre una donna 9500. Niente da obbiettare del resto uomini e donne sono diversi. Il problema era che al rientro dal lavoro quando io avevo finito le mie 4000, Rosetta secondo me doveva ancora iniziare a parlare. La sera prima di dormire le ripetevo: “La mattina non è bello ciò che è bello, è bello ciò che tace.” Più che una raccomandazione era un condensato tra supplica e speranza.

Comunque non mi fidavo delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media. Già, le statistiche se non sono fasulle sono banali. A proposito è statisticamente provato che la mortalità aumenta sensibilmente tra i militari nei periodi di guerra e che un uomo su due preferisce due donne su una, ma anche che il fumo è una delle principali cause delle statistiche. A tale proposito Gilberto mi diceva: “È appurato che se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa. E tieni sempre a mente che le statistiche indicano la percentuale di nati morti e trascurano la percentuale di morti vivi.” Gil adorava il paradosso per cui ogni volta insisteva: “Statisticamente la statistica mente al punto che dire che chi ha tradito una volta lo farà sempre, ha la stessa probabilità statistica del dire che chi è stato fedele una volta lo sarà sempre!” Poi ogni volta si congedava con una frase ad effetto tipo: “Statisticamente muore più gente nel sonno che attaccata da uno squalo. Come fai ad andare a letto tranquillo?”

Ovviamente la prendevo con filosofia cercando di emularlo e mi ripetevo: Ogni mattina un pettirosso si alza e vola. Ogni mattina un canarino si alza e canta. Non importa che uccello tu abbia, l'importante è che si alzi!



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Photo  Chaerul Umam




 



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